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(Ansa)
Salute

Quarta dose di vaccino e nuove varianti Omicron. Cosa sappiamo e che fare

Il mondo scientifico è diviso e la gente non sa che fare. Ma ci sono delle certezze

Per molti, vaccinarsi o meno è ancora un dilemma, soprattutto visto e considerato che il prossimo autunno arriveranno vaccini aggiornati alle nuove varianti. La risposta dipende da caso e caso. Per questo è bene fare chiarezza sulla situazione attuale. Cominciamo con il dire che le due nuove varianti Omicron BA4 e BA5 si stanno diffondendo in tutta l’Unione europea e il BA5 diventerà presto dominante in tutto il Vecchio Continente.

Queste varianti condividono le stesse mutazioni nel gene spike con il ceppo Omicron ma differiscono per altre mutazioni nel genoma. Non sembra che vi sia una differenza nella gravità della malattia sebbene le infezioni e i ricoveri stiano aumentando, soprattutto tra quelli che hanno più di sessanta anni.

Aziende come Moderna a Pfizer hanno chiesto all’Ema (Agenzia europea per i medicinali) l’approvazione di nuovi vaccini adattati alle nuove varianti. I loro dati verranno sottoposti a un controllo di sicurezza e di efficacia e avranno con tutta probabilità il via libera entro Settembre. Stante così la situazione, l’Ema consiglia comunque un vaccino a tutti i cittadini europei over ’60 e ai fragili. E tutti gli altri? Una risposta può solo desumersi da dati concreti.

Secondo uno studio sul British Medical Journal, se si paragona l’efficacia contro la variante Omicron della quarta dose a una settimana dalla somministrazione con una terza dose ricevuta almeno 84 giorni prima c’è una crescita di protezione del 49 per cento contro l’infezione, del 69 per cento contro l’infezione sintomatica e dell’86 per cento contro rischi di ricovero. Insomma, se uno vuole aumentare la protezione in vista delle vacanze e dell’aumento dei contatti con altre persone ha la probabilità dalla sua parte ma non la certezza di non ammalarsi.

C’è poi chi si chiede verso dove stiamo andando nell’evoluzione del virus perché in base a questa proiezione potrebbe decidere se smettere o meno di vaccinarsi. In questo caso sembra assodato che le reinfezioni saranno la norma e non ha senso parlare di immunità di gregge. La storia evolutiva di questo virus punta comunque a una sempre minore virulenza anche se non si può escludere mai l’emergere di una variante più patogena.

In generale, i vaccini attuali proteggono ancora molto bene dalla malattia grave perché agiscono su caratteristiche del virus non dissimili nelle diverse varianti. I vaccini aggiornati alle nuove varianti non potranno far fare uno scatto deciso alla diminuzione dei contagi rispetto a quelli attuali. Sarà una protezione migliore ma non marcatamente migliore.

Per quanto riguarda gli anziani, l’ultimo studio più aggiornato della Tel Aviv University ha trovato i seguenti risultati: la quarta dose riduce il rischio di morte del 72 per cento in un gruppo campione di età media di 80 anni. Inoltre, questi anziani a rischio con una quarta dose di Pfizer si infettavano della variante Omicron con minore probabilità ( 4 per cento). Andava ancora meglio con i ricoveri: diminuivano del 67 per cento. In conclusione, conviene vaccinarsi adesso? La risposta è decisamente positiva nel caso degli anziani. Se ne può discutere nel caso di individuo in buona salute vaccinato con una terza dose.

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Luca Sciortino