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Istvan Nyers: un libro racconta l'apolide goleador dell'Inter anni Cinquanta

Soprannominato "Grand Etienne", negli anni Cinquanta segnò 133 reti in 182 partite in nerazzurro. Ed era l'idolo di Boninsegna

E' stato un po' l'Ibrahimovic degli anni Cinquanta. Non certo per il fisico, ma per il suo essere irregolare e atipico già in un calcio molto anarchico come quello dei suoi tempi. Istvan Nyers (tra l'altro l'idolo giovanile di un certo Roberto Boninsegna) è stato un campione della storia dell'Inter, oggi purtroppo un po' dimenticato. A rinfrescarne la memoria, e la classe, ecco però il libro "Istavn Nyers, le Grand Etienne" (di Francesco Rovida, Urbone Publishing), una vera e propria opera di archeologia interista che nopn può mancare nella libreria di un vero nerazzurro. 

"Abbiamo deciso di pubblicarlo nel 2015 in occasione del decennale della sua morte (avvenuta in povertà e solitudine, ndr)", ci racconta Rovida, che ha ricostruito con precisione e passione le tappe della carriera di Nyers. "Se dovessi descriverlo con tre aggettivi, sceglierei: apolide, geniale e antesignano in campo e fuori".

Nyers avrebbe potuto far parte della grande nazionale magiara, ma dopo poche presenze preferì la libertà di apolide, scappando dall'Ungheria comunista per andare a giocare dove voleva. A segnare la sua carriera fu soprattutto Helenio Herrera, nella doppia veste di procuratore e allenatore: fu il Mago a volerlo a Parigi allo Stade Français, da lui stesso guidata in panchina, strappandolo dalla squadra del Viktoria Zizkov.


Nell'Inter Nyers fu determinante per la conquista degli scudetti del 1953 e del 1954: attaccante esterno formidabile, segnò la bellezza di 133 reti in 182 partite tra il 1948 e il 1954, settimo cannoniere della storia nerazzurra. Dribbling ubriacanti e tiri potenti erano tra le sue caratteristiche principali: "Era un giocatore capace di vincere le partite da solo. Celebre un derby vinto 3-0 con una sua tripletta. In questo simile a Zlatan, non nelle caratteristiche fisiche", racconta ancora Roveda.

Un cavallo brado, ingestibile: "Un George Best prima di George Best". Difficile pensare a Nyers nel super-tattico calcio di oggi: "Probabilmente oggi non ghiocherebbe, ma per sua scelta". 

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Filippo Nassetti