Il Grande Fratello è in declino? Viva il Grande Fratello
Ansa/Claudio Onorati
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Il Grande Fratello è in declino? Viva il Grande Fratello

C'è un format ormai inflazionato alla base del calo di spettatori dell'ultima puntata del Grande Fratello? Forse. Noi ci auguriamo che sia una flessione passeggera e che la vita del reality sia ancora lunga

Oltre un milione di spettatori in meno per la seconda puntata del Grande Fratello 13 rispetto alla prima. I numeri, in televisione, sono tutto. Percentuali che significano diversi milioni di occhi in più o in meno, cui corrispondono diversi milioni di pubblicità, in più o in meno. Quindi si parla di flop, di baratro imminente, di crollo.

Difficile dire se sarà o meno verticale, inevitabile e, soprattutto, se il format si sia davvero esaurito.

Certo, Twitter non è generoso quasi con nessuno, a regnare nei social network sono l’astio e il cinismo. Ma, sul Grande Fratello, i giudizi sembrano unanimi e, nel complesso, più ragionevoli del solito: gli insulti cedono il posto alle riflessioni, un po’ snob, un po’ comprensibili, sul fatto che questa gente è del genere convinto che il congiuntivo sia una fastidiosa infiammazione agli occhi.

Come negarlo?

Gli intellettuali, mediamente, criticano l’operazione reality a prescindere. Il Grande Fratello gli ricorda l’infernale ucronia totalitarista, gli fa venire l’orticaria. Per me, di base, è un’idea geniale e bellissima. Sarò anche sadico, o guardone, ma potenzialmente mi entusiasma ancora. Intendo proprio il concetto di reality, soprattutto quello in cui si chiudono persone in una casa e le si guarda come si guardano gli animali allo zoo.

La prima edizione de Grande Fratello fu sconvolgente. Cambiò la tv, cambiò il nostro approccio ai fatti degli altri, sdoganando il voyeurismo collettivo. Era un circo, composto da bifolchi e furbacchioni, ma un circo nuovo. Il problema è che adesso, pur con tutti gli sforzi degli autori per rinnovarlo, è roba che puzza di vecchio.

Ricordarsi tutto il codazzo di vippucci che negli anni sono usciti dalla casa è un’impresa titanica. In fondo, è gente senz’arte né parte, freak, prevalentemente, esibizionisti e piacioni, di nessun interesse o valore. Almeno sull’Isola dei famosi uno può dire, “guarda quel poveretto, che fine che ha fatto, ma te lo ricordi quando faceva quel programma… Come si chiamava?” Questi non hanno mai fatto nulla. E dentro la casa non fanno nulla se non bighellonare e abbandonarsi a un’emotività esasperata, oltre che affrontare prove alla Giochi senza frontiere.

Ce ne sono mille, su Real Time, di show con simili bestiacce, strutturati in maniera più convincente e avvincente.

La cosa incredibile, degli autori tv, è che loro per primi non guarderebbero mai quello che fanno, parlano male del loro lavoro tutto il tempo. Gli fa schifo, loro sono intellettuali, leggono i classici, progettavano o progettano romanzi filosofici, sognano le serie tv americane, i film della nouvelle vague.

Nessuno di quelli che lavora in tv (salvo rarissime eccezioni) è così asino come lo fa sembrare quello che fa. E anche gli autori del grande fratello non sono da meno. “È il Sistema che ci tiene le mani legate, la Macchina è quella, il Pubblico è quello, quindi il livello a cui puntare è come l’asticella del limbo, si abbassa a ogni giro”.

Non nutro grande fiducia nella gente, tantomeno nelle nuove generazioni. E tifo sempre per il disastro.

Lo streaming della serialità americana, nella sua disincantata e amorale bellezza, sta incrementando il suo mercato, sempre in crescita. Gente che la tv non la guarda, scarica tutto sul computer. Per quanto il calo demografico diminuisca il valore numerico delle nuove generazioni in occidente, spettatori televisivi continueranno a morire e potenziali spettatori televisivi continueranno a nascere. Ecco, il mio augurio non è che gli autori e i produttori italiani si ravvedano (sono morti, anche se non lo sanno). Io non tifo contro il Grande Fratello.

Anzi. Spero che al Grande fratello 13 segua il 14, il 15, il 16 eccetera... E che a ogni edizione l’asticella del limbo della qualità si abbassi sempre di più e il numero di spettatori con lei. Fino a che il Grande Fratello 100 vada in onda senza che nessuno lo guardi, tutti gli spettatori del futuro impegnati a guardare in streaming la Breaking Bad del futuro.

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Marco Cubeddu

Nato a Genova nel 1987, vive a Roma, è caporedattore di Nuovi Argomenti e ha pubblicato i romanzi Con una bomba a mano sul cuore (Mondadori 2013) e Pornokiller (Mondadori 2015). Credits foto: Giulia Ferrando

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