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Quanta tecnologia italiana nello spazio - FOTO e VIDEO

A spasso tra stelle e pianeti con Umberto Guidoni ospite di Focus per Panorama d'Italia che assicura: l'astronauta che andrà su Marte è già nato

Quale sarà il destino dell’umanità? Quanto ancora vivremo sulla terra? E quale sarà la nostra casa nel futuro? Con il magazine Focus a Bari si viaggia nello spazio. Ed è Umberto Guidoni, astronauta italiano, a portare il pubblico di Panorama d’Italia tra le stelle e i pianeti.

Panorama d'Italia a Bari vi porta nello spazio con Focus

Il sistema solare

Venere è il gemello della terra, ma ha avuto un effetto serra esagerato e la sua temperatura è troppo elevata per l'uomo. Mercurio, invece, ha una situazione migliore nonostante la sua vicinanza al sole: qui ci sono le condizioni per poter costruire una base spaziale. Giove non è un posto salubre, ci sono molte radiazioni, ma le sue lune sono più interessanti: una in particolare si chiama Europa e sotto la sua coltre ghiacciata ci sarebbe dell'acqua liquida, fondamentale per la vita.

Ma è Marte il pianeta più gettonato. Atterrarci è complicato molto più che sulla Luna perché non ha abbastanza atmosfera. Lo si è visto con la missione Schiaparelli, fallita nell'ottobre scorso: ?ma l'ammaraggio non riuscito - precisa Guidoni - ci ha insegnato comunque molte cose, ci ha permesso di correggere il sistema?.

Le missioni sul ?pianeta rosso?

L'astronauta che andrà su Marte, infatti, è già nato: è la convinzione di David Avino, managing director di Argotec. ?Oggi non abbiamo un veicolo in grado di farlo. La Nasa lo sta studiando. Alla fine del 2018, però, sarà lanciata una capsula che permetterà a un satellite italiano in costruzione nella nostra azienda di partecipare alla missione internazionale preparatoria alla spedizione umana. Pensate", aggiunge Avino, che ?solo per andare su Marte saranno necessari 6 mesi. Quindi la missione durerà almeno 24 mesi?.

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La tecnologia italiana e i satelliti intorno alla Terra

C'è tanta tecnologia italiana quindi tra le stelle. Un orgoglio per il nostro Paese come rivendica anche Giorgio Tumino, ingegnere dell'Esa: ?in Italia ci sono gioielli tecnologici dei quali il nostro paese deve andare fiero - afferma - e il sistema di trasporto spaziale Vega è uno di questi: ha un lanciatore, un razzo, che partendo da terra ha il compito di trasformare l'energia per consentire ai satelliti di raggiungere l'orbita intorno alla terra?.

Si tratta di satelliti commerciali, istituzionali, scientifici. ?Oggi il costo è 40 milioni di euro per mandare in orbita una tonnellata e mezzo. Stiamo studiando un sistema per consentire una maggiore capacità di peso con costi minori. L'idea è di permettere alle piccole università e ai piccoli centri di ricerca di venire a bordo del lanciatore per i loro studi?. Non solo. ?Stiamo studiando anche il sistema per riportare i satelliti a terra con una sorta di grande deltaplano?.

Il viaggio nello spazio

Il pubblico ascolta in assoluto silenzio e si incanta a guardare le immagini dei viaggi nello spazio. È Guidoni, con la sua passione e la sua straordinaria esperienza, a guidare gli spettatori dentro la stazione spaziale internazionale dove lui, nel 2001, ha vissuto per molti mesi. ?È un laboratorio, dove le cose galleggiano e c'è assenza di peso che condiziona la vita a bordo come mangiare, bere, lavarsi?.

Il nostro è un pianeta spettacolare visto dallo spazio. Il mediterraneo, la Groenlandia, le Hawaii, la Nuova Zelanda, e ancora le tempeste di sabbia, gli uragani: ?ma si vedono anche i danni provocati dall'uomo come la deforestazione e lo smog sulla pianura padana?.

Il mestiere dell'astronauta

?Chi sta a lungo in assenza di peso - spiega Guidoni - perde la capacità di mantenersi in piedi, i muscoli non sono in grado di sostenere il corpo, perciò è indispensabile una riabilitazione?. Il corpo umano, insomma, si deve adattare a una nuova dimensione. Ma non solo. In una ipotetica missione su Marte gli astronauti ?quando cominceranno ad allontanarsi dalla terra si sentiranno sempre più soli, soffriranno di questo isolamento - sottolinea Davino - Oggi non abbiamo studi che ci dicano cosa succederà all'organismo umano in 24 mesi di permanenza nello spazio".

Lo spazio sullo smartphone

A questo punto, il direttore di FocusJacopo Loredan introduce l'esperienza di virtual reality resa possibile dalla Cardboard e dalla app per smartphone realizzate ad hoc dal magazine per i partecipanti all'evento. Indossando la particolare mascherina, senza alzarsi dalla sedia, il pubblico ha potuto esplorare la Stazione Spaziale Internazionale che orbita a 400 km dalla superficie terrestre a 28.000 km/h e curiosarci dentro mettendo il naso nelle stanze private degli astronauti, nelle aree ricreative, nei vari moduli e poi fuori, tutt'intorno, per un'esplorazione spaziale molto particolare.

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Ada Masella
Lo Spazio Murat a Bari

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Chiara Raiola