La lettera a Raoul Bova è pura finzione letteraria
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La lettera a Raoul Bova è pura finzione letteraria

A chiarirlo, una volta per tutte, è stata l'avvocato Bernardini De Pace, ma intanto in questi giorni sul web non si parla che della lettera al genero degenere

"É pura finzione letteraria, non avrei mai potuto parlare di cose personali". L'avvocato Bernardini De Pace ha affidato alle pagine di Repubblica il chiarimento in merito all'ormai celebre "lettera al genero degenere" , la finta missiva pubblicata all'interno della rubrica "Lettere d'estate" da Il Giornale lunedì 11 agosto.

Si trattava di un lunga invettiva di una suocera immaginaria nei confronti dell'ex genero reo di aver prima tradito e poi abbandonato la moglie per una ragazza più giovane. Se la metà del web (per bocca dell'agorà di Twitter e Facebook) ci ha visto un riferimento alle vicende personali della figlia dell'avvocato, Chiara Giordano, e dell'ex marito Raoul Bova si è sbagliata.

La rubrica de Il Giornale tratta vicende universali che le celebri penne che collaborano con il quotidiano si prestano a firmare. In questo caso la Bernardini De Pace ha utilizzato la sua esperienza da matrimonialista per esprimere la sua posizione in merito a tradimenti e adulteri.  Come ha dichiarato a La Repubblica, lo scopo dell’articolo era ben altro: raccontare "I conflitti di coppia, i tanti che ho affrontato nella mia trentennale carriera".

A conferma della natura letteraria dell'epistola, martedì 12 agosto Il Giornale ha pubblicato la "risposta" del genero degenere alla suocera a firma di Angelo Mellone. "Cara suocera - si legge nella seconda lettera - ho pensato a lungo prima di rispondere alla tua lettera". E poi attacca: "La prima fallita qui sei tu e non io". Il genero che sostiene che l'errore originario sia stato quello di "Entrare in una famiglia dove una donna insoddisfatta della propria vita sentimentale ha preteso di impadronirsi della vita della figlia e dell'uomo che ha sposato". "Se esiste una causa del disastro del mio matrimonio - conclude la missiva - quella sei tu. Quando lo capirai, per Elisa sarà già troppo tardi".

Di ben altri toni invece la lettera pubblicata da Libero a firma di Selvaggia Lucarelli che, invece, sposa la tesi secondo la quale lo scritto dell'avvocato dovesse essere recepito dalle orecchie di Bova.

La blogger si schiera a spada tratta dalla parte della Bernardini De Pace e, in maniera alquanto sarcastica e leggera, enumera gli ipotetici errori che avrebbe commesso l'attore durante il matrimonio con la Giordano. "Lo so come devi sentirti oggi dopo la missiva della tua ex suocera - scrive la Lucarelli - Asfaltato. Mi rendo conto che sia una sensazione devastante, ma io sono qui per aiutarti a comprendere, con dolcezza, gli errori, i tuoi errori, che hanno provocato il precipitare degli eventi"

E spiega: "Se fossi stato avveduto, Raoul, avresti fatto quello che fanno tutti gli attori, ovvero accoppiarti con una collega attrice di quelle che rilasciano interviste per dire che vanno dallo psicanalista e invecchiare non le spaventa e certi ruoli ti restano dentro e così, quando avresti avuto le palle piene di una moglie tormentata perchè l'ultimo ruolo nel cinepanettone le ha scavato l'anima, ti saresti separato in tutta serenità. Perchè gli attori mica si separano a colpi di mortaio. E neanche di mortacci, come nel tuo caso. Gli attori si separano tramite comunicati stampa miti e civili in cui si augurano reciprocamente felicità e belle cose. Come Melanie Griffith e Banderas. La madre di Banderas mica scrive lettere ai giornali, è lì che mangia paella in santa pace, sia cosa gliene frega delle beghe del figlio. Poi che c'entra. Lo sappiamo tutti che la Griffith si augura che ad Antonio si incastri la zip nelle pale del mulino al prossimo spot da mugnaio e che Banderas si augura che Melanie la faccia finita tracannando il vino di Joe Bastianich, ma pubblicamente hanno salvato la faccia. Vedrai l' altro furbo di Clooney che sta per sposare un avvocato, che fine farà".

L'errore di Raoul secondo la penna di Selvaggia Lucarelli poi è stato nella gestione della separazione: "La tua ex moglie se n'è rimasta zitta, nonostante le corna da Belzebù principe dei demoni, e tu ti sei regalato la copertina fighetta su Vanity fair per raccontarci la tua indignazione di fronte alle accuse di essere gay. E qui mi tocca spiegarti una cosa Raoul. Dire "Non sono gay e comunque anche se lo fossi non lo direi" non suona un granchè bene. "Sei gay" mica è un'accusa infamante".

E conclude: " E però su una cosa devo difenderti: la battuta della Bernardini sulla tua forza sessuale che durerebbe quanto uno spot è di cattivo gusto. Io sono certa che in quel campo lì, tu dia delle soddisfazioni".

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Barbara Pepi