Come preannunciato è stato firmato Skhirat, in Marocco, l’accordo predisposto da Martin Kobler, il nuovo inviato speciale Onu dopo l’uscita di scena di Bernardino Leon, per dare vita a un governo di unità nazionale in Libia. Al meeting eresente anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, nonché il suo omologo spagnolo.

La grande bandiera libica in una manifestazione a Benghazi – Ottobre 2015

Un fermo immagine tratto dal sito Internet ”heavy.com” che mostra alcuni momenti di una decapitazione in una pubblica piazza davanti ad adulti e bambini a Sirte.

Celebrazione di alcune vittime libiche dell’ISIS

Libya, Ras Lanuf, 2011. Un gruppo di ribelli festeggia una vittoria in battaglia.

Libya, Ras Ajdir, Febbraio 2011. Centinaia di persone affollano la frontiera tra Libia e Tunisia, cercando di tornare nei propri Paesi dove essersi dispersi a causa della guerra.

Libia, fronte di Ras Lanuf, 2011. I ribelli sono stati costretti ad abbandonare la città dopo una serie di attacchi e bombardamenti da parte dell’esercito di Mu’ammar Gheddafi.

Un soldato libico a un checkpoint nel nord di Bengasi

Vita a Bengasi tra le macerie

Un soldato libico delle truppe del governo di Abdullah al-Thani e del generale Khalifa Haftar nella zona est della città di Bengasi

Un mercato a Bengasi

Un ragazzo libanese siede dietro le gabbie di uccelli che vende al mercato di Bengasi

18 febbraio 2015, cittadini egiziani in fuga dalla Libia. EPA/TAREK FARAMAWY/ALMASRY ALYOUM EGYPT OUT

18 febbraio 2015, cittadini egiziani in fuga dalla Libia. EPA/TAREK FARAMAWY/ALMASRY ALYOUM EGYPT OUT

I pick up dell’Isis che sfilano a Nawfaliyah, Libia, a ovest di Sirte, 15 febbraio 2015.

Libia: fonti, calma a Sirte, Isis rinnova ultimatum milizie

Cittadini libici festeggiano nella piazza dei Martiri il quarto anniversario della caduta del regime di Muammar Gheddafi, Tripoli, 17 febbraio 2015

Zintan, Libia occidentale, 9 luglio 2012. Un uomo osserva una parete su cui sono affisse le foto di uomini uccisi durante la rivoluzione
Il piano che era stato annunciato a Roma è stato condiviso da 17 Paesi (Algeria, Arabia Saudita, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Germania, Giordania, Italia, Marocco, Qatar, Regno Unito, Russia, Spagna, Stati Uniti, Tunisia, Turchia), dall’Unione Europea, dalle Nazioni Unite, dalla Lega degli Stati Arabi e dall’Unione Africana. Prevede a grandi linee che tutte le fazioni libiche, in primis i governi rivali di Tobruk e Tripoli, “accettino un cessate il fuoco immediato e totale in tutta la Libia” e si impegnino a formare entro 40 giorni un Governo di Concordia Nazionale con sede nella capitale Tripoli.
Il governo di unità nazionale dovrà presentare nel più breve lasso di tempo anche una proposta costituzionale che dovrà essere approvata in un referendum confermativo. Quando i rappresentanti di Tobruk e Tripoli hanno apposto la loro firma sul documento predisposto da Kobler, tutti gli astanti libici hanno intonato: Libia, Libia!
Secondo Kobler, “tutte le parti hanno fatto delle concessioni mettendo l’interesse del Paese davanti a tutto. La comunità internazionale continuerà il suo appoggio al futuro governo libico”. Poi ha aggiunto su twitter, a dimostrazione di quanta strada rimanga ancora da fare per pacificare il Paese: “Le porte rimangono aperte anche per quelli che oggi non erano presenti”.