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Le "super" navi da crociera

Entro il 2027 saranno varate più di 90 imbarcazioni da oltre 5 mila passeggeri

Il 28 febbraio negli stabilimenti Fincantieri di Monfalcone è stata consegnata la Costa Venezia, prima nave della compagnia progettata per il mercato cinese delle crociere e la più grande mai realizzata per quel Paese con i suoi 323 metri di lunghezza e una capacità di 5.200 ospiti. A Southampton, il 2 marzo, è stata battezzata la Msc Bellissima, 19 ponti e 900 milioni d’investimento, prodotta nei cantieri Stx France di Saint-Nazaire e da qualche giorno «in servizio» nel Mediterraneo in attesa che a ottobre arrivi la gemella Msc Grandiosa. Sempre in autunno, la flotta Costa s’arricchirà di Smeralda. Nei prossimi mesi saranno tante le bottiglie di champagne che s’infrangeranno – rompendosi, ci si augura – sulle fiancate di nuove navi da crociera. Lo dicono le previsioni del Clia, l’organizzazione che raggruppa le principali società crocieristiche del mondo: entro il 2020 prenderanno il mare 45 imbarcazioni con un investimento di 26 miliardi di dollari, mentre tra il 2021 e il 2027 i cantieri hanno in portafoglio ordini per altre 47, che aumenteranno di 140 mila unità i posti letto disponibili, con una polarizzazione tra mega navi da 4-5 mila passeggeri e imbarcazioni di lusso con massimo 400-500 cabine. Insomma, il futuro delle crociere ha il vento in poppa e già quest’anno il Clia stima la cifra record di 30 milioni di passeggeri trasportati nel mondo (28,2 nel 2018) per un giro d’affari superiore ai 134 miliardi di dollari. Numeri da capogiro, che continueranno a crescere nelle prossime due decadi, trainati da un’offerta di posti in nave che non riesce a soddisfare la domanda e sta crescendo anche per aree meno tradizionali come l’Asia, il Medio Oriente, l’Australia e il Sudafrica. Il focus è sul Mediterraneo. Da sempre il Mare Nostrum è una delle destinazioni più gettonate dai crocieristi, seconda solo a Caraibi e Bahamas, dove negli anni Sessanta è nato questo turismo così amato dagli americani. A confermarlo sono le prime stime sul 2018 che vedono il traffico turistico nei 20 principali porti del Mediterraneo in crescita del 7,8 per cento, con 21,5 milioni di movimenti passeggeri, e l’Italia al vertice di questa classifica, con quasi la metà dei turisti che iniziano o terminano la crociera negli scali tricolori (vedere grafico a pagina 46). Non sono solo americani e tedeschi a riscoprire il mare europeo: anche i croceristi italiani, smaltito l’effetto Concordia, lo scorso anno avrebbero toccato quota 860 mila. «Per Msc il 2018 è stato un anno record, di crescita a doppia cifra, e nel 2019 saremo ancora più forti» conferma a Panorama Leonardo Massa, country manager Italia del gruppo fondato dalla famiglia Aponte. Chiave del successo, la destagionalizzazione. «Nel 2005 lanciavamo la prima crociera nel Mediterraneo, mentre ora anche d’inverno abbiamo tre navi fisse lì con 60 mila italiani che ci hanno scelto». L’ascesa di Msc ha molto in comune con il boom delle crociere dal 2000 a oggi. La prima compagnia privata del mondo, infatti, ha iniziato la sua attività nel 2003 con tre navi e 127 mila ospiti trasportati. «Quindici anni dopo, siamo a 2,2 milioni di passeggeri e 15 navi, che diventeranno 5,5 milioni nel 2027 mentre le imbarcazioni saliranno a 29 con un investimento di 12,5 miliardi». Ma la vera spinta al mercato è venuta dall’Asia, dalla Cina in particolare. Secondo l’ultima edizione di Asia Cruise Trend, il 2017 ha fatto registrare un nuovo record, con una variazione positiva del 20,6 per cento rispetto all’anno prima e con più di 4 milioni di clienti asiatici che si sono imbarcati per un viaggio in nave. Se si confronta questo andamento con la sostanziale stabilità di altre aree, è facile capire perché alcuni gruppi crocieristici si sono rafforzati sino a creare una capacità di passeggeri ospitabili pari a 4,2 milioni contro gli 1,5 milioni del 2013. Anche quello asiatico è un mercato trainato dall’offerta delle compagnie: nel 2018 sono saliti a 38 i marchi presenti nell’area e tanti altri stanno facendo rotta sul continente con navi «su misura», come Costa con la Venezia. «Sono molte le compagnie che hanno indirizzato verso l’Asia la loro offerta» dice Francesco di Cesare, presidente della società di ricerca e consulenza Risposte turismo. «Lo hanno fatto inizialmente con cautela, testando quel mercato con navi già ammortizzate, ma il futuro è lì anche se in tanti si sono accorti che non è un Eldorado». Un’altra tendenza è quella del lusso, un ritorno alle origini degli anni Sessanta e Settanta quando la vacanza galleggiante era un prodotto riservato a pochi. «In questo settore più che di crociera è meglio parlare al plurale, perché si tratta di un prodotto molto differenziato in base ai servizi di bordo, alle aree presidiate, all’esclusività degli itinerari offerti» puntualizza di Cesare. «In questo momento il prodotto di fascia alta sta andando piuttosto bene perché meno soggetto ai cicli di recessione». Il cliente tipo di solito è americano, in età avanzata e fedele alla «sua» compagnia. «Per queste ragioni la fascia di lusso può crescere, ma conquistare un ospite così esigente non è facile». Proverà nell’impresa il gruppo Msc che qualche mese fa ha siglato un memorandum d’intesa con Fincantieri per la realizzazione di quattro navi extra lusso, la prima delle quali verrà consegnata nella primavera del 2023. Le altre, invece, entreranno in servizio entro il 2026: ognuna sarà dotata di 481 suite e di un design altamente innovativo oltre che da soluzioni all’avanguardia per il comfort e il relax degli ospiti.
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