OxGen e GasGen, i concentratori di ossigeno e azoto che fanno risparmiare ospedali e industrie
A Rosate (Milano) sorge la Delta P, unica azienda italiana che produce, commercializza, installa e manutiene OxGen, un concentratore che permette di trasformare l’aria che respiriamo in ossigeno puro al 93 per cento scartando l’azoto in atmosfera.
Ricordate l’esplosione dell’11 maggio scorso nel pieno centro di Milano? Un furgone che trasportava ad una casa di riposo bombole di ossigeno, gas altamente infiammabile, ha preso fuoco: lo scoppio ha incendiato decine di auto e danneggiato gli edifici circostanti, e solo per un miracolo non ci sono state vittime. Per ovviare a questo tipo di incidenti soprattutto nelle città, dove ogni anno vengono trasportate in cliniche, ospedali, case di cura 11,5 milioni di bombole utili ai pazienti che necessitano l’ossigenoterapia, la soluzione arriva proprio dalla provincia di Milano. A Rosate si trova infatti Delta P, l’unica azienda italiana che produce, commercializza, installa e manutiene OxGen, un concentratore che permette di trasformare l’aria che respiriamo in ossigeno puro al 93 per cento scartando l’azoto in atmosfera. «L’autoproduzione dell’ossigeno da parte delle aziende sanitarie naturalmente abbatte totalmente i rischi di incidenti legati al trasporto delle bombole, ma non è l’unico vantaggio», spiega Dario Bassino, direttore commerciale di Delta P, family company di cui il fratello Claudio è presidente. «Anzitutto infatti produrre da sé questo farmaco necessario per la vita dei pazienti permette di risparmiare, anche perché si produce solo quando è necessario e non si rischia di restare mai senza, anche in casi di problemi di approvvigionamento di bombole come avvenuto durante l’emergenza legata al Covid. Inoltre non essendoci i camion che girano per le città questo determina una diminuzione delle emissioni nocive per l’ambiente».
Già sono diverse le cliniche private e residenze per anziani servite da Delta P che hanno avuto un beneficio dall’acquisto e repentino ammortamento («Ci vogliono circa un paio d’anni», spiega Bassino) del concentratore: «Per noi i costi dell’ossigeno erano altissimi e così dall’aprile 2021 per tentare di abbassarli abbiamo installato OxGen», spiega Manila Leoni, direttrice di Fondazione Bellaria, che ad Appiano Gentile, in provincia di Como, gestisce una RSA con 127 anziani. «Se paragoniamo i conti economici di un anno passato senza autoproduzione e uno col concentratore, possiamo dire di essere passati da una spesa di circa 33mila euro l’anno a circa 10mila euro, incluso l’ammortamento, con una scelta che all’inizio è stata coraggiosa ma si è rivelata vincente, perché una volta pagato il macchinario risparmieremo circa 30mila euro l’anno». Conti sorprendenti che spingono Delta P a sperare, una volta conquistate le strutture più piccole, a scalare i grandi ospedali pubblici, dove la spesa per l’approvvigionamento di ossigeno è infinitamente più gravosa ed espone a maggiori rischi e danni ambientali dovuti appunto al trasporto.
Se l’autoproduzione è un’idea vincente sotto vari punti di vista, ecco che l’azienda di Rosate ha deciso ora, dopo anni di esperienza nel settore sanitario, di ampliarsi con la recentissima acquisizione dell’azienda brianzola GasGen, affiancando ad OxGen altri concentratori di ossigeno e azoto che servono nel settore industriale, alimentare e farmaceutico. Non molti sanno infatti che azoto e ossigeno sono usati per gli scopi più disparati: dalla creazione di un’atmosfera modificata utile alla conservazione dei cibi, alla distribuzione di acque minerali e alla produzione e imbottigliamento di vini, dall’utilizzo nel taglio laser dei metalli a quello nella fabbricazione di microchip, fino al vasto utilizzo nel confezionamento e imballaggio dei farmaci. «Abbiamo deciso di acquisire GasGen per portare un’esperienza ultraventennale, basata sull’estrema affidabilità dei nostri prodotti nel settore medicale in nuovi ambiti che richiedono altrettanta competenza e spirito d’innovazione», spiega Bassino. «Come e forse ancor più che nell’ambito ospedaliero, il concentratore è fondamentale per soggetti, come le grandi aziende manifatturiere, alimentari o farmaceutiche, che solitamente utilizzano enormi quantità di questi gas, per abbassare i costi e diventare più sostenibili, oltre che sicure, puntando non più soltanto sull’autosufficienza energetica, come accade sempre più spesso, ma anche sull’utilizzo di gas prodotti direttamente in prossimità degli impianti».