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Sparatoria a Brescia, i killer dei due coniugi hanno confessato

Avevano un'attività commerciale concorrente alla pizzeria delle vittime

 Muhammad Adnan, pakistano di 32 anni, e Sarbjit Singh, indiano di 33 anni: questi i nomi dei presunti responsabili del duplice omicidio avvenuto a Brescia martedì scorso. Il pakistano, in particolare, era il proprietario del negozio Dolce e Salato, comprato dai Seramondi e concorrente dell'attività delle vittime.

"Abbiamo raccolto la confessione piena di chi ha commesso il duplice omicidio. Gli autori sono gli stessi dell'agguato di un mese fa ai danni del dipendente dei Seramondi". Lo ha detto il procuratore capo di Brescia, Tommaso Buonanno, nel corso della conferenza stampa sull'arresto di un indiano e di un pakistano per l'agguato dell'11 agosto. I presunti esecutori materiali dell'agguato in cui sono morti Francesco Seramondi e della moglie Giovanna Ferrari avrebbero atteso due ore prima di entrare in azione ed uccidere i coniugi Seramondi. Sarebbero arrivati in zona a bordo di un motorino attorno alle 8.20 nascondendosi in un locale in disuso prima di entrare nella pizzeria e fare fuoco.

I due coniugi sono stati uccisi martedì 11 agosto nella loro pizzeria da asporto da Frank a Brescia. I presunti omicii sono legati ad un'attività concorrente della pizzeria delle vittime. Si tratta delle persone alle quali Francesco Seramondi aveva ceduto la prima pizzeria da asporto Dolce e Salato, poi fallita qualche mese dopo il passaggio di quote.

Rivalità commerciali

Le due attività erano nello stesso piazzale, una davanti all'altra. Proprio la rivalità sul mercato, oltre ad accordi economici non rispettati, rappresenterebbero il movente della morte dei coniugi Seramondi. Pare che gli assassini dovessero ancora del denaro alle vittime, ma non erano più in condizioni di pagare. Tra Seramondi e i suoi killer i rapporti iniziarono ad incrinarsi nel 2010 quando un'ordinanza del Comune di Brescia obbligava la proprietà del Dolce e Salato a chiudere alle 22, per motivi di ordine pubblico, mentre la pizzeria da Frank poteva rimanere aperta tutta la notte.

L'arma del delitto

Gli agenti della Squadra Mobile di Brescia hanno anche recuperato in un campo l'arma del delitto: si tratta di un fucile a canne mozze come già era stato ipotizzato dagli inquirenti. I killer hanno infatti sparato ripresi dalla telecamera interna della pizzeria, prima di scappare a bordo di uno scooter di piccola cilindrata. Gli inquirenti sono arrivati agli assassini dalla targa del motorino immortalata, dopo l'omicidio, da alcune telecamere di sicurezza installate in strada. Anche lo scooter usato per il duplice omicidio è stato trovato e posto sotto sequestro.

L'intervento di Alfano

Confermando l'arresto degli esecutori materiali dell'agguato di Brescia, il ministro degli Interni Angelino Alfano ha detto: "Il presidio dello Stato funziona, è attivo ed è efficace e rafforza il senso di sicurezza e di protezione nei cittadini. Mi congratulo - ha aggiunto Alfano - con la polizia e la Magistratura di Brescia per il silenzioso e incessante lavoro". Proprio ieri, nel corso dei funerali delle due vittime, tenutisi a Nuvolento, nel Bresciano, in una chiesa gremita di amici e conoscenti e di molti sindaci della zona, il parroco aveva detto: "la speranza e' che chi si è macchiato di questo orrendo crimine possa ammettere e chiedere perdono". (ANSA)

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Uno dei responsabili dell'omicidio di Francesco Seramondi e della moglie Giovanna Ferrari, i coniugi uccisi nella loro pizzeria da asporto 'da Frank' a Brescia, 17 agosto 2015.

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