Wi-Fi pubblico, comodo ma quanto è sicuro?
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Wi-Fi pubblico, comodo ma quanto è sicuro?

Villaggi, hotel, resort. Quest’estate ci connetteremo ad internet senza pagare un centesimo. Le 10 regole per proteggersi

Smartphone e tablet hanno prepotentemente preso il posto di creme solari e walkman nelle valige dei turisti. Con i dispositivi connessi alla rete è diventato più semplice trovare la strada giusta, scattare foto e fare video e condividerli subito con la propria rete. Certo è che non tutti hanno un device con traffico dati seppur le principali compagnie telefoniche stanno offrendo di tutto e di più per incentivarne l’attivazione. Il successo di alcuni modelli di tablet solo Wi-Fi, come il Nexus 7 o il Kindle Fire HD di Amazon, spingono l’utente a ricercare un hotspot gratuito e, quando proprio non ci riesce, connettersi via tethering con lo smartphone.

Sebbene la tecnologia rende più piacevole andare in vacanza e rilassarsi, una recente indagine della società di sicurezza F-Secure individua alcuni luoghi dove è necessario prestare estrema attenzione. Quando si viaggia è comodo connettersi ad hotspot Wi-Fi pubblici in luoghi come aeroporti e ristoranti per andare in rete. Tuttavia, secondo F-Secure , il 52% delle persone dice di essere preoccupato per la sicurezza e la privacy delle reti pubbliche Wi-Fi, ed è giusto così. Sean Sullivan, Security Advisor presso i laboratori F-Secure dice che le reti Wi-Fi pubbliche dovrebbero essere pensate proprio per questo: il pubblico. Visto che si sta condividendo la rete con degli sconosciuti non deve esserci il rischio che qualcuno stia usando software specifico per spiare quello che gli altri stanno facendo.

“Ci si può sentire sicuri perché si sta utilizzano un dispositivo personale – secondo Sullivan – ma non lo è. Il consiglio è non utilizzare, con una connessione pubblica, lo smartphone o il tablet per compiere azioni strettamente personali, come l’accesso al conto online, alla posta elettronica o una nuova registrazione su una piattaforma”. Lo stesso, ovviamente, vale per l’utilizzo con rete pubblica di un computer o un portatile e, ancora di più, con la navigazione in Internet Café. Se è necessario utilizzare infrastrutture pubbliche per comunicare con i propri cari, un suggerimento è quello di creare un account e-mail separato apposito per il tempo di vacanza che verrà utilizzato solo in certe occasioni. Secondo Sullivan "in questo modo se qualcuno hackera il tuo account temporaneo potrebbe vedere la e-mail con la mamma e gli amici ma non avranno accesso agli altri dati sensibili che potrebbero essere conservati sull’account principale di posta elettronica. Una buona regola generale: rendersi conto che tutto ciò che si fa connessi al Wi-Fi pubblico è parte di una conversazione pubblica

Ecco allora il vademecum del perfetto navigatore da vacanza:

• Non lasciare che il dispositivo possa connettersi automaticamente a hospot pubblici

• Eliminare i punti di accesso Wi-Fi pubblici quando si ritorna a casa

• Non effettuato l'accesso ad applicazioni e siti “sensibili” durante il viaggio

• Controllare con il fornitore di servizi pubblici (hotel, bar, villaggio, ecc) che la rete a cui si accede è davvero di loro proprietà e non creata per ingannare l'utente

• Essere consapevoli dell’ambiente circostante perché chiunque potrebbe cercare di sbirciare dietro le spalle

• Utilizzare una password diversa per ogni account

• Per i computer portatili, disabilitare la condivisione di file e attivare il firewall per bloccare le connessioni in entrata

• Se possibile utilizzare una rete VPN (virtual private network) che permette la connessione anche sul Wi-Fi pubblico

• Utilizzare un router portatile con una carta SIM prepagata per crearsi  la propria rete Wi-Fi personale

• Connettersi, dove è possibile, a siti con indirizzo  “https", i principali (Facebook, Twitter) ce l’hanno

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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