Copertura sanitaria universale
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Nel 2018 la sanità non è ancora a portata di tutti

Il 7 aprile si celebra la Giornata mondiale della salute. Oms: "Metà degli abitanti del pianeta non ha accesso ai servizi sanitari essenziali"

Al mondo siamo 7 miliardi e mezzo di persone, diventeremo probabilmente 10 miliardi entro la metà di questo secolo. Tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno concordato di raggiungere la copertura sanitaria universale entro il 2030, come parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Scegliere tra cibo e medicine

Una copertura sanitaria universale significa che tutti hanno accesso ai servizi che affrontano le cause più importanti di malattia e morte e garantisce che la qualità di questi servizi basti a migliorare la salute delle persone che li ricevono. Questo non comporta una copertura gratuita per tutti i possibili interventi sanitari, indipendentemente dal costo, in quanto nessun paese può fornire tutti i servizi gratuitamente su base sostenibile. L'accesso ai servizi sanitari non deve però mettere le persone in difficoltà dal punto di vista economico. Insomma tutti devono poter accedere alle cure essenziali.

Siamo purtroppo molto lontani dall'obiettivo. Almeno metà della popolazione mondiale non ha ancora una copertura completa dei servizi sanitari essenziali. Circa 100 milioni di persone ogni anno sono spinte verso la "povertà estrema", cioè vivono con meno di due dollari al giorno, per pagare le spese sanitarie. In pratica sono costretti a scegliere se mangiare o curarsi.

I più fragili

Anche senza scivolare nella povertà estrema, i costi sanitari costituiscono una voce di spesa spesso difficilmente sostenibile per le famiglie. Più di 800 milioni di persone (quasi il 12% della popolazione mondiale) spende ogni anno almeno il 10% del budget familiare per pagare l'assistenza sanitaria. Quasi 180 milioni spendono un quarto del budget o anche di più, soprattutto in Asia. Il numero di coloro che spendono quote sempre maggiori dei propri introiti per pagarsi le cure è in costante crescita, e sono le donne a subirne maggiormente le conseguenze.

Solo il 17% delle donne del quinto più povero delle famiglie ha un accesso adeguato ai servizi sanitari materni e infantili rispetto al 74% delle donne nel quinto più ricco, secondo stime della Banca Mondiale. I paesi ricchi, dall'Italia alla Danimarca, dagli Stati Uniti all'Australia, fatto pari a 100 l'indice massimo di copertura dei servizi sanitari essenziali, superano quota 80, l'Afghanistan arriva solo a 34, il Mali a 32, l'Etiopia a 39, il Bangladesh a 46.

Se l'obiettivo finale, che a giudicare dai dati visti finora appare molto ambizioso, è di arrivare a coprire tutti entro il 2030, quello intermedio è di estendere entro il 2023, cioè nei prossimi cinque anni, la copertura sanitaria essenziale almeno a un altro miliardo di persone nel mondo e dimezzare a 50 milioni il numero di coloro che finiscono in povertà estrema a causa delle spese sostenute per la propria salute.

"La copertura sanitaria universale è una scelta politica. Richiede visione, coraggio e pensiero a lungo termine. Ma la ricompensa è un mondo più sicuro, più giusto e più sano per tutti", dichiara Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Quindi per la giornata mondiale della salute, che segna anche il 70° anniversario dell'Oms, l'hashtagm è #HealthForAll, salute per tutti.

Passi concreti

In molti casi, per i singoli paesi, si tratta di rivedere le priorità di spesa, fare una pianificazione dei servizi che non penalizzi le aeree rurali in favore di quelle urbane, più ricche. "Rendere i servizi sanitari veramente universali", spiega l'Oms, "richiede un passaggio dalla progettazione di sistemi sanitari intorno a malattie e istituzioni verso servizi sanitari progettati intorno e per le persone".

E per capire che progressi vengono fatti nella direzione di una maggiore equità nella copertura sanitaria, l'Oms usa come indicatori 16 servizi essenziali di quattro categorie: salute riproduttiva, materna e infantile (pianificazione familiare, assistenza prenatale e parto, immunizzazione completa del bambino...), malattie infettive (Tbc, HIV, malaria...), malattie non trasmissibili (prevenzione e trattamento dell'ipertensione, del diabete, screening del cancro alla cervice...), accesso ai servizi.

Nei paesi in cui ce n'è maggiore necessità l'Oms si fa promotrice di iniziative che aiutano i governi a portare servizi sanitari ai cittadini. E' il caso del servizio di Mobile Health messo a punto in una provincia della Mongolia, dove i medici offrono un servizio porta a porta, dei sistemi di assistenza alla famiglia implementati insieme al governo a Timor Est, del miglioramento delle condizioni igieniche di un ospedale etiope, o del sostegno alla fornitura gratuita di cure riabilitative per le molte persone rimaste ferite in seguito all'esplosione di mine in Sri Lanka, uno strascico della guerra civile che ha afflitto a lungo il paese.

"L'esperienza ha dimostrato, più e più volte, che la copertura sanitaria universale è raggiunta quando la volontà politica è forte", spiegano gli esperti dell'Oms. "Quindi, in questo anno del 70° anniversario, l'Oms chiede ai leader mondiali di rispettare gli impegni presi quando hanno concordato gli obiettivi di sviluppo sostenibile nel 2015 e impegnarsi in passi concreti per far progredire la salute di tutte le persone". L'Oms manterrà alta l'attenzione sul tema della copertura sanitaria universale attraverso una serie di eventi per tutto il corso del 2018, a partire proprio dalla Giornata mondiale della salute del 7 aprile, per tenere aperta la conversazione globale sui modi per raggiungere la salute per tutti.

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Marta Buonadonna