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(Ansa)
Salute

Come avverrà la distribuzione del vaccino del Covid

100 mln di dosi entro il 2020, 1,3 mld nel 2021. La corsa alla produzione e distribuzione è cominciata. Pfizer in prima fila

Nella città di Kalamazoo, nel Michigan, meno di 78.000 abitanti e celebre per le chitarre Gibson, e a Puurs, nelle Fiandre, in Belgio, due superfici grandi quanto un campo da calcio sono state trasformate in centri logistici attrezzati con centinaia di grandi congelatori destinati a ricevere milioni di dosi di vaccino anti Covid-19, dosi da stoccare prima di spedirle in tutto il mondo. Le strutture fanno parte del programma di distribuzione capillare che il colosso della farmaceutica Pfizer ha realizzato per gestire la consegne, affermando di voler erogare fino a 100 milioni di dosi quest'anno e altre 1,3 miliardi nel 2021. Come altri produttori di farmaci che stanno provando l'efficacia di nuovi vaccini, Pfizer si sta quindi preparando mentre attende dalle autorità sanitarie di riferimento, ovvero la Food and Drug Administration per gli States, l'Agenzia europea del farmaco e dalle omologhe istituzioni nel mondo, il via libera all'utilizzo.

«È la più grande campagna di vaccinazione mai realizzata", ha affermato Tanya Alcorn, vicepresidente della catena di approvvigionamento Pfizer al Wall Street Journal "Se otteniamo l'approvazione della Fda saremo in grado di spedire i vaccini in poche ore».

Il produttore di farmaci con sede a New York ha lavorato insieme con la tedesca BioNTech SE richiedendo alle autorità l'autorizzazione per l'uso d'emergenza entro la fine di questo mese.

Pfizer sta implementando anche le capacità di stoccaggio del sito tedesco di Karlsruhe, arrivando a investire circa due miliardi di dollari per lo sviluppo del vaccino e per la creazione della rete di distribuzione nel mondo. Per mantenere i vaccini al sicuro durante il trasporto e per poterli spostare velocemente sono stati progettati nuovi contenitori riutilizzabili in grado di mantenere il vaccino a temperature di -70 °C fino a 10 giorni e contenere ognuno tra 1.000 e 5.000 dosi. Le scatole, delle dimensioni di una valigia, sono imballate con una intercapedine di ghiaccio secco e possono essere tracciate grazie a ricevitori Gps e trasmettitori radio miniaturizzati posti al loro interno e non danneggiabili, consentendo quindi maggiore flessibilità e rapidità nel controllo delle consegne, ma anche più sicurezza contro i tentativi illegali di accaparrarsi il vaccino.

Pfizer prevede di caricare i contenitori in quantità di 5.000 circa su un totale di 24 camion al giorno che partiranno da Kalamazoo e Puurs e che trasporteranno circa 7,6 milioni di dosi al giorno verso gli aeroporti, da dove dovrebbero decollare circa 20 voli al giorno su aerei operati da FedEx, United Parcel Service e Dhl, per far volare i vaccini il più vicino possibile ai centri di vaccinazione, che vanno dalle grandi strutture mediche agli ospedali, fino agli ambulatori.

Il tempo di consegna totale dal centro di distribuzione al punto di utilizzo più remoto dovrebbe essere in media di tre giorni, quindi tra 24 ore nel caso più felice e sei giorni nello scenario peggiore. Contemporaneamente le compagnie aeree cargo si stanno affrettando a organizzare decine di voli extra studiando nuove rotte e rivedendo l'elenco degli scali tradizionali in favore di quelli che garantiscono l'arrivo del medicinale più vicino al punto di utilizzo. Dunque anche atterrando, laddove necessario, con aeromobili più piccoli che possano atterrare su piste di aeroporti decentrati rispetto a quelli utilizzati normalmente. La scelta ovviamente ricadrà sugli scali che hanno maggiore capacità intermodale (stazioni ferroviarie e vie di comunicazione), nonché vicinanza a zone densamente popolate nelle quali la situazione pandemica è critica.

Secondo uno studio della Food & Drugs Administration, ove fosse conveniente per la rapidità della consegna, l'idea migliore sarebbe quella di saltare i grossisti di medicinali; il sistema dovrebbe quindi evitare che le dosi rallentino il loro viaggio dal produttore al consumatore e questo potrebbe verificarsi con più facilità nei punti più prossimi alla destinazione finale, rischiando di mettere in crisi il controllo della temperatura e quindi abbassando o neutralizzando l'efficacia della dose.

Il governo degli Stati Uniti ha effettuato un ordine iniziale di cento milioni di dosi con la possibilità di acquistarne fino a 500 milioni entro un anno. L'Unione europea ha ordinato 200 milioni di dosi con un'opzione per altri 100 milioni. Il Giappone ha confermato 120 milioni di dosi e il Regno Unito 30 milioni. Ed anche nazioni del Sud America e della regione Asia-Pacifico hanno effettuato ordini significativi. Se durante le passate campagne di vaccinazione le aziende farmaceutiche attendevano l'approvazione del loro prodotto prima di acquistare materie prime per produrlo, oggi definire e organizzare le linee di produzione, nonché creare catene di approvvigionamento è inevitabile. L'amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla ha affermato che la società ha iniziato a gettare le basi per realizzare la catena di fornitura già nel marzo scorso, quando ha dato il via allo sviluppo del vaccino: "Garantire a oltre un miliardo di persone in tutto il mondo l'accesso al nostro potenziale vaccino è fondamentale quanto lo sviluppo del vaccino stesso".

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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