Valerio Onida, menzogne e verità
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Valerio Onida, menzogne e verità

I saggi? Inutili. Berlusconi? Da pensionare. Ora sappiamo i veri pensieri dell'ex Presidente della Corte Costituzionale (che qualcuno voleva al Quirinale per la sua "imparzialità") - ascolta lo scherzo telefonico -

Viva “La Zanzara”, che ha avuto il gusto goliardico di stracciare il velo su questi soloni della Repubblica che poi sono (non tutti, per fortuna) gente come noi: schierata, partigiana, faziosa, ingenua se non irresponsabile (ma non riguardo ai propri interessi), e troppo loquace. È successo che Valerio Onida, uno dei dieci saggi scelti da Napolitano, ha ricevuto una telefonata di Margherita Hack, l’astrofisica, e la telefonata è stata trasmessa alla radio perché era una burla, un tranello, all’altro capo della cornetta c’erano solo un imitatore e un microfono aperto.

Onida ci è cascato. Si è lanciato in commenti su Berlusconi (“Si goda la vecchiaia e lasci in pace gli italiani”) e questo sarebbe il meno: in privato siamo tutti liberi di esprimere le nostre idiosincrasie (ma intanto è chiaro che Onida, presidente emerito e ex presidente della Corte Costituzionale, nutre una palese insofferenza che immaginiamo di lunga data verso Silvio Berlusconi). E dire che pur essendo visceralmente anti-berlusconiano, è stato indicato da qualcuno come possibile capo dello Stato super partes, dopo Napolitano.

Il peggio è che ha ammesso l’inutilità e la strumentalità del lavoro dei saggi. Lui e gli altri “magnifici dieci” sarebbero soltanto la “copertura dello stallo”. Servono a prendere tempo, a allungare la pappa fino all’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Lasciando gli italiani senza governo. In qualche modo, insinuando in noi la sensazione che Napolitano, se dobbiamo credere a Onida, avrebbe fatto meglio a dimettersi per accelerare la formazione dell’esecutivo (o il voto).

E ci sono altri elementi imbarazzanti. Nel tentativo di ridimensionare la gaffe, Onida ha ricordato che la Costituzione tutela “la libertà e segretezza delle comunicazioni”. Finalmente un ex presidente della Consulta scopre un’ovvietà che però non è stata mai fatta valere nei confronti di Berlusconi e delle sue conversazioni private (quelle senza rilievo penale) spiattellate su tutti i giornali. Ha aggiunto, Onida, di essere stato ingenuo. Ma per un uomo delle istituzioni è un’attenuante? Si rende conto, il nostro “saggio”, che la riservatezza si viola anche nelle comunicazioni private, non solo distribuendo intercettazioni riservate ai giornalisti? La presunta mancanza di utilità o il disvalore dei comitati di esperti voluti da Napolitano non vanno rivelati neppure alla Hack, che tanto amica di Onida non dev’essere se lui non ha neppure riconosciuto lo scherzo.

E poi quelle scuse anch’esse stizzose... Onida si scusa d’aver detto che è coetaneo del Cavaliere. Così l’offesa diventa doppia, perché il contenuto sprezzante delle sue parole non è quello, è un altro: l’essersi augurato che Berlusconi “lasci in pace gli italiani”. Detto da un uomo che rappresenta solo sé stesso, a un altro che rappresenta oltre 9 milioni di cittadini.

Ah, dimenticavo. Onida ovviamente rimane al suo posto, non si dimette. Lui è saggio. Inutile per inutile, resti pure. Almeno però lo sappiamo, ora, che son tutte balle.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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