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Tragedia a Trento: "Il disagio psicologico si vede"

Perché i familiari non se ne accorgono in tempo: l'intervista allo psicoterapeuta Silvio Ciappi a proposito del padre che ha ucciso i due figli e si è tolto la vita

I tratti del disagio, di una sofferenza interna e profonda che portano ad un massacro come quello di Trento, si vedono. Sempre. "Possono non essere clinicamente manifesti, ma vengono comunque esteriorizzati".
Silvio Ciappi, psicoterapeuta e criminologo li definisce "messaggi sotto-soglia" paragonabili a "immagini subliminali" che ci sono sempre e che talvolta non vengono percepiti da amici, parenti e familiari più stretti.

La 'cecità' dei familiari 
"Spesso sono proprio i familiari, quelli che dovrebbero accorgersene per primi e in realtà, per un rapporto 'perverso' che si forma proprio all’interno della coppia, tra marito e moglie, questi disagi interiori vengono miscelati con altri sentimenti e preoccupazioni e 'annullati'- prosegue Ciappi – ecco perché spesso la moglie o il marito vengono sorpresi da questi gesti estremi”.

Il delitto-suicidio
Gabriele Sorrentino, 45 anni, era un operatore finanziario con un passato da carabiniere, prima nel Comando di Riva del Garda poi come aspirante elicotterista a Bolzano. Ieri mattina, il dramma consumato in pochi minuti: Gabriele uccide due dei suoi tre bambini, quelli di due anni e mezzo e quattro, a martellate, prima di accompagnarli a scuola. Poi la fuga in auto, per uccidersi con un salto nel vuoto da una parete di montagna. 

A scoprire i cadaveri dei due bambini, la madre al rientro a casa. La prima dei tre figli della coppia, una ragazzina di 13 anni, al momento della tragedia era in gita scolastica. In quelle ore, Sorrentino e la moglie, avrebbero dovuto firmare il rogito per l'acquisto della casa.

Una profonda fragilità interiore
"In un delitto- suicidio di questo tipo non credo che sia determinante il fattore economico - precisa Ciappi- un gesto così mostra una profonda fragilità dell’omicida che in una interpretazione criminologica sceglie di eliminare i soggetti più inermi, quelli con i quali non deve avere un confronto fisico. Insomma, fragili, come lui. Un bambino di 2 o di 4 anni, purtroppo lo si sopprime abbastanza facilmente, cosa che ovviamente non accade né con la moglie e neppure con una adolescente”.

Una falsa 'normalità'
Eppure, un vicino di casa descrive Gabriele Sorrentino come una persona equilibrata e normale.

“I disagi 'sotto-soglia' non vengono individuati se non vi è un’attenzione massima sul soggetto che dunque continua ad apparire come 'equilibrato', 'normale'- conclude Ciappi- eppure il suo dramma lo logorava giornalmente, lentamente probabilmente accrescendo un senso di frustrazione che può aver firmato questo omicidio suicidio”.

L'interpretazione simbolica del delitto
Ciappi, infatti, parla anche di una possibile lettura simbolica di questo gesto: “L’uomo, forse potrebbe essersi sentito inadeguato come “maschio”, probabilmente per i problemi economici, e ha deciso di “eliminare” le proiezioni di sé uccidendo solamente i figli del suo stesso sesso. Quasi come per dire, gli uomini sono incapaci, sono inadeguati”. Lasciando vive, sia la moglie che la prima figlia, quest’ultima fuori casa per le normali attività scolastiche.

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Nadia Francalacci