Con erculea fatica, Matteo Renzi sta cercando di tenere a bada la minoranza interna del Pd. Uguale impresa non è però riuscita alla moglie, Agnese Landini, insegnante part time dell’istituto superiore Ernesto Balducci di Pontassieve. Per Agnese, la Caporetto è arrivata il 7 novembre scorso, quando il collegio dei docenti ha avuto la sventurata idea di pronunciarsi sulla «Buona scuola», altra fondante riforma del governo. Risultato: 63 voti contrari.
Nel dettaglio: 34 insegnanti hanno giudicato la proposta «aziendalista e lontana dai dettati costituzionali »; mentre altri 29 sono stati ancora più stentorei: nessun investimento, mortificante abolizione degli scatti, ricadute discrezionali sulla mobilità.
Oltre ad Agnese si è astenuto solo un professore. Lei è comunque intervenuta per difendere le scelte del marito: «Visto che sono anche le mie» ha chiarito. «In questa riforma c’è anche il mio contributo», si è accalorata, ma non ha convinto gli astanti. Innervosita, per due volte ha interrotto un polemico collega: prima chiedendogli di sintetizzare, poi invitandolo a non offendere l’esecutivo, tacciato di favorire i poteri forti. Diverbio che non le ha portato consensi: 65 presenti, 63 contrari, due astenuti. Per affinare le sue capacità persuasive non le resta che chiedere lumi al machiavellico marito.