Quando c'era lui: il fumetto che fa arrabbiare l'estrema destra
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Quando c'era lui: il fumetto che fa arrabbiare l'estrema destra

Un graphic novel satirico mette in scena il ritorno del duce nell'Italia di oggi. Ma non tutti ridono...

Un redivivo Mussolini che Italia troverebbe ad attenderlo? A chiederselo per una volta non sono i nostalgici del ventennio, ma due fumettisti: Daniele Fabbri e Stefano Antonucci (con Mario Perrotta), autori dell'esilarante graphic novel Quando c'era LVI (Shockdom, 3 euro) incentrato sulle vicende immaginarie del duce nell'Italia del 2016, dove i comizi si fanno su Facebook e Youtube e l'oro alla patria si paga anche in "like". Satira pura, insomma, che però non è piaciuta ad alcuni militanti di estrema destra, che domenica hanno assalito lo stand della casa editrice al Romics, causando danni per mille euro. Ma sono arrivati tardi, visto che il fumetto, il cui primo numero uscirà il 15 aprile in edicola e libreria, era già andato a ruba. La Shockdom, dal canto suo, ha garantito che andrà avanti con la programmazione già definita e la pubblicazione dei quattro numeri non subirà rallentamenti o modifiche.

Concepito in 4 albi di 36 pagine, Quando c'era LVI immagina il ritorno di Mussolini in orbace, richiamato in vita dai militanti del centro sociale di estrema destra Casa Pound, con l'aiuto di una sorta di dottor Stranamore. Ma l'esperimento non riesce alla perfezione e il duce zombie torna in vita con… la pelle nera. Fin qui il primo numero, che si conclude con una serie di pubblicità satiriche.

A colpire positivamente dell'opera, oltre al vivace tratto caricaturale, che si inserisce nella scia del miglior fumetto satirico italiano, è il linguaggio: Fabbri e Antonucci riescono a mettere in chiaro, attraverso il potente strumento dell'ironia, riti, slogan e parole d'ordine dell'estrema destra nostrana con tutte le sue contraddizioni. E chissà cosa ci riserva il secondo numero, la cui uscita è prevista per il 15 luglio, quando il duce redivivo comincerà a confrontarsi con il paese reale, dando forse ragione allo scrittore Andrea Camilleri quando dice che "il fascismo se non fosse stato tragico, sarebbe stato grottesco".

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Eugenio Spagnuolo