Matteo Renzi
ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI
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E il "Bullo" è contro le manette per chi evade le tasse

La Procura di Firenze ha chiuso le indagini contro i genitori di Renzi per una presunta bancarotta fraudolenta e false fatturazioni da 200 mila euro. Una vicenda che si lega alle decisioni del Governo

Ieri la Procura di Firenze ha chiuso le indagini a carico dei genitori di Matteo Renzi. I due erano finiti agli arresti nei mesi scorsi, con accuse che andavano dalla bancarotta fraudolenta all'emissione di false fatture. Secondo i pm c'era la loro mano nel fallimento di alcune cooperative che ruotavano attorno all'azienda di famiglia. E da quel che si capisce, ora i magistrati sono convinti di avere trovato le prove per sostenere l'accusa e chiedere il processo per papà e mamma Renzi.
Non ci fossero di mezzo i genitori dell'ex presidente del Consiglio e attuale capo di Italia viva, ovviamente la faccenda potrebbe essere registrata in cronaca, fra le molte che quotidianamente ci tocca riportare. Di imprenditori accusati a torto o a ragione di aver fatto i furbi, emettendo fatture false e contribuendo in maniera truffaldina al dissesto aziendale sono piene le aule di tribunale. La vicenda però non può essere liquidata come un fatto di cronaca perché si innesta con una questione politica. In particolare con una misura che dovrebbe far parte della manovra del nuovo governo, ovvero con le manette agli evasori.

Di mettere ai ceppi chi non paga le tasse, condannando i responsabili a pene esemplari, si discute da anni e tuttavia da anni quasi nessuno è mai finito dietro le sbarre, mentre al contrario l'evasione fiscale continua a crescere. Il governo guidato da Giuseppe Conte, allo scopo di far digerire agli italiani le prossime tasse sugli affitti, quelle sulle bibite e i tagli alle detrazioni fiscali, ha deciso perciò di rispolverare la questione. L'obiettivo è chiaro: il premier e i grillini che lo appoggiano vogliono poter dire ai contribuenti che li stangano con nuove imposte, tuttavia stangheranno di più chi le imposte non le paga. Tradotto: un colpo al cerchio e un altro alla botte, così da poter procedere indisturbati nella navigazione parlamentare.

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Maurizio Belpietro