Olimpia Splendid cresce a colpi di brevetti
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Olimpia Splendid cresce a colpi di brevetti

L'azienda bresciana si è specializzata in condizionatori di design e soprattutto innovativi. L'export vale il 30% del fatturato

Triplo strato di filtri in grado di mantenere l’aria più pulita, rumore abbattuto del 10 per cento e pompe di calore che riescono a riscaldare utilizzando sino all’80 per cento di energia rinnovabile. Questa è soltanto una piccola parte degli effetti dei 30 brevetti depositati da Olimpia Splendid per tenere alto il nome e la tecnologia dei suoi condizionatori. E non solo. Perché Olimpia Splendid, i suoi impianti, li ha sempre voluti soprattutto belli e innovativi, puntando da sempre sul design di avanguardia.

In queste poche righe, c’è tutta la storia dell’azienda di Cellatica, in provincia di Brescia, che ha appena compiuto 60 anni applaudendo a quella che pare un’incoraggiante ripresa del mercato.
“Nel 2015 il nostro fatturato ha raggiunto i 47 milioni di euro, crescendo del 10% e realizzando anche un forte rafforzamento della redditività (l’Ebitda è pari al 7,5 per cento)” racconta Roberto Saccone (foto), presidente e proprietario dell’azienda insieme con la moglie. “Questo è il risultato sia di un profondo processo di ritrutturazione, affrontato durante gli anni più bui della crisi e che ci ha portato ad accorpare tutte le attività nella sede bresciana, e sia di un mercato un po’ meno ingessato anche grazie agli incentivi governativi per il miglioramento dell’efficienza energetica e interventi di ristrutturazione”.


La storia di Olimpia Splendid parte negli anni Cinquanta per iniziativa della famiglia Marchesi, cui i coniugi Saccone sono subentrati 30 anni più tardi. “Eravamo industriali nel settore degli elettrodomestici, ma già allora cominciavo a intuire quali sarebbero stati gli effetti della produzione low cost sul mercato. Così ho cercato delle alternative, con un obiettivo: rimanere un industriale in un settore dove fosse possibile sviluppare tecnologia e nuove competenze”.

E così sono arrivati ai condizionatori di Olimpia Splendid, con i quali Saccone ha subito puntato alto, enfatizzandone la qualità made in Italy e il design. “Ci siamo affidati a designer innovativi, tra cui anche la celebre copia King&Miranda. E non abbiamo più mollato il timone dello sviluppo tecnologico e della bellezza creativa e funzionale, per poi arrivare alla qualità green”, la ciliegina sulla torta di una ricerca è sempre rimasta costante nel tempo.

In questo modo Olimpia Splendid ha conquistato interessanti quote sul mercato estero, che oggi vale il 40 per cento del fatturato, garantendosi così gli strumenti per resistere negli anni difficili. Crisi o non crisi, il condizionatore della linea “Unico” ad esempio, è ormai un must di ogni collezione. Si tratta infatti di una linea di condizionatori fissi ma senza unità esterna che da 15 anni rappresenta uno dei punti di vista più innovativi nel settore della climatizzazione. “Unico è stato ulteriormente innovato con l’inserimento di un’App per la programmazione a distanza” continua il presidente. “Ma il nostro lavoro non si esaurisce qui: abbiamo sistemi di gestione domotica, umidificatori e deumidificatori e terminali di impianto dalle caratteristiche innovative, per un totale di una trentina di brevetti esclusivi”.

Olimpia Splendid guarda al futuro con ottimismo. Le previsioni per il 2016 prevedono ancora una crescita dei ricavi del 15-20 per cento, di cui un quarto attesi dall’aumento dell’export che dovrebbe aumentare ancora di un buon 25 per cento. “La geografia è cambiata e si stanno aprendo al commercio Paesi molto interessanti per il nostro business” conclude Saccone. “Ci aspettiamo molto dal Medio Oriente, dal Libano e dal Nord Africa in particolare. Abbiamo un business eccellente il Brasile ed anche se ora il mercato sta un po’ calando ci aspettiamo una ripresa in tempi ragionevolmente rapidi”. L’ufficio estero dell'azienda, appena potenziato, è già pronto.

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Antonella Bersani

Amo la buona cucina, l’amore, il mirto, la danza, Milan Kundera, Pirandello e Calvino. Attendo un nuovo rinascimento italiano e intanto leggo, viaggio e scrivo: per Panorama, per Style e la Gazzetta dello Sport. Qui ho curato una rubrica dedicata al risparmio. E se si può scrivere sulla "rosea" senza sapere nulla di calcio a zona, tennis o Formula 1, allora – mi dico – tutto si può fare. Non è un caso allora se la mia rubrica su Panorama.it si ispira proprio al "voler fare", convinta che l’agire debba sempre venire prima del dire. Siamo in tanti in Italia a pensarla così: uomini, imprenditori, artisti e lavoratori. Al suo interno parlo di economia e imprese. Di storie pronte a ricordarci che, tra una pizza e un mandolino, un poeta un santo e un navigatore e i soliti luoghi comuni, restiamo comunque il secondo Paese manifatturiero d’Europa (Sì, ovvio, dietro alla Germania). Foto di Paolo Liaci

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