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OnePlus svela 7T, telefono con lo schermo saetta e la fotocamera che si fa notare

Tre occhi sul retro racchiusi in uno spazio tondo, notch minimal sul davanti. Così il design sposa le prestazioni

Ogni giorno, l’equivalente di una partita di calcio, recupero escluso. Novanta minuti tondi. È il tempo medio trascorso dagli italiani con gli occhi incollati sullo schermo del loro smartphone. E oltre alle pupille, anche le dita si danno da fare: percorrono sul display in media 263 metri ogni 24 ore. Scalano, muovendo le mani, più o meno l’altezza di un grattacielo. Lo dice una ricerca condotta da OnePlus nel nostro Paese, che spiega e ben motiva uno dei punti di forza del nuovo telefono appena svelato, il 7T. La caratteristica principale? Ha uno schermo Amoled fluidissimo, a 90 Hz. Cosa significa? Che si aggiorna in maniera fulminea, è all’altezza di qualsiasi nostra frenesia, sia che si tratti di passare febbrilmente da una schermata all’altra o di scrollare foto su Instagram a mitraglia. Sia che lo si adoperi per giocare o vedere contenuti in streaming in altissima risoluzione. In ogni caso, è una pacchia. Si viaggia senza interruzioni.

Il video e l’audio

Il display oltre che nitido e performante, è una prateria con cornici ridottissime: parliamo di un 6,55 pollici (più grande del 7, che era di 6,41), con un notch a goccia poco o nulla intrusivo, ridotto di quasi il 32 per cento in confronto ancora con la generazione precedente. Ecco, lo schermo troneggia come assoluto protagonista, persino sul piano della luminosità che raggiunge i mille nit: altra traduzione per i meno tecnici, non s’imbarazza, non svanisce sotto la luce diretta del sole. E diventa un piacere per la nostra avida retina sia in condizioni di scarsa luminosità, per esempio a letto, sia se si usa la «reading mode», la modalità lettura, che ottimizza saturazione e contrasto per ingozzarsi di articoli e pagine di un libro senza affaticare la vista. E se è vero che pure l’orecchio reclama la sua parte, l’audio è firmato Dolby Atmos e gli speaker sono due per una stereofonia effettiva e non simulata.

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Una prova di maturità

OnePlus è ormai una realtà adulta, è presente in 38 Paesi del mondo con 1.700 dipendenti e quattro centri di ricerca e sviluppo, il più grande dei quali si trova in India ed è focalizzato su 5G e intelligenza artificiale. Dunque, policentrismo assoluto: quartier generale a Shenzhen, la Silicon Valley cinese; vari laboratori d’innovazione con radici in una delle economie più roboanti dell’Asia; successo internazionale: 2 per cento di market share a livello globale, all’altezza di competitor come Google; posizionamento internazionale tra i cinque brand premium nel primo trimestre del 2019 secondo una classifica stilata della società di ricerca Counterpoint. E a questo posizionamento premium aderisce in pieno questo 7T, piacevole da tenere in mano grazie al suo peso che non arriva a 200 grammi, si ferma a 190. Soprattutto, predica snellezza: ha uno spessore pari a 8,13 millimetri. Qualcosina in meno del 7. Scorrendo le altre specifiche, ecco la batteria da 3.800 mAh, che si ricarica in maniera rapidissima. Dallo zero assoluto centra il traguardo del 70 per cento in mezz’ora, mentre in un’ora raggiunge la sazietà completa. E gli appassionati di gaming possono tenerlo attaccato alla presa della corrente mentre sferrano attacchi decisivi, sbancano fortezze o sorpassano bolidi: una tecnologia di bordo non lo surriscalda, anzi lo mantiene fresco e lo ricarica a velocità costante. Così la batteria non si danneggia. Sarà disponibile in un unico taglio di spazio di archiviazione: 128 giga, con 8 di ram. Due invece le colorazioni tra cui scegliere: Frosted silver e Glacier blue. Ovvero due varianti chic dell’argento e del blu.

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L’effetto wow vive sul retro

Siamo arrivati fin qui e ancora non ne abbiamo parlato. Eppure, oltre ai prodigi dello schermo e al funzionamento fluido di tutto lo smartphone - sul quale sorveglia il processore Qualcomm Snapdragon 855+, saetta avveduta nella gestione dell’energia di bordo - l’attrattiva principale di questo modello è pure la tripla fotocamera sul retro inserita in uno spazio tondo (l’omaggio, evidente, è agli obiettivi delle macchine professionali) che lo rende immediatamente riconoscibile non solo rispetto agli altri modelli della casa, ma nell’intera galassia dei telefoni di nuova generazione. La lente principale è da 48 megapixel ed è firmata dalla Sony, c’è poi quella grandangolare da 16 megapixel, che fa entrare nell’inquadratura dettagli per un orizzonte di 117 gradi, infine ecco il teleobiettivo da 12 megapixel che sovrintende allo zoom ottico, da 2x. E se accanto al grandangolo amate stringere sui dettagli, con la modalità macro ci si può appiccicare a soggetti ravvicinati fino a 2,5 centimetri. La fotocamera vedrà e restituirà particolari con accuratezza. Se non è un microscopio, poco ci manca.

Dieta virtuosa

OnePlus promette risultati all’altezza anche di notte e una stabilizzazione evoluta quando si registrano i video: i contraccolpi a livello dell’immagine dei nostri tremolii, urti, salti e squilibri saranno corretti a livello software in maniera automatica. Impostabile invece con maggiore libertà diventa la Zen Mode, l’ottima idea di disabilitare notifiche e app per godersi un po’ di pausa. Una dieta forzata dal solito magnetismo irresistibile dello smarpthone: non sarà più solo da 20 minuti come nel OnePlus 7 Pro che ha inaugurato la funzione, ma si potrà personalizzare in un intervallo che parte da 20 minuti e arriva fino a un’ora. Magari, come risultato nel lungo periodo, si riuscirà ad abbassare quella media di 90 minuti trascorsi ogni giorno agganciati allo schermo. Anziché una partita di calcio intera, scendere a un tempo solo non sarebbe affatto male.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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