Gli spostamenti dei detenuti costano 45 milioni di euro
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Gli spostamenti dei detenuti costano 45 milioni di euro

Nel 2012, per trasferire dei carcerati, lo Stato ha acquistato biglietti aerei per quasi 10 milioni di euro

45 milioni di euro per spostare da un carcere ad un altro 358 mila detenuti. È questa la cifra da capogiro che ha speso lo Stato italiano nei dodici mesi dello scorso anno. I trasferimenti, regionali o nazionali, a bordo dei mezzi della polizia penitenziaria o di aerei di linea, sono costati agli italiani decine di milioni di euro.    

Nel 2012 i detenuti trasferiti per motivi di giustizia ovvero per presenziare ai processi, sono stati 214.980, quelli tradotti per motivi sanitari invece 82.422.

56.307 invece sono quelli condotti in una nuova sede mentre i carcerati spostati per permessi con scorta 4.595.
Le traduzioni effettuate in ambito extraregionale, ovvero quelle più lontane, sono state in totale 22.309 mentre quelle in ambito regionale e locale sono state rispettivamente 57.024 e 97.773.

Ma tra gli oltre 350 mila detenuti "spostati" per vari motivi da Nord a Sud Italia, 4.166 sono quelli per i quali lo Stato ha dovuto utilizzare l’aereo. La maggior parte di questi sono detenuti di "alta sicurezza", quindi necessitano di una scorta costituita da almeno tre agenti di polizia penitenziaria.

Ma questi trasferimenti "ad alta quota" quanto sono costati? Solamente di biglietti aerei lo Stato ha speso, nel 2012, più di 9 milioni di euro.  

Non da meno ovviamente le traduzioni con autoveicoli, furgoni o auto blindate che sono state in totale 169.308 e per le quali dalle casse dello Stato sono "usciti" ben 11 milioni di euro. Ma questa è solamente la cifra spesa per il carburante. Agli 11 milioni, infatti, occorre sommare i 5 milioni di euro spesi per la manutenzione.

Ma ai biglietti aerei, alla manutenzione dei veicoli e al carburante bisogna sommare anche il costo delle missioni e degli straordinari dei circa 554 mila agenti di polizia penitenziaria impiegati quotidianamente negli spostamenti: 20 milioni di euro.

“Dalla comparazione dei dati emergono aspetti particolarmente inquietanti, sia in relazione alla sicurezza che in relazione ai costi di gestione - spiega Eugenio Sarno, Segretario Generale della UILPA Penitenziari - a regolamento vigente quei circa 360mila detenuti tradotti avrebbero dovuto prevedere un impiego di non meno di 800 mila unità di polizia penitenziaria, almeno 2 unità per i comuni, almeno 3 per gli Alta Sicurezza, almeno 4 per i 41-bis, con una media di 2,2 unità per ogni detenuto tradotto. Invece le unità di polizia penitenziaria impiegate in servizi di scorta sono state 554.354 con una media di 1,5 unità di polizia penitenziaria per detenuto tradotto”.

Il rapporto detenuti-agenti di polizia penitenziaria si riduce ancora in alcune realtà territoriali, con rischi e pericoli concreti per l’incolumità di coloro che si occupano dei trasferimenti o degli stessi carcerati. In Campania, ad esempio, zona dove sono presenti perlopiù soggetti detenuti per reati legati alla Camorra, la media risulta essere di 1,2 unità per detenuto, nel Lazio di 1,3 e la situazione non migliora in Calabria, terra di ‘Ndrangheta, dove il rapporto è solo di 1,4.

“Con un’adeguata politica di investimenti e di gestione si potrebbe abbattere considerevolmente i costi, a partire da un piano carceri che consegua l’obiettivo di abbattere le traduzioni a lungo percorso- precisa Sarno - per questo non possiamo non ribadire il nostro convincimento che occorrerebbe prevedere la costruzione di nuove carceri nelle macro-aree di Milano, Napoli, Roma e Palermo. Purtroppo del piano carceri abbiamo perso ogni traccia perché inopinatamente assegnato ad un Commissario Straordinario esterno all’Amministrazione Penitenziaria”.

Poi prosegue: “Considerato che circa il 60% delle traduzioni viene effettuato per motivi di giustizia sarebbe opportuno prevedere l’implementazione dei servizi di video-conferenza”.

Questi servizi, ad oggi, sono previsti solo per i 41-bis ma purtroppo non sempre sono funzionali ed attivi. Ma sempre dalla Uilpa arriva una denuncia sconcertante e allarmante.

“Circa l’85% degli automezzi della Polizia Penitenziaria destinati alle traduzioni è da considerarsi illegale perché privo dei collaudi di affidabilità o perché quei collaudi non sono stati superati – conclude la denuncia Eugenio Sarno- nonostante ciò i baschi blu continuano ad assicurare, a loro rischio e pericolo, i servizi per garantire il diritto alla difesa ed alla salute dei detenuti. Per questo condividiamo il giudizio del Ministro Severino, che più volte ha definito eroi le donne e gli uomini della polizia penitenziaria ma agli eroi, prima o poi  devono anche essere assicurati mezzi, strumenti e diritti”.

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Nadia Francalacci