Tutela dell'ambiente: 11 operazioni del Corpo Forestale nel 2015
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Tutela dell'ambiente: 11 operazioni del Corpo Forestale nel 2015

Dallo smaltimento illecito dei rifiuti all'antibracconaggio, dai pulcini schiacciati agli scimpanzé terrorizzati. Le attività più importanti dell'anno appena trascorso

"L'agricoltura è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli". Sono le parole del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo che commentando i lavori della Conferenza francese sul clima, spiega come il caldo in Italia abbia cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti che tendono ad espandersi verso l'alto con la presenza della vite a quasi 1200 metri di altezza come nel comune di Morgex e di La Salle, in provincia di Aosta.

Ma mentre a Parigi si discute come ridurre le emissioni di Co2, in Italia si inizia a fare un bilancio di quelle che sono state le operazioni più importanti del Corpo Forestale dello Stato a tutela dell'ambiente e dei prodotti che derivano dalla coltivazione dei terreni e delle piante.

Smaltimento illegale di rifiuti: operazione "Terre d'oro"

ANSA/MILO SCIAKYAnsa

Diciotto denunce, cinque misure cautelari, il sequestro per equivalente di 3 milioni di euro. È il risultato dell'operazione "Terre d'oro" svolta nell'area metropolitana di Pescara e Chieti. La forestale ha sequestrato tredici autocarri e sette siti per oltre 400.000 metri cubi di rifiuti speciali. Inoltre è stato scoperto il tombamento di una cassa di espansione del fiume Pescara.

L'operazione "Terre d'oro" ha bloccato un imponente smaltimento illecito di rifiuti speciali ovvero terre e rocce da scavo. Gli indagati volevano limitare i costi di trasporto e, contestualmente, evitare i costi di smaltimento o quelli relativi a campionamento e analisi degli oltre 400mila metri cubi di materiale di scavo.

Proprio questa scoperta ha permesso di capire come funzionava realmente l'iter dei rifiuti, il cui smaltimento illegale ha dato luogo a diverse discariche, ubicate su terreni sottoposti a vincoli idrogeologici e paesaggistici, e caratterizzati anche da elevata pericolosità idrogeologica ed idraulica.

Come nel caso di una cassa di espansione del fiume Pescara 'utilizzata come discarica' per una superficie complessiva di circa 8 ettari. Dai rilievi del Genio Civile sono stati stimati riporti fino a 3-4 metri di altezza sulla riva destra del fiume Pescara che ha alterato in modo significativo l'equilibrio idraulico del corso d'acqua.

La selvaggina vietata

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Selvaggina congelata importata illegalmente dalla Scozia e pronta per essere distribuita a ristoranti di tutta Italia
Una ditta di Occhiobello è stata denunciata e i suoi prodotti sono stati sequestrati.

1.157 capi di beccaccia (Scolopax rusticola), 200 capi di moretta (Aythya fuligula), 37 capi di fischione (Anas penelope), 6 capi di alzavola (Anas crecca) e altri 120 capi.
Presso un deposito aziendale di una ditta del comune di Occhiobell che opera nel settore alimentare, la Forestale ritrova numerosi esemplari di selvaggina vietata destinata ad essere distribuita a ristoranti di tutta Italia.

In seguito ad una recente modifica della legge sulla caccia, il divieto di vendere, detenere per vendere, trasportare per vendere, acquistare uccelli vivi o morti o loro parti è stato esteso anche alla fauna importata dall'estero appartenente a tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo.

Operazione "Free Robin" contro il bracconaggio

119 le persone denunciate. Sequestrati richiami, reti, fucili, trappole e oltre 200 esemplari appartenenti a specie protette.

Val Trompia, Val Sabbia, Val Camonica sono state al centro dell'Operazione Pettirosso,ovvero, 'Free Robin'.

Per oltre due mesi il Corpo forestale dello Stato ha condotto tra le valli del Bresciano un'intensa attività antibracconaggio a tutela dell'avifauna. Sono state complessivamente 119 le persone denunciate: tra le ipotesi di reato segnalate alla competente autorità giudiziaria il furto aggravato in danno dello Stato, cosiddetto "venatorio", la caccia di specie protette attraverso l'utilizzo di mezzi non consentiti e la violazione della normativa sulle armi, tra cui l'omessa custodia ed il porto abusivo di armi. Inoltre sono stati sequestrati 1.049 esemplari di uccelli.

Tra gli esemplari vittime dei cacciatori un lungo elenco di specie: pettirossi, capinere, lucherini, frosoni, cince e altri ancora. Sotto stati posti sotto sequestro anche 57 fucili, 16 richiami acustici a funzionamento elettromagnetico, 134 reti, 497 trappole tipo "sepp" (tagliole in ferro con scatto a molla) e 310 archetti (micidiali trappole realizzate con ramoscelli curvati a ferro di cavallo che scattano al posarvisi dei volatili).

Traffico di rifiuti ferrosi con l'operazione "IRON 3"

86 soggetti di varia nazionalità, per la gran parte di origine extracomunitaria : marocchini ( 65 ) ma anche italiani ( 18 ) ed alcuni cittadini dell'est europeo, erano coinvolti a vario titolo in un traffico illecito di rifiuti ferrosi nel perugino.

L'attività investigativa, svolta dal personale dei Comandi Stazione forestale di Gualdo Tadino e di Scheggia, ha scoperto come sul territorio umbro si fosse sviluppata un'attività parallela di gestione dei rifiuti ferrosi organizzata da soggetti perlopiù extracomunitari collegati tra loro, con la complicità e connivenza di italiani, ai quali venivano conferiti i rifiuti provenienti dalla attività illecita di raccolta e trasporto.

Molti dei soggetti deferiti possedevano solamente la semplice iscrizione alla Camera di Commercio di Perugia per attività di commercio ambulante. I rifiuti venivano portati ad una ditta di demolizioni ma non erano mai accompagnati dal formulario previsto per legge che identifica il rifiuto in tutti i suoi aspetti (provenienza, qualità, peso, ecc.).

Da una stima effettuata il quantitativo di rifiuti ferrosi movimentati negli anni oggetto di verifica (dal 2008 al 2012) è pari ad oltre 5.000 tonnellate per un ammontare in denaro pari ad oltre un milioneseicentomila euro.
L'operazione Iron 3 segue di alcuni anni quelle denominate "IRON 1" e "IRON 2" che portò all'emissione di 287 avvisi di garanzia dalla DDA di Ancona.

Quel vino che non era Doc

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Generico vino da tavola proveniente da Sardegna e Puglia era messo in commercio con etichette ingannevoli attestanti la produzione da uve pregiate. La forestale sequestra 19.680 bottiglie e denuncia il legale rappresentante dell'azienda.

È la punta dell'iceberg di una serie di illeciti a carico di una nota ditta del veronese che sono emersi dall'attività congiunta del Corpo forestale dello Stato di Verona e dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) Nord-Est di Susegana (TV) condotta dopo una segnalazione all' ICQRF.

La ditta del veronese avrebbe venduto ad una catena di supermercati danese vino generico da tavola spacciandolo per vino realizzato con uve locali di pregio: Corvina, Rondinella, Cabernet Sauvignon e Croatina. Mentre il Cabernet-Sauvignon è un vitigno internazionale di cui è largamente diffusa la coltivazione, la Corvina la Croatina e la Rondinella sono vitigni autoctoni della provincia di Verona, dai quali vengono ricavati pregiati vini della Valpolicella.

Personale dei Comandi Stazione Forestali di Tregnago (VR) e Verona hanno scoperto che invece il vino era stato acquistato da cantine di Oristano e di Brindisi.

Dal vino all'olio

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Grazie alla tecnica del riconoscimento del DNA delle cultivar di olivo, è stata scoperta una maxitruffa di una decina di aziende pugliesi coinvolte in un giro di affari illecito stimato in decine di milioni di euro
Sei persone indagate per i reati di frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, in concorso tra loro.

L’indagine trae origine dalla scarsa raccolta della campagna olivicola 2014-2015, definita annus horribilis per il settore oleario. Secondo i dati Ismea, infatti, la produzione di olio da olive si doveva attestare intorno alle 235mila tonnellate.
La maxifrode ha interessato un quantitativo di circa settemila tonnellate di olio.

I risultati delle analisi incrociati con quelli sulla tracciabilità ricavati dai registri informatici hanno permesso di accertare che migliaia di tonnellate di olio ottenuto mediante la miscelazione di oli presumibilmente extravergini provenienti anche da Paesi extra Unione Europea come Siria, Turchia, Marocco e Tunisia venivano venduti sul mercato nazionale e internazionale (statunitense e giapponese) con la dicitura facoltativa 100% italiano, configurando così una frode in danno al Made in Italy.

Operazione Arca di Noè

Sei leopardi tra cui una giovane pantera nera, un maschio adulto di tigre e alcune scimmiette, tutti detenuti in condizioni non idonee ad assicurare la sicurezza pubblica presso uno zoo abusivo sardo, sono stati sedati, ingabbiati uno ad uno e trasportati con uno speciale "RescueAnimal Truck" dal Corpo forestale dello Stato, nel corso di una delicata operazione che ha visto l'imbarco di tutto il convoglio su un traghetto di linea alla volta di Piombino.

L'attività coordinata dalla Procura della Repubblica di Cagliari è stata condotta dal Servizio CITES Centrale del Corpo forestale dello Stato, un nucleo specializzato nella corretta applicazione della normativa sul commercio e la detenzione di specie esotiche e pericolose.

Il sequestro e il trasporto eccezionale sono solo la fase conclusiva di un'operazione iniziata alcuni mesi prima dopo un controllo effettuato da parte del personale della Forestale presso uno zoo abusivo sardo.

Gli esemplari sono stati sistemati in uno zoo vicino Padova, in uno zoo romagnolo e in un centro di recupero di Roma sull'Appia Antica.
L'operazione si inserisce nella complessa azione di vigilanza e controllo sugli zoo italiani che vede da tempo impegnata la Forestale e che, in applicazione di una direttiva europea mira ad elevare lo standard qualitativo dei giardini zoologici ed acquari italiani.

Operazione internazionale Cobra 3

Il Corpo forestale dello Stato ha partecipato all'operazione internazionale COBRA III  con oltre 50 uffici dislocati sul territorio ed in dogana sequestrando in Italia, decine di pezzi 'vietati'.

Trovati e sequestrati: 5 corni di rinoceronte, 60 pezzi di avorio tra oggetti lavorati e zanne grezze, una pelle di ghepardo, 30 pezzi di corallo, oltre 120 confezioni di medicina alternativa orientale con parti di orchidea e saussurea, inoltre farfalle, cavallucci marini e oltre 50 pelli di coccodrillo del Nilo.

Inoltre il Corpo forestale dello Stato ha sequestrato 324 animali vivi tra cui tartarughe di terra, lupi selvatici di origine nordeuropea, ibridi di lupo e cane, un'aquila del Bonelli, due caimani dagli occhiali e un serval africano.
L'operazione COBRA III, condotta in due fasi tra la metà di marzo e la fine di maggio 2015, ha visto coinvolti 62 Paesi del mondo tra Europa (25), Africa, Asia e America. Decine di persone arrestate con indagini che proseguono ancora in molti Paesi.

Operazione Teti e il monitoraggio dei fiumi

Il monitoraggio dei fiumi, eseguito grazie all'utilizzo di termocamere a lungo raggio con ottica a infrarossi, ha permesso alla Forestale di Ancona di individuare diverse situazioni di illegalità e criticità idrogeologica
Quattro persone denunciate nell'ambito dell' Operazione "TETI" per i reati di deturpamento di bellezze naturali, immissione di rifiuti in acque superficiali e danneggiamento acque pubbliche. Oltre alla contestazione di 5 illeciti amministrativi per un totale di 20.000 euro.

Le termocamere wescam installate sugli elicotteri A109N corredate da ottica infrarossa a lungo raggio, con un semplice e speditivo passaggio lungo il corso d'acqua, hanno permesso di realizzare graficamente mappe di temperatura delle acque dei fiumi, consentendo di individuare e monitorare scarichi di acque reflue di temperatura diversa rispetto a quella delle acque di scorrimento.

Grazie all'uso di questa tecnologia nelle circa 23 ore di volo effettuate sono stati percorsi i tratti più critici dei fiumi Esino, Foglia, Metauro, Potenza e Tronto e rilevati oltre 86 scarichi segnalati come critici dal telerilevamento.  Successivi accertamenti eseguiti da squadre di controllo da terra che hanno eseguito i prelievi ed analizzato le acque reflue hanno permesso di accertare la presenza di scarichi, manufatti abusivi, rifiuti abbandonati, prelievi illeciti di acque e di materiali inerti, fenomeni di erosione e instabilità spondale e opere idrauliche in cattivo stato di manutenzione.

Pulcini schiacciati con i piedi

Schiacciati con i piedi. La forestale denuncia cinque persone tra cui il veterinario. È successo a Brescia.
Coinvolte cinque persone, tra cui il veterinario aziendale e i titolari di un incubatoio dove le uova vengono fatte schiudere per poi rivendere i pulcini agli allevamenti avicoli.
L'accusa è di maltrattamento e uccisione di animali senza giustificato motivo in quanto i pulcini, sebbene in perfette condizioni di salute, venivano ritenuti non idonei per la commercializzazione al fine della produzione di carne, perché inferiori alle dimensioni richieste o deplumati.

Anziché smaltirli secondo le normative europee tramite gassificazione o triturazione con sistemi che prevedono la morte istantanea degli animali, venivano gettati in cassoni di rifiuti generici e pestati dal personale dell'azienda. Sono stati rinvenuti all'interno dei contenitori una settantina di pulcini ancora vivi che sono stati sottoposti a sequestro e affidati alla LAV di Verona.

Inoltre sono state riscontrate irregolarità di tipo amministrativo nei registri, in quanto, per occultare l'abbattimento irregolare, i pulcini uccisi venivano dichiarati come scarti di incubatoio (gusci) e quindi smaltiti come tali, non attribuendogli il codice di rifiuto corretto cioè sottoprodotto di origine animale (carcassa).

Terrorizzava gli scimpanzè

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Denunciata l'addestratrice tedesca perchè terrorizzava con acqua a pressione, frusta e pistola a salve gli scimpanzè. E' accaduto quest'anno a Ravenna.
La Forestale è intervenuta per salvare quattro femmine di scimpanzè (Pan troglodytes), tra cui una cucciola di tre anni, che venivano maltrattate dalla addestratrice, una cittadina tedesca che li utilizzava per spettacoli di intrattenimento all'interno di una struttura che la ospitava insieme agli animali.

La donna, che aveva cresciuto un gruppo di sette animali in una abitazione vicino Berlino, li aveva abituati ad obbedire ai suoi ordini con mezzi violenti e costrittivi come spruzzare acqua a pressione in testa, usare fruste o addirittura una pistola a salve per impaurirli.

L'uso della pistola è stato l'elemento più grave rilevato dalla sezione investigativa CITES centrale intervenuta. Dalle testimonianze acquisite si è appreso che questa veniva usata per terrorizzare gli animali anche sparando a contatto con il corpo causando, oltre che stress continui da rumore, dolorose ferite cutanee, come riscontrato dai veterinari.
Dopo l'intervento della Forestale, la famiglia di primati è stata portata nel Parco Zoo romagnolo.

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Nadia Francalacci