Consigli per chi ha malattie cardiovascolari ai tempi del Covid-19
(Ansa)
Salute

Consigli per chi ha malattie cardiovascolari ai tempi del Covid-19

Paure di andare in ospedale e chiamare il medico stanno allontanando dalla sanità le persone con problemi al cuore. Ma è un grave errore

Un effetto collaterale dell'emergenza coronavirus sta diventando il rischio che la popolazione sottovaluti una delle problematiche più diffuse e pericolose: le malattie cardiovascolari che ancora restano la principale causa di decessi nel mondo. Solo in Italia si parla di circa 9 milioni di persone che, in maniera più o meno grave, presentano queste patologie e necessitano, ora più che mai, di consapevolezza per contenere i rischi e continuare a seguire tutte le iniziative terapeutiche appropriate.

Stefano Carugo, professore di Cardiologia dell'Università Statale di Milano, Direttore del Dipartimento Cardio Respiratorio dell'ASST Santi Paolo e Carlo di Milano e coordinare dell'Hub Emodinamico Lombardo, delinea un quadro poco rassicurante lanciando un appello a tutti coloro che in Italia soffrono di cardiopatie o malattie vascolari.


Il Prof. Stefano Carugo


«I dati sono oggettivi. In Lombardia la percentuale di quanti si presentavano in ospedale per risolvere problemi cardiovascolari è calato del 60% e anche il resto d'Italia sta assistendo a una diminuzione preoccupante. Invece di chiamare il 118 o il 112 molti decidono malauguratamente di aspettare anche due o tre ore. La cosa ancora più preoccupante è che molti pazienti (uomini e donne) tra i 50 e i 60 anni arrivano in ospedale dopo 3/4 ore dalla manifestazione dei primi sintomi, quando è troppo tardi e sono ormai irrecuperabili».

La causa principale è la paura di infettarsi?

«Oggettivamente, soprattutto in certe aree lombarde, in un primo periodo ci sono state gravi difficoltà operative. I numeri di emergenza, abituati a gestire migliaia di chiamate al giorno hanno superato ogni possibilità umana. Poi, però, la situazione si è stabilizzata ed è iniziata la paura di essere infettati. Una paura che fa perdere minuti importanti nella decisione fondamentale di chiamare l'ambulanza o andare al pronto soccorso. Voglio essere chiaro per la tranquillità di tutti. Ora negli ospedali i percorsi tra pazienti affetti da coronavirus e quelli con altri sintomi sono totalmente isolati. Sono stati creati percorsi 'puliti' per affrontare in sicurezza tutte le patologie. Non dovete avere paura».

Quali sono i sintomi a cui prestare attenzione e i passi da compiere?

«Non devono passare più di 90/120 minuti dalla comparsa dei primi sintomi. Non bisogna sottovalutare il problema e, soprattutto, non bisogna aspettare. Il tempo è un fattore fondamentale. Per l'infarto i sintomi più ricorrenti sono un dolore al petto cupo e profondo sotto lo sterno che si irradia alla mandibola e al braccio. È un dolore che non cambia con il respiro e non passa con gli antidolorifici, accompagnato da un senso di oppressione e di fiato corto. Per l'ictus sono la perdita di mobilità, farfugliare o parlare male, vedere male e offuscato, riscontrare emorragie ai capillari degli occhi».

Le persone con problemi cardiaci possono avere maggiori complicazioni se attaccate dal coronavirus?

«Il covid-19 colpisce principalmente due organi creando complicanze gravi: i polmoni e il cuore. I polmoni subiscono una pesante infiammazione e in certi casi una fibrosi che ne modifica la densità. Il cuore sviluppa una miocardite (infiammazione al miocardio o pleurite) e scompenso che porta all'insufficienza cardiaca. Anche nei più giovani si manifestano fenomeni trombotici a cuore e polmoni che determina un rapido e imprevedibile peggioramento. I casi riscontrati dimostrano una percentuale di 80% persone colpite ai polmoni e 20% al cuore. La maggior parte dei problemi più gravi si risolvono in terapia intensiva. Certo non è mai stato riscontrato un virus che abbia dato questi problemi e ci obbligano ad una allerta costante a cui saremo obbligati sicuramente per due mesi e forse più, anche perché i contagiati sono in aumento. Non sappiamo ancora nulla sull'immunità e ci sono stati casi di recidive».

Si è a lungo parlato di problemi che alcuni farmaci per il cuore potrebbero dare in relazione al coronavirus. Possiamo dare delle spiegazioni chiare in merito?

«Non esiste nessuna dimostrazione che gli ace-inibitori possano avere influenze negative. Continuate a fare regolarmente le cure che vi sono state assegnate»

Quindi è fondamentale continuare a prendere le medicine prescritte dal medico.

«Dirò di più. Oggi sembra che il problema sia recuperare cibo o prendere d'assalto gli scaffali dei supermercati per rimpinzarsi di pasta, pizza e dolci. Il vero problema è mantenere una dieta sana e ridurla (soprattutto nei carboidrati) visto che l'attività fisica è diminuita giocoforza. Invece, chi è in cura deve andare regolarmente in farmacia a prendere i farmaci assegnati. Prendete le medicine! Lo dico soprattutto ai cardiopatici, ai diabetici, ai polipatologici, a chi soffre di colesterolo alto. E anche alle donne che spesso sottovalutano i rischi cardiaci e costituiscono la percentuale più alta di fumatrici nella popolazione italiana e, utilizzando contraccettivi, sono soggette a scompensi ormonali da tenere sotto controllo».

Possiamo dare alcuni consigli da seguire validi per tutti in questo periodo?

«Posso offrire il decalogo che consiglio ai miei pazienti:
1 - State in casa è la migliore arma che abbiamo contro il contagio.

2 - Pensate a prendersi cura di voi stessi e a prendere le medicine che vi sono state prescritte più che al cibo.

3 - In caso di dubbi non abbiate vergogna di telefonare al proprio medico di base o specialista di riferimento e soprattutto non preoccupatevi di insistere, anche se non vi rispondono al primo squillo (se potete mandate mail o sms)

4 - Non abbiate paura di andare in ospedale perché sarete protetti

5 - Tenete una alimentazione leggera. Eliminate i fritti, i formaggi, i superalcolici. Un bicchiere di vino/birra al giorno e limitate gli zuccheri. Pulite bene frutta e verdura sotto acqua corrente che consumate a crudo.

6 - Fate movimento in casa come potete, soprattutto se siete anziani. Pulite casa, fate il bucato, stirate, cucinate, ballate sentendo la musica, alzatevi spesso dalla poltrona o dal divano. Vestitevi ogni mattina e cambiatevi la sera. Uscite con mascherine e guanti per fare la spesa facendo, prima, il giro dell'isolato e prima di entrare in casa buttate i guanti e la mascherina e passatevi le mani con disinfettanti alcolici.

7 - Mantenete attivo il cervello. Giocate a carte, fate un solitario, leggete, fate le parole incrociate, pregate, dite il Rosario. Telefonate a chiunque conoscete. Mantenere i rapporti sociali e tenere attiva la mente è il modo migliore per prevenire l'ansia che è un fattore di rischio cardiovascolare.

8 - Dedicate tempo nella giornata per mantenere puliti voi stessi (soprattutto mani, denti, parti intime, piedi). Usate creme per mantenere morbida la pelle di corpo e mani. Dedicate cura al vostro corpo approfittando del tempo a disposizione

9 - La casa deve restare un luogo protetto. Areatela e pulitela con regolarità. Cambiate spesso e lavate ad alte temperature la biancheria. Non usate asciugamani in comune (ciascuno usi il suo). Non fate entrare estranei e se è necessario indossate entrambi mascherina e guanti e poi disinfettate (i detersivi disinfettanti che usate solitamente vanno bene). Lasciate le scarpe all'ingresso.

10 - Abbiate cura di voi e degli altri, aiutate le persone in difficoltà e dite una preghiera prima di addormentarti. Fa bene al cuore e all'anima.

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Elena Fontanella