Symantec inventa i primi jeans anti-hacker
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Symantec inventa i primi jeans anti-hacker

L'azienda che produce Norton ha sviluppato un paio di jeans dotati di tasche che schermano smartphone e documenti digitali dagli scanner RFID

Considerato l’andazzo, non era così difficile prevedere che prima o poi, sull’onda di tutti questi dispositivi indossabili, sarebbero spuntati anche dei capi d’abbigliamento dedicati alla protezione dei suddetti dispositivi.

A questo proposito Symantec, l’azienda produttrice dello storico antivirus Norton, ha sviluppato due soluzioni di abbigliamento appositamente progettate per fornire un ulteriore strato di protezione a chi tende ad andare in giro con uno smartphone o un documento digitale (praticamente chiunque) in tasca.

In tandem con Betabrand, Symantec ha lanciato due campagne di crowdfunding volte a raccogliere i finanziamenti necessari al lancio sul mercato di un paio di jeans (chiamati Ready) e un blazer (chiamato Work-it), indumenti all’apparenza normalissimi ma dotati di tasche anti-RFID.

L’obiettivo di Symantec è fornire agli utenti una protezione efficace dal fenomeno noto come digital pickpocketing (in italiano: scippo digitale), ovvero dall’eventualità che una persona munita di uno scanner-RFID, possa rubarti i dati della carta di credito, quelli del passaporto o quelli contenuti nel tuo smartphone semplicemente puntando uno scanner da anche 9 metri di distanza.

I Ready jeans, per dire, sono dotati di due tasche a schermatura RFID, una frontale e una posteriore, in cui la persone può ficcare ogni genere di dispositivo o carta digitale senza che possa essere individuata dagli specifici scanner. Si tratta di normali jeans in cotone e poliestere, tranquillamente lavabili in lavatrice, il crowdfunding per i Ready è già stato completato e saranno acquistabili a partire da febbraio per 168 dollari.

Per il blazer la questione è diversa: è dotato di una sola tasca, si lava solamente a secco e costa quasi 200 dollari. Il suo crowdfunding, a 20 giorni dalla scadenza, è ancora lontano dal completamento, e a meno che sotto Natale venga a tutti la febbre del blazer, difficilmente raggiungerà la cifra necessaria alla produzione.

L’idea di Symantec ad ogni modo è interessante, e anche se dubito che le piazze delle città americane siano così gremite di hacker che puntano scanner-RFID contro sventurati passanti, gli esperti prevedono che nel 2015 il 70% di tutte le carte di credito saranno vulnerabili a uno scanner RFID.

Ad ogni modo, siccome questi scanner esistono, e siccome effettivamente la maggior parte di noi circola tenendo in tasca informazioni digitali preziose, non è da escludere che presto questa novità diventerà uno standard. Soprattutto se Symantec sarà abbastanza abile nel creare un’esigenza che, al momento, ancora non esiste.

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Fabio Deotto