Sanità, fisco, trasporti: così Pigliaru fa ripartire la Sardegna - FOTO e VIDEO

Le risposte del Governatore della regione alle domande del pubblico di Panorama d'Italia e del direttore Giorgio Mulè

Un buon rapporto col governo centrale, che ha portato ai 3 miliardi previsti per il Patto per la Sardegna, ma altri fronti di collaborazione da migliorare, come quello della trattativa con le low-cost e quello della fiscalità di vantaggio. E poi una riforma sanitaria che viene considerata un esperimento interessante se non addirittura un modello a livello nazionale, perché sta comportando la fusione di otto Asl in una. E ancora le polemiche sulle quote di migranti, sulla disoccupazione, sulle eterne piaghe del Sulcis e dell’Alcoa: è stato un confronto a tutto campo, punteggiato anche da alcune domande aniomose del pubblico, quello cui però il governatore della Sardegna Francesco Pigliaru si è prestato con la massima trasparenza e con pacatezza, rispondendo alle domande di Giorgio Mulè nell’ultima intervista pubblica della tappa cagliaritana di Panorama d’Italia, nella meravigliosa sala consiliare del Palazzo Regio.

Pigliaru: "Con me la Sardegna torna a correre"

Le low cost

“Quello dei trasporti aerei, che per noi è anche la questione della continuità territoriale, è un tema cruciale e mi sembra che oggi i territori italiani siano lasciati un po’ troppo isolati nel rapportarsi a un giocatore così forte a livello europeo come Ryan Air”, ha detto Pigliaru. “È il Paese che deve sedersi a discutere con un simile interlocutore. È utile che trattino anche i singoli territori, ma con un coordinamento chiaro e una linea comune, altrimenti abbiamo uno squilibrio, da un lato un unico, forte e grande negoziatore e dall’altro tanti piccoli e isolati”.

Le rinnovabili

“La Sardegna come regione autonoma energeticamente? Sì, è un obiettivo possibile, anche nel Nord della Germania si sta sperimentando l’autonomia energetica di un’isola con le rinnovabili, peraltro in collaborazione con due realtà sarde come il Crs4 e l’Università di Cagliari, quindi si può fare, bisogna vedere quando. Nel frattempo abbiamo stanziato 20 milioni per iniziare a strutturare la rete di punti di ricarica per le auto elettriche, a cominciare dalle tratte turisticamente più battute. Abbiamo detto no al megaprogetto di Flumine Mannu perché ci piace che le rinnovabili abbiano un impatto positivo per le popolazioni. Un megaprogetto come quello è contrario alla  filosofia del prosumer, cioè dell’intesa tra produttori e consumatori, e pretende di usare centinaia di ettari che sono invece adatti all’agroalimentare di qualità”.

La sanità

“Abbiamo lavorato alla fusione tra le otto Asl in un ottica non Cagliaricentrica, per questo l’assessorato è rimasto nel capoluogo, ma la sede della Asl unificata è stata posta a Sassari e ci sono altre responsabilità a Nuoto. Abbiamo bisogno di tenere unita la Sardegna e per questo quando si può decentriamo. Con la fusione delle Asl abbiamo superato una sitiazione di disordine, non sapevamo chi assumesse chi, la spesa farmaceutica era in disordine, si stava generando un deficit crescente. Poi abbiamo fatto una riforma coraggiosa per avere maggiori controlli e per vedere quanto velocemente si può risparmiare su spesa farmaceutica. L’Asl unica serve appunto a guadagnare efficienza. Naturalmente si devono vedere bene i conti. Abbiamo 22 ospedali in Sardegna, un numero eccessivo, e quindi la rete ospedaliera va razionalizzata come un tassello fondamentale dell’efficienza. Stiamo affrontando giorno per giorno contenziosi ma lo facciamo con convinzione. Abbiamo bisogno di meno ospedali ma di assoluta eccellenza. Cagliari e Sassari in primis. Poi di ospedali di livello intermedio come a Nuoro e altrove, e poi di una forte sanità territoriale, perché le persone non vadano in ospedale se non ce n’è bisogno.”.

Il fisco

“Abbiamo mantenuto l’impegno di non aumentare l’addizionale Irpefg, rimasta ai minimi. Ci siamo dati un profilo di rientro dal deficit che non implica un aumento delle tasse. Poi abbiamo chiuso una vertenza con le entrate che era aperta dal 2010. Lo Stato centrale faceva fatica a riconoscerci cose che la Corte costizuonale ci aveva riconosciuto. Abbiamo scritto norme di attuazione che sono state un grande risultato, e abbiamo avuto 130 milioni in più di entrate. Quanto alla fiscalità di vantaggio nelle zone franche, la Regione si impegna a sbloccarle e a lavorare per far sempre meglio riconoscere la situazione di insularità per arrivare a norme di vantaggio compatibili con le regole europee”.

 Il Patto per la Sardegna

“Abbiamo ottenuto oltre 3 miliardi di cui 300 per le ferrovie, 120 per la continuità territoriale, circa 600 per le strade e 30 per la ricerca scientifica”.

La pesca

“La mia giunta ha elevato dagli 8 milioni di euro dei fondi Ferp del periodo 2007-2013 a ben 38 milioni i finanziamenti per la pesca, pari al 7% dei finanziamenti totali. Stiamo aspettando le direttive per decidere quali bandi fare a fabore degli operatori. Ci siamo costruito un tesoretto, ora o utilizzeremo al meglio”.

Il rimpasto in giunta

È un tema-tabù, se ne discute molto in città ma Pigliaru non risponde: “Mi chiedete se faremo il tagliando alla giunta? Preferisco parlare di cose concrete, di una legge urbanistica seria, di una legge sulla semplificazione, del riassetto sanitario, della peste suina drammatica che da 38 anni ci frena settore salumi… questo vuole sapere la gente”. 

L’immigrazione

“Abbiamo appena avuto un vivace dibattito in consiglio regionale, con una mozione del centrodestra che diceva che non va violata la quota del 2,96% e quindi andrebbero bloccati gli sbarchi. Ma bloccandoli, la quota scende subito. No, la soluzione è tenere la quota e distribuire gli immigrati sul territorio, lavorando con i comuni. Non stiamo dando precedenza ai migranti rispetto ai nostri giovani – ed è qui che più di uno spettatore replica e protesta rumorosamente in sala - stiamo facendo molte cose insieme, c’è un’emergenza migranti che va gestita. Perché siamo in un’emergenza umanitaria importantissima. L’impatto di queste nostre politiche sui giovani è minimo. Il problema della disoccupazione giovanile c’è in tutta Europa, ma è un problema di sistema estremamente importante, facciamo quel che possiamo ma per dirla tutta quel che possiamo fare è dare una buona istruzione ai nostri giovani e dare alternative alla fuga dei cervelli”.

L’edilizia scolastica

“Abbiamo detto in campagna elettorale che avremmo investito  moltissimo nell’edilizia scolastica e lo stiamo facendo. Ci sono 840 cantieri in Sardegna ed oltre 1000 posti di lavoro con 150 milioni stanziati. Nel frattempo sono partiti i  bandi per 10 scuole nuove, finanziati con 50 milioni e altri 110 milioni stanno arrivando. Poi abbiamo provveduto alla formazione dei docenti sulla digitalizzazione, a dare i tablet ai ragazzi che non possono comprarseli. In quest’ giorni 1000 persone in Fiera hanno fatto laboratori sulla didattica digitale, un’esperienza molto bella”.

L’edilizia popolare

“Abbiamo stanziato 40 milioni per 1000 alloggi, è solo l’inizio, ma abiamo anche fatta la riforma dell’agenzia Area, che rafforzerà e qualificherà la sua attività”. 

L’occupazione giovanile

“Non è certo minacciata dalla questione immigrati, che fanno lavori non ricercati dai nostri giovani che emigrano. Dobbiamo far crescere i lavori che hanno i migliori orizzonti. Oggi, ad esempio, chi sa di informatica ha altissime probabilità di trovare lavoro a Cagliari e in Sardegna. Non a caso stiamo confrontandoci con colossi come Huawei o Microsoft. E poi dobbiamo far crescere settori con opportunità fantastiche come l’agroalimentare, l’agricoltura di precisione”.

I casi Sulcis e Alcoa

“Nel Sulcis abbiamo lavorato molto e molto faremo. Abbiamo sbloccato moltissimi cantieri. Ma dobbiamo guardaree avanti, fare infrastrutture, bonifiche e porti, guardando anche all’agroindustria e al turismo. Poi abbiamo messo in sicurezza la Portovesme Srl. Stiamo lavorando per Euralluminia, abbiamo rinnovato il contratto servizio a una centrale Enel che avrebbe chiuso. L’Igea aveva bonifiche da fare e l’abbiamo messa in ordine. Anche sul caso Alcoa abbiamo lavorato moltissimo e abbiamo ridotto il prezzo dell’energia, due anni fa incredibile, a quota 25 euro, tra i più convenienti d’Europa, per invogliare chi voglia investire. Non abbiamo fatto chiacchiere ma creato condizioni molto migliori. Ora ci sono più probabilità che l’azienda riparta, e non a caso io incontro una volta ogni 10 giorni tutte le rappresentanze di base dei lavoratori Alcoa”. 

Silvia Morara
Francesco Pigliaru, governatore della Sardegna, a Panorama d'Italia

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Sergio Luciano