Scadalo petroli: quei legami sospetti tra il sottosegretario e il sindaco Vicino
ANSA/TONY VECE
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Scadalo petroli: quei legami sospetti tra il sottosegretario e il sindaco Vicino

I rapporti pericolosi tra Vito De Filippo e il sindaco Pd arrestata per Tempa Rossa descritti su Panorama in edicola


«Guaglio’ qua i voti devono uscire!». Così, impegnata nel 2014 a creare consenso elettorale per il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo, gridava al telefono il sindaco di Corleto Perticara (Potenza), Rosaria Vicino, arrestata nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte malversazioni sugli impianti petroliferi lucani di Tempa Rossa. Da un lungo capitolo dell’ordine di custodia cautelare firmato dal Tribunale di Potenza, attraverso numerose intercettazioni, emerge la pesante influenza dei due esponenti del Pd lucano su tre diversi livelli elettorali: le primarie locali del Pd, le amministrative e le europee del maggio 2014.  

E proprio alle «infiltrazioni elettorali» in Basilicata (questo il titolo dedicatop dal giudice di Potenza alla vicenda) il settimanale Panorama dedica un ampio servizio, all’interno della storia di copertina del numero in edicola da domani, giovedì 7 aprile.  Al centro delle considerazioni del giudice per le indagini preliminari sono proprio De Filippo e il sindaco Vicino, impegnati a far prevalere i propri candidati su quelli degli altri partiti e delle correnti avverse nel Pd. Non si tratta però di un corretto impegno politico.

Scrive il giudice: «L’impegno della Vicino va ben oltre. È emerso infatti come lo stesso sindaco si sia reso responsabile di condotte gravi». Nelle primarie locali del Pd, Vicino induce un vigile urbano a «recarsi alle urne, al fine di esprimere numerose preferenze in favore del candidato di De Filippo, utilizzando documenti appartenenti ad altre persone». Alle europee sostituisce illegittimamente un presidente di seggio con il suo ex autista. 

Il giudice descrive «una commistione d’interessi di varia natura, per cui da una parte la Vicino controlla il territorio anche grazie ai posti di lavoro ottenuti e distribuiti attraverso le società che operano nella realizzazione del centro oli di Tempa Rossa (e non solo) e dall’altro ne ottiene l’equivalente in termini di consenso elettorale, che la stessa Vicino è poi in grado di spendere presso il suo referente politico, De Filippo, ottenendone pure benefici personali». Il beneficio di cui scrive il magistrato è l’assunzione del figlio del sindaco, per cui De Filippo assicura il proprio interessamento: «È come un figlio per me!».
I magistrati hanno quindi ricostruito che, effettivamente, il figlio del sindaco è stato assunto da una società fornitrice dell’Eni.

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