La strage dei migranti somali nel Mar Mediterraneo
In circa 200 sono dispersi al largo delle coste egiziane nel tentativo di arrivare in Italia. Tra loro anche etiopi e eritrei. Pochi i superstiti
Si era parlato in un primo tempo di 400 persone. Sarebbero invece 200 i migranti annegati nel Mediterraneo nel naufragio riferito stamattina dalla Bbc. Lo riferisce il ministero dell'Informazione somalo. La notizia del naufragio non ha trovato al momento altre conferme ufficiali.
La gran parte dei migranti - a bordo di quattro barconi malconci - erano somali, ma ci sarebbero anche vittime etiopi ed eritree. Secondo la stampa somala, le squadre di soccorso sono riuscite a trarre in salvo solo 29 persone.
Sui social metwork circolano da alcune ore le immagini dei soccorritori che portavano a riva i cadaveri.
Secondo quanto si è appreso, la centrale operativa di Roma della Guardia Costiera, ricevuta la richiesta di soccorso, ha inviato sul punto indicato la nave Aquarius, di 77 metri, appartenente ad una Ong. L'unità ha raggiunto il gommone, che, a causa del mare molto mosso, rischiava di capovolgersi. I migranti, trasferiti sull'Aquarius, hanno segnalato la presenza dei sei cadaveri, che sono stati trasferiti sulla nave.
Anniversario tragico dunque, considerato che un anno fa, a poche miglia di Lampedusa, morirono 7/800 persone. Non basta. Domenica, sempre nel canale di Sicilia, dinanzi alla costa libica, è stato intercettato un barcone alla deriva con sei cadaveri a bordo: due persone sono morte nelle concitate fasi di salvataggio e sarebbero almeno 21 i dispersi. Il barcone è stato intercettato a circa 30 miglia a nord da Sabratha: era semiaffondato e col motore fuori uso.
Tra i 108 sopravvissuti persone del Gambia, della Guinea Bissau, della costa d'Avorio, del Togo, Nigeria, Senegal, Mali, Sudan, Etiopia ed Eritrea. Le operazioni di salvataggio sono state rese difficoltose dal vento forza 5-6 e da onde alte due metri. Il barcone aveva viaggiato nove ore prima, ormai in balia delle onde, che fosse raggiunto dal mezzo di soccorso che poi ha fatto rotta verso Lampedusa.
Di fronte alle continue tragedie, "c'è veramente bisogno di pensare", ha commentato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Una ragione in più per noi per dire all'Europa che in questo momento non deve innalzare muri, ma moltiplicare i propri sforzi", gli ha fatto eco il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Bisogna "fare di più", ha invocato Federica Mogherini, anche lei a Lussemburgo per il Consiglio affari Esteri Ue. Per Mogherini in questo anno "molto e' stato fatto, ma molto resta ancora da fare"; e la soluzione, ha ricordato, passa anche per la "dimensione esterna" del fenomeno.
È il riferimento al migration compact proposto dall'Italia di cui si parlera' nella riunione odierna: una "soluzione" italiana, che passa per un piu' forte parternariato con i Paesi africani di transito e origine, in modo da arginare il fenomeno. "L'idea - ha spiegato ancora Gentiloni - è quella di moltiplicare impegni e investimenti nei Paesi africani e in cambio coinvolgere quelli stessi Paesi in attività per ridurre i flussi migratori e controllare maggiormente l'attività dei trafficanti". E il portavoce dell'esecutivo comunitario oggi ha assicurato che il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, apprezza la proposta italiana.