Violenza donne
ANSA /Alessandro Di Marco
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Violenza sulle donne, come vengono impiegati i (pochi) fondi

Le richieste di intervento ai centri di aiuto sono in crescita, ma solo sette regioni fanno sapere come spendono le risorse

In questo  nuovo 25 novembre, giornata mondiale per la lotta alla violenza sulle donne, si procede alla triste conta delle vittime. Numero sempre complicato da definire perché è difficile stabilire con certezza quante siano le donne che nell’ultimo anno hanno perso la vita a causa di un uomo, il più delle volte un marito o un compagno di vita. Sappiamo con certezza invece, grazie al certosino lavoro dei centri antiviolenza sparsi sul territorio e che si riuniscono nella rete D. i.R.e., che le donne che si sono affacciate per la prima volta a un centro sono state, nel 2014, 16.678.

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 Gli interventi dei centri antiviolenza

Nel 2013 erano state 14.161 e 10.230 nel 2012 ma va detto che col passare degli anni sono sempre più numerosi i centri che partecipano alla rilevazione. Queste strutture come si sostentano, che tipo di appoggio ricevono dal Governo? I Centri antiviolenza gestiti da associazioni di donne vivono di molto volontariato e risorse economiche scarse, a volte pubbliche, a volte in prevalenza private.

I fondi stanziati

Dopo il varo del decreto sul femminicidio nel 2013, sono stati stanziati 16,5 milioni di euro a favore dei centri antiviolenza (per il biennio 2013-2014), incaricati di agire anche con progetti di prevenzione e contrasto al fenomeno. Il 20 novembre scorso Giovanna Martelli, Consigliera del Presidente del Consiglio dei Ministri in materia di Pari Opportunità, ha incontrato alcune associazioni al dipartimento da lei presieduto per fare il punto della situazione. Che è la seguente: solo sette amministrazioni locali fanno sapere in modo chiaro e trasparente come stanno utilizzando i fondi per contrastare la violenza sulle donne. Per tutti gli altri enti locali, i dati sono irreperibili o molto frammentari. Questa mappa parecchio imperfetta è stata elaborata da DonneCheContano, piattaforma open data ideata da ActionAid. “Abbiamo cercato informazioni regione per regione e stilato una lista dettagliata dei centri sovvenzionati con un lavoro capillare. Poi abbiamo assegnato un indice di trasparenza alle regioni che hanno fornito le indicazioni più chiare” spiega Rossana Scaricabarozzi di ActionAid.

Le regioni virtuose 
Le regioni più virtuose, in questo senso, sono Veneto, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia. Oltre che per queste regioni, le liste sono disponibili per le due ex province di Firenze e Pistoia. Ci si arriva “per deduzione” nei casi di Abruzzo, Valle d’Aosta e Basilicata ma è nebbia fitta su tutte le altre.

Ad oggi le varie regioni sono distanti anche nelle strategie adottate. L’analisi di DonneCheContano mostra ad esempio che il finanziamento medio per centri antiviolenza e case rifugio va dai circa 60mila euro in Piemonte ai 30mila in Veneto e Sardegna per scendere a 12mila euro in Puglia e nelle ex province di Firenze e Pistoia, fino ai 6mila euro di Abruzzo e Val d’Aosta.

Numeri in crescita

Eppure l’ultimo dato raccolto da ActionAid racconta che il numero di donne che decidono di denunciare una violenza a uno di questi centri è in costante crescita. Un atto di coraggio, per decenni impensabile per tantissime donne, che probabilmente meriterebbe più rispetto e considerazione.

 

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Elisabetta Sala