"Sunday, Bloody Sunday". Derry, 30 gennaio 1972
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"Sunday, Bloody Sunday". Derry, 30 gennaio 1972

All'apice delle tensioni in Irlanda del Nord, l'esercito britannico sparò durante un corteo lasciando 14 morti sul terreno. Riconosciuti innocenti nel 2010

Il 30 gennaio 1972 a Derry, nella Contea di (London)Derry in Irlanda del Nord fu organizzato un corteo per i diritti civili dei cattolici. La manifestazione finì nel sangue, con la morte di 14 civili uccisi dal fuoco dei soldati dell'esercito britannico. Oggi uno dei paracadutisti che sparà allora è stato arrestato.

Le truppe inglesi erano di stanza in Irlanda del Nord già dall'estate del 1969, inizialmente preferite dai nazionalisti cattolici alle forze di sicurezza locali, braccio armato degli Unionisti protestanti che formavano la maggioranza assoluta nel governo di Belfast. La zona nota come Bogside a Derry era stata dichiarata "libera" e rifiutava di riconoscere ogni autorità Nord-irlandese.

L'escalation delle tensioni era iniziato quattro anni prima, nel 1968, dopo mezzo secolo di dominio protestante degli Unionisti che avevano sostanzialmente mantenuto lo stato di discriminazione nei confronti della popolazione cattolica dell'Ulster. La tensione salì cos' tanto, che Londra intervenne direttamente bypassando Belfast e inviando i paracadutisti per il mantenimento dell'ordine. 

La mattina del 30 gennaio fu caratterizzata subito da provocazioni e brevi tafferugli tra i giovani dimostranti e i soldati del Royal Army. La situazione precipitò quando i militari eressero barricate per impedire al corteo di raggiungere il cuore di Derry. I paracadutisti cominciarono le cariche per procedere agli arresti. In pochi minuti dalle armi automatiche dei militari cominciarono a partire raffiche ad altezza uomo. Quando il fumo dei lacrimogeni e gli spari cessarono, sul selciato di Derry giacevano 13 morti ed altrettanti feriti. Uno dei quali morirà poco dopo. Tutte le vittime erano giovani e giovanissimi, tra i 17 e i 41 anni. 

Le autorità britanniche ed il governo di Londra, allora guidato dal premier conservatore Edward Heath, aprirono immediatamente un'inchiesta, che fece tuttavia intendere sin da subito che le responsabilità sarebbero ricadute sui manifestanti ed in particolare sull'ipotesi di infiltrazione di terroristi dell'IRA. I paracadutisti si sarebbero difesi rispondendo al fuoco, anche se le testimonianze degli abitanti e di alcuni giornalisti evidenziavano il contrario. Il giudizio ufficiale dichiarato da Lord Widgery, Capo della Corte d'Inghilterra e del Galles confermava la tesi della difesa da parte dei militari. Solo nel 1998 una commissione voluta dall'allora Primo Ministro Tony Blair fu in grado di ribaltare la sentenza dopo 12 anni di pressioni da parte dei cattolici nordirlandesi. Nel 2010 fu stabilita l'innocenza delle vittime della "Bloody Sunday", aprendo la questione della perseguibilità dei comandanti militari e dei risarcimenti alle famiglie delle vittime. Fino al primo arresto (ieri) di uno dei paracadutisti che spararono quasi 44 anni fa.

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La marcia della Civil Rights Association, la stessa che organizzò la manifestazione finita nel sangue, in piazza il giorno successivo al massacro.

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Edoardo Frittoli