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Panorama D'Italia

Rossi: "La sinistra torni a fare il suo mestiere"

Governo, alleanze, M5S e la sua Toscana. Intervista al governatore a Firenze per Panorama d'Italia - FOTO E VIDEO

"C’è chi teorizza la decrescita felice, ma sarebbe felice per chi sta già bene, secondo me si tratta invece di fare uno sforzo, spendendo un po' di più nei lavori pubblici e nelle infrastrutture”: Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, non le manda a dire. Anzi: nell’intervista pubblica con il direttore di Panorama Raffaele Leone, affiancato da Ilaria Ulivelli de La Nazione, nel contesto di Panorama d’Italia, dice molte “cose di sinistra”, e soprattutto afferma che “la sinistra abbia davanti a sé grandi spazi di consenso se riprende a fare il suo mestiere, se riprende a litigare contro determinati interessi e a difendere chi sta peggio.

E subito Rossi fa alcuni esempi: "Il costo del lavoro in Italia è di 28 euro, in Francia di 34, in Germania di 40. Quindi che non si addebiti più al costo del lavoro la nostra scarsa competitività. Vogliamo essere un grande Paese competitivo? Bene, allora bisogna riprendere a fare investimenti pubblici, e tendenzialmente limitare lavoro a tempo determinato a certe tipologie d’attivitè e non estenderlo a tutte. Si diceva che il Jobs-Act avrebbe assorbito il lavoro precario, invece ha aumentato il precariato e le 43 forme di contratti precari preesistenti sono ancora tutte lì, in funzione. Bisogna correggere la legge Fornero, in Italia si spendono 3 miliardi all’anno per le pensioni d’oro e si va in pensione più tardi che in tutta Europa. Se fosse stata la destra a varare un simile quadro, noi chissà che cosa avremmo combinato!”.

Parliamo di infrastrutture: il nuovo aeroporto, la tranvia…ci sonoritardi e polemiche. Sono opere in corso, le polemiche sono di vecchissima data. Bisogna ragionare su come ridurre meglio il traffico che ammorba Firenze, stiamo realizzando la tranvia, 80 milioni di euro della Regione più altri 30 nella prima tratta, la seconda in costruzione per collegare l’aeroporto e il polo scientifico tecnologico, e io penso che si debbano trovare ulteriori soluzioni di trasporto pubblico… Altri Paesi europei hanno risolto il problema investendo di più nelle infrastrutture pubbliche di trasporto, il che tra l’altro crea lavoro e occupazione, mentre in Italia gli investimenti pubblici si sono ridotti a 30 miliardi all’anno.

Il suo solito carattere ruvido? Non so se ho un carattere ruvido: dipende dagli argolenti? Dipende dai temi, se ho dormito… Se mi si chiede dell’aeroporto può darsi mi venga fuori il carattere ruvido. Divento ruvido quando si tratta di difendere i miei convincimenti. L’aeoporto, dicevo: esiste già, soffre disagi indegni di una delle capitali mondiali. Non si tratta di farlo nuovo, riorientiamo la pista e ne permettiamo lo sviluppo. L’aeroporto è un tema che divide sempre, ci piace essere litigiosi, ma è fondamentale per sviluppo, è un’infrastruttura analoga a quelle ferroviaria. È necessario e naturalmente produce anche problemi che vanno affrontati, come ogni attività umana presenta da lati positivi e negativi. Io penso che vada modernizzato, e presto.

E la tranvia? È il Comune di Firenze l’ente attuatore, valuti il Comune cosa è opportuno fare. Sulla tranvia fiorentina abbiamo rischiato di perdere i fondi europei anticipati dalla Regione Toscana che io avevo trovato perché messi a disposizione da Martina. Sono dovuto andare cinque volte in Europa che non ci togliessero i finanziamenti. Garantii che la tranvia era strategica e che l’avremmo proseguita.

Adesso la vogliono bloccare per la palificazione della piazza della Stazione. Ho visto quest’altra polemica ma dico: abbiamo impegni e responsabilità, siamo osservati dall’Europa che ci ha dato tanti soldi. Ora sì, è partita questa polemica dei pali a piazza Santa Maria Novella. Ma io dico che dopo la fase delle discussioni una democrazia deve saper deliberare…

Torniamo alla politica nazionale. Cos’è successo alla sua sinistra? Che ormai raccoglie più voti nei quarti medio-alti che in quelli di periferia. Io penso invece che il nostro insediamento storico sia e debba restare quello nei quartieri popolari, nasciamo per questo, per favorire un progetto di emancipazione e di inclusione. Invece la sinistra ha fatto purtroppo politiche di rigore che hanno colpito i diritti, anche nei servizi, e ha portato ai risultati che abbiamo visto. Abbiamo trasferito 18 miliardi di sussidi sulle imprese più 6 di riduzione Irap e tolto l’Imu su tutte le prime case, a prescindere dal reddito. Nella Pubblica Amministrazione non si assume più, l’età degli assetti è in media 52 anni, i giovani devono e vogliono andare altrove. Siamo un Paese che dà il 9% di Borse studio, la Toscana da 13%, altri Stati europei al 40%. E quindi competiamo con Romania, senza offesa, per quanto riguarda il numero laureati, dopo che s’è detto che laurearsi non serve a nulla…

Tutto sbagliato? Penso che vada rivista tutta l’impostazione della sinistra di questi anni, e la sinistra deve ritornare a fare suo mestiere parlando dei problemi veri. In campagna elettorale invece si presentavano politici candidatia premier con gli esperti ci marketing gli dicono di non parlare dei problemi veri. Dopo di che i cittadini hanno liberamente scelto un progetto piuttosto che altro. Io ad esempio credo che c’è ancora, trascuratissimo, lo scandalo dell’evasione fiscale, vale almeno 100 miliardi. Possibile non si possa combatterla? Possibile che a Prato il distretto cinese non possa essere presidiato affinchpè non evadano più, secondo nostre sti,me, mezzo miliardia ll’annpo.

Le piacerebbe un’alleanza tra Cinquestelle e sinistra? Non saremmo credibili per questi Cinquestelle …

È credibile il reddito di cittadinanza? No, a partire dal nome. Se lo chiamiamo reddito minimo, parliamone.

Le colpe di Renzi? Se non fa il capo non fa nulla. Ha ernegia e tendenza e anche attitudine a fare il capo. Io non ce lo vedo a fare il semplice senatore e infatti mi sembra che si stia inserendo bene e al momento giusto per partecipare alla formazione nuovo governo. Tutti chiediamo al Pd: ma Renzi comanda ancora o non comanda più? Non ce lo dicono. Una delle ragioni per cui sono uscito dal Pd è che o si sta in un partito dove si discute o io non ci sto…

Non governerebbe con i Cinquestelle? Gli darei la sedia e andrei all’opposizione. È una forza che non si definisce né di centro né di destra nè di sinistra, ha al proprio interno delle pratiche di tipo autoritario, la piattaforma Rousseau è società nelle mani del figlio di Casaleggio, e i deputati devono versare alla società 300 euro al mese, e se si dimettono dal gruppo devono pagare 100 mila euro… No, grazie. Io continuo a dire cose di sinistra, sono inattuale ma sto volentieri controcorrente.

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Ada Masella
Firenze, 14 aprile 2018 - Il direttore di Panorama, Raffaele Leone

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Sergio Luciano