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«Vettel? Fuoriclasse un po' sfigato. E ora attenzione al fantasma Alonso»

Il parere di Leo Turrini sull'addio del tedesco alla Ferrari. Il voto in pagella (7+) e l'idea del ritiro per non rovinare la propria immagine - VETTEL IN FERRARI, LE FOTO PIU' BELLE

Non un fulmine a cielo sereno, anche se la tempistica colpisce. Il divorzio tra Sebastian Vettel e la Ferrari, annunciato come tradizione con largo anticipo rispetto alla conclusione della stagione, seppure l'emergenza pandemia abbia fin qui impedito di accendere i motori alla Formula Uno, apre diversi scenari nel mercato piloti. Ma, soprattutto, avvia il dibattito su cosa abbia significato in questi anni Vettel per il Cavallino e su quale futuro lo attenda. Perché per il paddock gira un fantasma, quello di Fernando Alonso e del suo triste declinare dopo l'uscita dalla porta principale di Maranello. Un monito per tutti, anche per il quattro volte campione del mondo Vettel che ora dovrà dare un senso all'ultima parte della sua storia motoristica. Leo Turrini, giornalista e profondo conoscitore della Ferrari e della Formula Uno, è convinto che questa sia una delle chiavi di lettura per cercare di decodificare le mosse del tedesco.

«Va fatta questa considerazione e cioè che in Ferrari negli ultimi dieci anni sono stati bruciati due campioni del mondo come Alonso e Vettel e solo Raikkonen ce l'ha fatta...».

Quindi l'idea che Vettel possa ritirarsi al termine della stagione esiste?

«Vettel è una persona molto riflessiva e sensibile umanamente. Si tiene aperta anche questa opzione perché la lezione di Alonso è stata devastante; è andato in McLaren e ha fatto quattro anni pessimi, arrivando sempre doppiato ed è stata un'umiliazione per il valore di Fernando. Credo che Seb ci pensi davanti alle offerte. Ha una proposta dalla Renault ma con quella macchina Ricciardo l'anno scorso è arrivato quinto una volta pur essendo un gran pilota»

Sorpreso dall'addio alla Ferrari?

«No, solo un poco dalla tempistica anche se avevo raccontato che la Ferrari voleva una risposta in tempi rapidi alla sua proposta di prolungare per un anno il contratto. L'accordo era decidere dopo i primi 5-6 gran premi della stagione che sono saltati per quello che è successo. La Ferrari aveva la necessità di pianificare il 2021 e Vettel voleva un impegno pluriennale»

E' stato Vettel a mollare la Ferrari o la Ferrari a mollare Vettel?

«La Ferrari gli ha proposto il congelamento per un anno, restando anche nel 2021 quando le regole tecniche non cambieranno. Vettel voleva un impegno almeno biennale anche perché Leclerc ha rinnovato fino al 2024. Rischiava di essere una mozzarella in scadenza mentre l'altro era la chiesa al centro del villaggio»

Non ha accettato di fare il secondo a Leclerc?

«Non glielo hanno neanche chiesto perché in Ferrari hanno mille difetti ma non sono stupidi. Non si può andare da un quattro volte campione del mondo e chiedergli di mettersi al servizio di uno che ha vinto solo due gran premi. Gli hanno detto che non sarebbe più stato il numero uno, questo sì, ma immaginare che Binotto potesse chiedergli di fare il portaborse...»

La pagella di Vettel ferrarista?

«Il mio voto è sette più, come Cochi e Renato. Calcola che è il terzo nella storia della Ferrari come vittorie alle spalle di Schumacher e Lauda ma gli è mancato il titolo mondiale»

Non è poco

«E' stato straordinario all'inizio in una fase in cui la Ferrari doveva ricostruire. Ha sprecato la grande occasione nel 2018 quando la macchina, almeno fino a Monza, era competitiva tanto quanto la Mercedes e ha fatto degli errori che sono imputabili a lui. Però in quel periodo la scomparsa di Marchionne ha generato una confusione in Ferrari che non era ideale per un pilota in lotta per il campionato e va detto che ha avuto la sfortuna di confrontarsi con la scuderia più grande della storia della Formula Uno, almeno guardando i numeri»

Fuoriclasse un po' sfigato

«Quello che ha fatto Mercedes nell'era ibrida non l'ha mai fatto nessuno. Non voglio dirti che si è trovato a lottare a mani nude contro un gigante perché sarebbe ingeneroso, però un duo come Mercedes ed Hamilton non si è mai visto».

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Giovanni Capuano