La laurea in crisi anche negli Usa
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La laurea in crisi anche negli Usa

Chi esce dalle università, anche le più prestigiose, fatica sempre di più a trovare un posto di lavoro

Una laurea negli Stati Uniti costa sempre di più e produce sempre meno risultati per chi pensa che avere il fatidico Pezzo di Carta in mano equivalga a trovare un impiego sicuro, fisso e ben remunerato. La tendenza emerge da recenti studi e statistiche e coinvolge, seppur in modo minore, anche le più prestigiose università del paese, quelle dove sono cresciute intere generazioni di classe dirigente, politica ed economica.

E, adesso, per molti la domanda è: val la pena investire tutti quei soldi in rette sempre più costose, contrarre debiti per migliaia di dollari (come molti famiglie e studenti fanno per permettersi l'iscrizione e la frequenza) per poi trovarsi, appena lasciato gli studi, senza un'occupazione o costretti a cercare (o ad accettare) un lavoro ben diverso per quello per cui hai sudato per almeno 4 anni?

In una recente analisi pubblicata dal National Bureau of Economic Research, curata da un gruppo di economisti canadesi, si evidenziava come la recessione avesse costretto milioni di  ragazzi usciti dal college a trovare lavori saltuari come commesso in una grande magazzino o addetto nei fast food. Se fino a qualche tempo fa, si pensava a questo come a un fenomeno passeggero, in realtà, dice la ricerca, nonostante la ripresa economica, è probabile che diventi strutturale.

Le aziende, in particolare quelle che si occupano di high-tech, che fino ai tardi anni'90 e anche all'inizio del decennio, assumevano i giovani con titolo di studio con una specializzazione, ora, invece, non lo fanno più, lasciando a spasso un esercito di migliaia e migliaia di ragazzi. Persone laureate con lode che sono costrette a lavorare a part time nei call center per meno di 10 dollari l'ora. Una situazione non uguale, meno grave forse, ma simile a quella italiana.

Numerosi giovani quindi tornano agli studi, frequentano master per migliorare il loro curriculum da presentare alle aziende. E, facendo questo, s'indebitano per altre migliaia di dollari. Ma, per molti di loro è l'unica via per trovare alla fine Il Posto di Lavoro. Il mercato dell'occupazione ora richiede altre figure professionali, per esempio, con un ritorno all'industria manifatturiera, specializzati in prodotti di lusso.

La ricerca conferma che gli studenti del college trovano più facilmente lavoro dei loro colleghi che si sono fermati al diploma di High School, ma suona il segnale d'allarme sul fatto che molti di loro non troveranno mai il lavoro che sognavano di fare.

La crisi colpisce anche chi ha frequentato l'università, anche le più prestigiose. La classifica questa volta è a cura dell'American Bar Association, l'associazione nazionale degli avvocati e degli studenti in legge, e riguarda i neo laureati in questa materia. Nel 2012, nove mesi dopo aver conseguito il dottorato, soltanto il 56% di loro era riuscito a trovare un impiego stabile, mentre il 27% era disoccupato e il resto aveva trovato solo soluzioni a part time o contratti a progetto.

Le prime dieci università del paese riescono ancora a mantenere un tasso fisiologico di disoccupazione post laurea, mentre per tutte le altre si apre il baratro della percentuale a doppia cifra. Qualche esempio. Per Harvard e Yale si aggira attorno al 5%, Stanford e la New York University al 3%, la Columbia segna un 1.9% mentre l'Università della Virginia solo l'1.1%, dato, quest'ultimo, spiegabile con il fatto che molti dei suoi studenti rimangono a lavorare all'interno dell'ateneo, o sono destinati a trovare un impiego presso qualche ufficio del Congresso o del governo a Washington.

Sotto le prime dieci università, il tasso di disoccupazione dei neo laureati in legge varia tra il 10% dell'Università del Michigan e il 22% di quello dell'Indiana.

Alla fine ci sono alcune scuole dove l'investimento monetario delle famiglie e dei ragazzi, paga, mentre per le altre è a perdere. E se in passato erano molte le università che ti permettevano di trovare un lavoro sicuro, adesso, tutto questo, è sempre meno vero. Una Nuova Frontiera (in negativo) per giovani americani. Bye Bye American Dream

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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