molnupiravir
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Salute

«È presto che dire che il Molnupiravir sia efficace per curare il Covid»

Da giorni si parla della famosa pillola che potrebbe essere una cura contro il coronavirus ma secondo alcuni esperti bisogna aspettare studi più approfonditi

A due anni dall'inizio della Pandemia per la prima volta è stato sviluppato un farmaco efficace per la cura del Covid che ridurrebbe del 50 per cento le ospedalizzazione e i decessi. Molnupiravir è un antivirale prodotto dalle aziende farmaceutichee Merck e Ridgeback Biotherapeutics ed è stato sperimentato su 775 pazienti agli esordi della malattia.
Questo nuovo farmaco avrebbe dimostrato che inibisce la replicazione di SARS-CoV-2 e di essere attivo contro le varianti SARS-CoV-2 più comuni.

«Molnupiravir è una piccola molecola, sviluppata originariamente dalla Emory University che agisce interferendo con la RNA-polimerasi del virus, impedendone quindi la replicazione. Il vero vantaggio del farmaco è che, se i dati sono confermati, si tratta del primo vero antivirale attivo per via orale contro SARS-Cov2 - ci spiega Gabriele Costantino chimico farmaceutico dell'Università di Parma- questo è di fondamentale importanza per il trattamento, perché può esser assunto senza bisogno di ricovero in ospedale, ma sempre sotto rigoroso controllo medico».

Quando può essere somministrato?

«La disponibilità di un farmaco orale consente senza dubbio di aggredire la malattia nelle prime fasi dell'esordio, in maniera quindi più efficiente degli anticorpi monoclonali sinora autorizzati, e sicuramente più efficiente del Remdevisir. Va tuttavia sempre ricordato il farmaco come tutti non e' certo esente da effetti collaterali, e soprattutto che il trattamento precoce implica che vengano trattati molti pazienti che non ne avrebbero in realtà avuto bisogno».

Quali sono i dati dello studio di Fase 2/3?

«I dati sinora mostrati parlano di una riduzione di ricoveri dal 14.1 al 7.3% (tra gruppo di controllo e gruppo trattato), che, se molto buono dal punto di vista del risultato del trial, vuol anche dire che occorre trattare circa 15 persone per osservare un 'ricovero' evitato. Non bisogna quindi certamente parlare di 'pillola miracolosa', ma di un ottimo risultato, il migliore sinora ottenuto, che deriva – non scordiamocelo da diversi anni di studio e di ricerca nel campo di altre infezioni virali».

È una cura domiciliare?

«Il trattamento deve comunque essere somministrato sotto stretto controllo medico e non e' un surrogato di cura domiciliare nel senso che non è come se uno avesse il mal di gola e decide prenderlo di sua iniziativa. In ogni caso, per l'autorizzazione di immissione in commercio ancora devono passare mesi»

Uno studio pubblicato su "The Journal of Infectious Diseases"dove tra gli autori c'è Raymond F. Schinazi uno dei ricercatori che ha scoperto il farmaco Molnupiravirha evidenziato che sulla base del trattamento è possibile avere mutazioni anche sulla cellula ospite. Questo cosa comporta dal punto di vista clinico?

«Idealmente unmutageno può generare una mutazione permanente su di una linea cellulare. Questo, in linea di principio, può portare allo sviluppo di linee tumorali. Tuttavia, occorre dire con molta chiarezza che il potenziale mutageno deve esser valutato sulla base della concentrazione, del tempo e della durata di esposizione, e sopratutto dalla capacità che le cellule hanno di riparare danni. È chiaro quindi che un un'esposizione di anni, ad esempio quella cui sono soggetti i fumatori, ad una sostanza mutagena è ben diversa dall'esposizione controllata e molto breve di un farmaco per un'infezione acuta, discorso che non vale per i pazienti oncologici».

Ha delle perplessità su questo farmaco?

«La perplessità è quella che accumuna tutti gli antivirali per infezioni acute e autolimitanti. Sono eccellenti farmaci, ma devono essere usati il prima possibile. Se si usano troppo presto si tratterebbero un gran numero di pazienti che non ne avrebbero bisogno. Se si aspetta che compaiono i sintomi, può essere troppo tardi per vedere reali effetti».

La Merck ha annunciato il 1 ottobre che chiederà alla Food and Drugs Administration statunitense (FDA) e a tutte le agenzie regolatorie del mondo che il farmaco venga autorizzato. L'azienda farmaceutica ha in previsione di produrre 10 milioni di cicli di trattamento entro la fine del 2021 e altre nel 2022. Inoltre ha già stipulato un contratto di approvvigionamento con gli Stati Uniti in base ai quali fornirà circa 1,7 milioni di trattamenti di Molnupiravir al governo, previa EUA o approvazione della FDA per un totale di 1,2 miliardi di dollari.

Lo sperimentazione di Molnupiravir
Il 7,3% dei pazienti che hanno ricevuto Molnupiravir è stato ricoverato in ospedale fino al giorno 29, rispetto al 14,1 percento dei pazienti trattati con placebo che sono stati ricoverati o sono morti. All'analisi ad interim, Molnupiravir ha ridotto il rischio di ospedalizzazione o morte di circa il 50%; Il 7,3% dei pazienti che hanno ricevuto il farmaco è stato ricoverato in ospedale o è deceduto fino al giorno 29 dopo la randomizzazione (28/385), rispetto al 14,1% dei pazienti trattati con placebo. Fino al giorno 29, non sono stati segnalati decessi nei pazienti che hanno ricevuto, Molnupiravir rispetto agli 8 decessi nei pazienti che hanno ricevuto il placebo. Su raccomandazione di un comitato di monitoraggio dei dati indipendente e in consultazione con la Food and Drug Administration (FDA) statunitense, il reclutamento nello studio è stato interrotto anticipatamente per i risultati positivi ottenuti. L'analisi ad interim pianificata ha valutato i dati di 775 pazienti che erano stati inizialmente arruolati nello studio MOVe-OUT di fase 3 il 5 agosto 2021.

Al momento della decisione di interrompere il reclutamento sulla base dei convincenti risultati provvisori di efficacia, lo studio si stava avvicinando al reclutamento completo di Fase 3 di 1.550 pazienti, con oltre il 90% del campione previsto già arruolato.I criteri di ammissibilità richiedevano che tutti i pazienti avessero un COVID-19 da lieve a moderato confermato in laboratorio, con insorgenza dei sintomi entro 5 giorni dalla randomizzazione dello studio. Tutti i pazienti dovevano avere almeno un fattore di rischio associato a un esito sfavorevole della malattia all'ingresso nello studio. Molnupiravir ha ridotto il rischio di ospedalizzazione e/o morte in tutti i sottogruppi chiave; l'efficacia non è stata influenzata dal momento dell'insorgenza dei sintomi o dal fattore di rischio sottostante. Inoltre, sulla base dei partecipanti con dati di sequenziamento virale disponibili (circa il 40% dei partecipanti), Molnupiravir ha dimostrato un'efficacia coerente tra le varianti virali Gamma, Delta e Mu.

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Linda Di Benedetto