Sony Alpha 7 II: le dieci cose da sapere
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Sony Alpha 7 II: le dieci cose da sapere

La mirrorless full frame della casa giapponese si rifà il trucco. Arricchendosi - fra le altre cose - di un nuovo sistema di stabilizzazione

Ci sono macchine fotografiche che hanno il merito di rompere gli schemi. O quantomeno di provarci. Prendiamo ad esempio la Alpha 7 di Sony, prima fotocamera mirrorless ad essersi spinta nel confine del pieno formato. La scelta del produttore nipponico è stata indubbiamente coraggiosa - per qualcuno il full frame era un concetto legato indissolubilmente al mondo reflex - oltre che sensata, visto lo scetticismo con cui molti fotografi professionisti trattano ancora le compatte a ottiche intercambiabili.

Il buon riscontro ottenuto da questo modello fra pubblico e addetti ai lavori ha convinto Sony a proseguire nell’opera di sviluppo della macchina con un aggiornamento - non poteva che chiamarsi Sony Alpha 7 II - che pur senza stravolgere il progetto originario, ne modifica in maniera sostanziale le risorse a disposizione.

Qui di seguito vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere sulla nuova mirrorless full frame di Sony [scorri Avanti per continuare].

1. Il sensore non cambia

Sony

La nuova Alpha 7 II, Sony impiega lo stesso sensore della sua progenitrice, un’unità CMOS Exmor da 35 mm e 24,3 megapixel effettivi. Invariata anche la scelta sulla parte di elaborazione del sistema, affidata ancora una volta al collaudato chipset Bionz X, fiore all'occhiello della produzione Sony per quanto riguarda velocità, capacità di riproduzione dei dettagli, riduzione del rumore e della diffrazione.

2. Una macchina stabilizzata su 5 assi

Sony

Ciò che cambia, e anche piuttosto radicalmente, è il sistema di stabilizzazione del sensore che ora è in grado di lavorare su 5 assi per compensare in tutte le direzioni le vibrazioni e gli spostamenti della mano del fotografo. Il risultato, promette Sony, è un’immagine nettamente più nitida anche senza l’ausilio del cavalletto: si parla addirittura di un miglioramento equivalente fino a un massimo di 4,5 step di velocità dell’otturatore.

3. Lavora con e senza ottiche stabilizzate

Essendo collocato sul sensore, il nuovo sistema di stabilizzazione funzionerà sia con le ottiche non stabilizzate, ad esempio gli obiettivi attacco E senza OSS o le ottiche ad attacco A (applicate tramite un adattatore opzionale, come LA-EA4 o LA-EA3). Chi invece dispone di ottiche stabilizzate potrà usufruire di un effetto sinergico fra le due tecnologie, verificando il risultato della stabilizzazione in tempo reale sullo schermo LCD della fotocamera o sul mirino OLED.

4. L'auto-focus è ibrido

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La messa a fuoco si basa ancora su un sistema ibrido (contrasto + rilevamento di fase) ancorché migliorato nell’accuratezza. Il sensore AF può ora contare su ben 117 punti sul piano focale per il rilevamento di fase e 25 punti per il rilevamento di contrasto. Il tutto si dovrebbe tradurre in una messa a fuoco più reattiva del 30% e soprattutto più efficace nelle riprese di soggetti in movimento. Anche perché - promette Sony - la capacità di tracking sarà di circa 1,5 volte superiore rispetto ai modelli precedenti grazie al miglioramento dell’algoritmo di previsione dei movimenti.

5. Video: si potrà girare in XAVC-S (ma non in 4K)

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Migliorate, nel complesso, anche le prestazioni video. La nuova Alpha 7 II può contare sul supporto al formato XAVC-S (per registrazioni con bit rate elevato) in aggiunta alle registrazioni AVCHD Full HD (1920×1080) a 60p (50p)/60i (50i)/24p. Assente invece la compatibilità 4K. Fra le funzionalità spicca la possibilità di comprimere i filmati utilizzando i codec Long GOP e MPEG-4 AVC/H.264, di perfezionare l’intensità dei toni direttamente on camera (Picture Profile), di lavorare sulla gamma dinamica, di sincronizzarsi con registratori esterni (Rec Control) e di attivare la funzione per registrare un secondo video in Mp4 parallelamente a quello girato in AVCHD 2 (Dual Video Recording).

6. Una macchina più ergonomica

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L’impostazione generale della macchina non è cambiata. Tuttavia, a una sguardo attento non sfuggiranno le differenze rispetto alla prima Alpha 7. Una su tutte: la forma e l’altezza dell’impugnatura sono state migliorate per dare più comodità al dito indice. Il pulsante dell’otturatore, fra le altre cose, è stato spostato in avanti, ed è stato anche ingrandito. Ben dieci i pulsanti personalizzabili (è possibile scegliere fra 56 diverse funzioni) di cui due accanto al tasto otturatore.

7. Più magnesio, meno plastica

Rispetto all’Alpha 7, la nuova Alpha 7 II impiega materiali più nobili, sia per la parte frontale che per quella posteriore del corpo macchina. Il magnesio si sostituisce alle plastiche, aumentando la solidità della macchina e, ovviamente, anche il peso. A conti fatti, sono circa 150 grammi in più.

8. Connettività Wi-Fi ed NFC

Riconfermato tutto il pacchetto di funzioni di connettività già visto (e apprezzato) sul primo modello della serie. Anche la nuova Alpha 7 II può quindi collegarsi a smarphone e tablet (di qualsiasi produttore, non solo quelli a marchio Sony) sia mediante un collegamento Wi-Fi diretto, sia tramite NFC. Da dispositivo mobile è possibile gestire le foto e i video presenti sulla fotocamera, nonché comandare da remoto le funzionalità di scatto.

9. Un mirino elettronico da 2,36 milioni di punti

La mancanza dello specchio obbliga l’Alpha 7 II a utilizzare un visore digitale per le funzioni di inquadratura. Oltre al display orientabile, Sony mette a disposizione un mirino elettronico XGA OLED Tru-Finder da 2,36 milioni punti di risoluzione. La visualizzazione avviene per intero anche quando si utilizzano ottiche di tipo APS-C.

10. Arriva a inizio 2015 a un prezzo di 1800 euro

Sony Alpha 7 II arriverà sul mercato europeo (e dunque anche italiano) soltanto all’inizio del 2015. Il prezzo si aggirerà intorno ai 1800 euro (solo corpo) ma non mancheranno le versioni più costose con kit in abbinata.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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