Il terzo grado - Barbara Foria
(Ufficio Stampa)
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Il terzo grado - Barbara Foria

Intervista all'attrice, da questa sera su Italia 1 con la nuova stagione di Colorado, condotto da Diego Abatantuono e Chiara Francini

NOME: Barbara Foria

CHI E’: attrice, conduttrice radiofonica e autrice 

COSA FA: fino al 23 marzo è in scena al Teatro dei Satiri di Roma con la commedia Love cost – A qualcuno piace in saldo. E’ nuovamente nel cast di Colorado Café, condotto da Diego Abatantuono e Chiara Francini, al via da questa sera su Italia 1.

DICE DI SE’: "Attraverso la comicità si possono spedire anche messaggi importanti. Nel mio spettacolo, volendo parlare di amore, dico che l'amore è un viaggio, anche low cost, da intraprendere sempre. Magari in treno, dove non si hanno problemi di bagagli. Alcuni treni li perdi, altri arrivano in ritardo, altri li prendi in faccia. Tantissimi salgono e scendono dal tuo treno. Alcuni arriveranno a destinazione con te".

In quali attività diresti di avere talento, e in quali diresti di non averne affatto?

Ho di certo talento nelle attività creative, dove basta usare un pizzico di fantasia e a volte anche un po’ di follia. Di certo ho un talento naturale nel far ridere. Mentre sono una schiappa nelle attività manuali. Odio stirare e fare le faccende domestiche, ammiro chi fa decoupage e lavora a maglia. Io sono incapace. Ma soprattutto se mi parlano di cambio di olio, io penso subito alla frittura di pesce.

Se potessi scegliere un’attività per la quale non hai talento e venirne magicamente e generosamente dotata, quale attività sceglieresti?

Suonare uno strumento musicale: chitarra, batteria o sax. Magari tutti e tre.

Ti piace quando ti cantano “Tanti auguri”?

Sì tantissimo! Per me ogni compleanno va festeggiato. E’ sempre una gioia poterlo fare. Nella mia famiglia è usanza cantarlo tutti in coro al telefono, se non siamo insieme...ora capisco perché tanti non rispondono più.

Al cinema piangi quando dovresti piangere, al momento sbagliato o non piangi affatto?

Se il film mi emoziona, piango sia quando dovrei che al momento sbagliato. Piango sempre! Poi quando si accendono le luci faccio finta di aver perso qualcosa sotto la sedia aspettando che tutti escano.

Hai ancora qualcuna delle tue vecchie pagelle o dei tuoi trofei sportivi d’infanzia?

Sì, conservo i miei trofei da ex cestista, coppe e targhe. Ho giocato a basket per molti anni e conservo ancora le mie prime scarpette comprate per la promozione in serie D. Ormai sono quasi un reperto archeologico ma ogni tanto me le guardo e mi vengono in mente un sacco di bei ricordi. Ancora oggi per scaricarmi vado alla ricerca di qualche campetto di basket per fare due tiri a canestro.

C’è da fidarsi di più o di meno di chi mangia cibo insapore rispetto a un buongustaio raffinato?

Io non mi fido di chi mangia insapore. E’ un po’ come godersi le cose a metà. Chi non se la gode, s’inacidisce. Sono quelli che tendono a darti lezioni su tutto: sul mangiare sano, mangiare leggero, mangiare bio: a me con tutto sto parlare di mangiare mi viene subito fame. E mangio a modo mio. Si mangia saporito o non si mangia.

Puoi dire con certezza di aver amato?

Credo di sì. Per tutti i gastroprotettori comprati nella mia vita. Conservo anche le ricette di quelli, oltre alle lettere e mail dei miei amanti e amati.

Ti chiedi più spesso che ne è stato della gente normale che hai conosciuto o degli strambi che hai conosciuto?

Spesso mi chiedo “che fine ha fatto la gente che ho conosciuto?” A volte mi chiedo “perché l’ho conosciuta?” E più spesso ancora: “Ma siamo sicuri veramente che ci siamo conosciuti?”.

Sai mentire?

Sì, ma non sono bravissima. Mi devo impegnare. E dico solo piccole bugie. Chi mi conosce bene mi sgama subito. Tendo a gesticolare e a fare espressioni innaturali, spesso comincio a ridere. Sarei un facile caso per Tim Roth nella serie Lie to me.

Gli sport per te sono qualcosa da fare, guardare o ignorare del tutto?

Da fare per tenersi in forma. Da guardare se ci sono dei gran fighi da ammirare. Da ignorare se si diventa fanatici.

Quando il gioco si fa duro, sei una dei duri che cominciano a giocare?

Sì. Se il gioco si fa duro io divento il duro capitano della squadra. Se il gioco è troppo facile, non c’è gusto.

Qual è la tua torta preferita?

MILLEFOGLIE. Scritto in grande così è in evidenza. Con mille strati di cioccolata o crema chantilly, mille quintali di zucchero a velo, panna e mille scaglie di cioccolato…e mille volte me la mangio tutta!

Ti definiresti una buona archivista, rispetto alla tua memoria, o una cattiva archivista?

Ho una memoria di ferro. Sono molto fisionomista e archivio nel mio hard disk mentale i file della mia vita. I più importanti non si sono ancora bruciati. Tra un paio di anni ne riparliamo.

Quest’anno farai viaggi significativi?

Ne ho appena fatto uno a Beirut. Una missione di allegria, insieme ad altri comici capitanati da Savino Zaba, conduttore di Ottovolante su Radio Due e ideatore di questo progetto: sono stata nella base militare Unifil di Shama in Libano per uno spettacolo per il contingente italiano ed è stata un’esperienza bellissima. Ho capito che il mio lavoro è veramente bello. E che la missione della mia vita è quella di dare allegria…che fa rima con Foria no?

Sarai più felice in futuro?

Sì perché il meglio deve ancora venire. Ne sono certa.

*domande estratte da Interrogative Mood (Guanda editore)

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Francesco Canino