Schiaffo all'Onu: Tripoli dice no al premier Sarraj
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Schiaffo all'Onu: Tripoli dice no al premier Sarraj

Le perplessità di Tobruk, il no dell'esecutivo nella capitale: il governo di unità nazionale patrocinato dalle Nu è ancora in alto mare

La novità in Libia è che il governo islamico che controlla Tripoli, non riconosciuto dalla Comunità internazionale, sarebbe anche disponibile a consentire al nuovo esecutivo di riconciliazione nazionale di insediarsi nella capitale, come chiedono le Nazioni Unite, ma non intende cedere il potere al premier Fayez al Sarraj, il capo del Consiglio presidenziale libico che le stesse Nazioni Unite, nella persona dell'inviato Martin Kobler, hanno individuato quale capo del nuovo esecutivo di unità che dovrebbe nascere.

Per gli uomini che governano Tripoli, in sostanza, il nuovo premier al Sarraj - benedetto da Martin Kobler, inviato speciale in Libia - sarebbe imposto dall'esterno e non godrebbe affatto del consenso del popolo libico. Non va meglio per Al-Serraj sull’altro fronte, a Tobruk, dove è insediato il governo riconosciuto dalla comunità internazionale e che ha come uomo forte il generale Al Haftar, nemico giurato degli islamisti e fortemente sostenuto dagli egiziani. Solo 22 parlamentari della Camera dei rappresentanti (Hor) si sono infatti presentati per votare la fiducia al nuovo esecutivo di unità, un numero insufficiente per raggiungere il quorum.

Il fuoco di sbarramento di Tripoli, e le forti perplessità di Tobruk, significa di fatto che la lunga trattativa per trovare un accordo, nonostante tutti gli sforzi dell'Onu, è ancora  a un punto morto. E significa anche che, militarmente, un intervento occidentale in Libia sarebbe in queste condizioni (cioé senza un consenso largo in Libia) un salto nel buio, come lo fu - nel 2011 - l'intervento per deporre Gheddafi

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