Il Glamping, ecco come i ricchi si ritrovano in tenda
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Il Glamping, ecco come i ricchi si ritrovano in tenda

La nuova tendenza dell'estate per chi se lo può permettere: alloggiare in yurte di legno in stile mongolo, capanne sugli alberi ma anche in caravan o rimorchi

di Christian Benna

ll campeggio torna di moda, ma leva le tende. Almeno questa è l’ultima tendenza della vacanza all’aria aperta che questa estate fa il pieno di visitatori, ma sembra rinunciare alla cara vecchia canadese. Basti pensare che meno del 30% dei campeggiatori di stagione dorme in una tenda. Il resto fa Glamping. Con questo termine gli anglosassoni hanno ribattezzato il nuovo fenomeno del momento, quello del glamourus camping.

Al posto del tradizionale armamentario, fatto di zaini e materassini, spuntano yurte in legno in stile mongolo, capanne sugli alberi, caravan gitani, rimorchi Airstream in alluminio. La fantasia dei gestori di camping è in piena fase creativa. Ma è fedele alle nuove parole d’ordine: riciclo, sostenibilità qualche lusso in più. Ce ne è per tutti.

Prendete Mollycroft camping, nel Sommerset in Inghilterra, dove al prezzo di 120 sterline si può dormire per due notti nelle carrozze di un treno dell’ottocento. Gli eco-lodge Brejera dell’Algarve invece  spaziano dalle yurte a camion dei pompieri ristrutturati in bungalow o capanne di paglia. Tutto a bordo  mare. Per chi ama la montagna il Das Park Hotel di Ottensheim, in Austria, ha affidato a un team di architetti il design di case-capsule all’interno di ex tubi di scarico in cemento. Così anche in Italia. Il sito GoGampling.net, che ha in  catalogo oltre un centinaio di offerte (le più lussuose) in giro per il mondo, ne elenca ben sette nella Penisola. «Anche il campeggio è diventato una boutique. Il lusso, a dispetto della crisi, invade tutti i settori, li reinventa e  li nobilita», spiega Garri Reiner, fondatore della piattaforma online.

Il primo esperimento italiano è quello dei Canonici di San Marco, a Mirano (Venezia), tende di lusso a partire da 120 euro per notte, in stile La mia Africa. Maurizio Vianello, presidente dell’associazione camping d’Italia, più di duemila riuniti sotto la sigla di Faita, ha fatto due conti e ha notato che nel nostro paese il soggiorno in  tenda rappresenta appena il 10% dell’ospitalità.

In sostanza, nei campeggi oggi c’è di tutto, tranne la canadese. «Il settore è profondamente cambiato – spiega – La tenda quando c’è diventa esotica, oppure si ristruttura di tutto punto trasformandosi in bungalow moderno e di design. L’importante per i nostri ospiti è godersi una vacanza all’aperto. E se lo fa in modo è eco-chic ancora meglio». In Italia sono circa 70 milioni i campeggiatori e quest’anno, tempo permettendo, il comparto prevede di chiudere la stagione con una crescita del 4%. Ma è meglio la versione lusso o il vecchio campeggio spartano? «I miei amici inglesi dicendo che sono un’antesignana del glamping», dice Camila Raznovich, «Perché, oltre la tenda, mi porto tutti gli accessori che servono, dalle amache all’ipad (compresa la tata per la piccola, che ha tre mesi). Massimo del comfort, dove voglio e come voglio».  

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