Chi era il killer della strage al college
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Chi era il killer della strage al college

Chris Harper Mercer, ucciso dalla polizia, aveva 26 anni. I vicini lo definiscono "poco socievole". Il massacro annunciato il giorno prima sul web

Appassionato di armi, "poco socievole", capace di "sedere da solo in balcone in mezzo all'oscurità con pochissima luce": dalle descrizioni dei vicini, cominciano ad emergere particolari sulla figura di Chris Harper Mercer, il 26enne identificato come il folle autore dell'ultima strage in un college americano. Il giovane ha ucciso 9 persone all'Umpqua Community College, di Roseburg (Oregon), ingaggiando poi uno scontro a fuoco con la polizia che gli è costato la vita.

Padre bianco e madre afroamericana, nato in gran Bretagna e trasferitosi in Usa da piccolo, Mercer aveva vissuto a Torrance, nell'area di Los Angeles, in California, prima di trasferirsi in Oregon.
Il NY Daily News scrive che la notte prima del massacro, aveva rivelato i suoi piani in un post sul sito 4Chan chattando con qualcuno: "Non andate a scuola domani".

Secondo la Cbs, in un suo profilo un sito di incontri, il giovane indicava "uccidere gli zombi" tra i suoi hobby, si descriveva repubblicano conservatore e non dedito a droghe ed alcol; uno dei gruppi di cui faceva parte si intitolava "non amo le religioni organizzate".

E in un post su Vester Flanagan, l'uomo che ad agosto uccise in Virginia una reporter e il suo cameraman, scriveva: "Ho notato che così tante persone (come Flanagan) sono sole e sconosciute. Poi quando versano qualche goccia di sangue, il mondo intero sa chi sono. Un uomo sconosciuto a tutti diventa famoso. La sua faccia finisce ovunque sugli schermi, il suo nome corre sulle labbra di ogni abitante del pianeta. Tutto nel giro di un solo giorno. Sembra quasi che più gente uccidi, più sei sotto i riflettori". 

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Il killer
Stando alle prime descrizioni di Chris Harper Mercer, identificato come l'autore della strage rimasto a sua volta ucciso in uno scontro a fuoco con la Polizia, al momento della sparatoria indossava una camicia scura e jeans. Aveva con sé tre pistole e almeno un fucile, oltre ad una grande quantità di munizioni. Secondo alcune fonti aveva anche un giubbotto antiproiettile, ma non è chiaro se lo indossasse al momento della sparatoria. A quanto si apprende il giovane viveva nella stessa zona dell'Umpqua Community College e abitava in un appartamento, probabilmente con la madre.

La religione
Stando alle prime testimonianze raccolte, prima di aprire il fuoco il killer avrebbe chiesto agli studenti di alzarsi in piedi e dire quale fosse la loro religione. Alcuni media Usa riferiscono che da profili su social network legati a un indirizzo e-mail fatto risalire a Chris Harper Mercer il giovane si professava "conservatore repubblicano" e respingeva le "religioni organizzate". Mentre in un profilo MYSpace comparirebbe una sua foto con un'arma e immagini propagandistiche pro Ira.

Tragedia annunciata
Di sicuro c'è che ci si trova ancora una volta di fronte a una tragedia annunciata, visto che il giovane assasino avrebbe annunciato ieri sul web il suo piano. Tra l'altro postando su Twitter un messaggio: "Domani non andate a scuola". Un copione purtroppo già visto in molti altri casi. Cosi' l'America fa ancora una volta i conti con l'impressionante scia di sangue provocata nel corso degli anni di tanti assassinii di massa: dal massacro della Columbine School a quello del campus di Virginia Tech, dalla strage di bambini della Sandy Hook Elementary School alla carneficina nel cinema di Aurora.

La rabbia di Obama
"Le preghiere non bastano piu'". È un Barack Obama visibilmente scosso quello che ancora una volta in diretta tv parla agli americani per commentare l'ennesima strage in un college, questa volta in Oregon, dove i morti sono almeno 13. La rabbia è tanta, ma anche la frustrazione. "Possiamo fare qualcosa per cambiare le cose", afferma fissando la telecamera con gli occhi rossi per la commozione.

"Ma - ammette - non posso farlo da solo, senza il Congresso, senza i governatori". "Spero - aggiunge poi Obama - di non dover tornare di nuovo qui durante il mio mandato da presidente per fare le condoglianze a tante famiglie, a tante madri. Ma se guardo all'esperienza passata, non posso garantirlo". Troppe volte infatti la misura sembrava colma.

Soprattutto dopo la strage di bambini (ben 20 uccisi) alla Sandy Hook Elementary School di Newtown, in Connecticut. Invece, da allora nulla è cambiato. Solo piccolissimi passi in avanti fatti grazie ad alcuni decreti che l'inquilino della Casa Bianca è riuscito a varare nell'ambito delle sue prerogative.

Cambiare la legge sulle armi
Obama - che si ritrova a parlare di omicidi di massa per la quindicesima volta da quando e' presidente - si rivolge quindi alla gente, al popolo americano, lanciando una sorta di accorato appello, chiedendo aiuto: "Sostenetemi per individuare la giusta maniera per cambiare le cose e per salvare le vite dei nostri ragazzi, e permettere loro di crescere".

E si rivolge anche ai possessori di armi: "Vorrei chiedervi se il vostro punto di vista è adeguatamente riflesso dalle organizzazioni che vi rappresentano", afferma, pensando a quella potentissima lobby della National Rifle Association (Nra) che continua a ostacolare con grandissima forza ogni piccola svolta in Congresso. Che sia l'introduzione dei 'background check' o il bando della vendita delle armi da guerra, come i fucili d'assalto.

Un triste primato
"Siamo l'unico Paese moderno al mondo che vede questo tipo di sparatorie quasi ogni mese. Sono diventate una routine", sottolinea Obama, individuando in questo triste primato una cosa del tutto inaccettabile. Chiede "buon senso" il presidente americano, quello che finora è mancato causando la mancanza di leggi adeguate: "Non ci sono leggi sufficienti sul controllo delle armi e per garantire la sicurezza".

"Come si può pensare che più armi ci rendano più sicuri?", si chiede. Anche qui pensando a coloro che ritengono che per assicurare più protezione a scuole, college o chiese bisogna permettere l'ingresso al loro interno di pistole e fucili, a scopo di difesa. Anche la candidata alla Casa Bianca, Hillary Clinton, scende in campo: "Continuiamo ad assistere giorno dopo giorno ad omicidi di massa. Gli Stati Uniti hanno bisogno della volontà politica per mantenere al sicuro gli americani".

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Olycom
La sparatoria all'Umpqua Community College di Roseburg, Oregon, Usa, 1 ottobre 2015

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