Referendum veneto: che cosa dicono quei numeri
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Referendum veneto: che cosa dicono quei numeri

Al di là delle polemiche sul meccanismo elettorale via web la vittoria dei sì ripropone con prepotenza la questione nordista

Il vero grosso risultato i promotori del referendum dell'indipendenza del Veneto, l'hanno ottenuto facendo sì che la questione veneta, quindi, più generale, quella del Nord, tornasse di nuovo prepotentemente nel dibattito politico.

Con la crisi del centrodestra ed i conseguenti governi tecnici e delle larghe intese, di tutte quelle tematiche, inizialmente proprie della Lega, ma successivamente ben assimilate da tutta la coalizione vennero tutte archiviate. Può essere stato in buona fede, date le urgenze economiche, o può essere stato un sistematico insabbiamento, come sostengono non in pochi fatto è, che di "federalismo fiscale", "costi standard"  e via dicendo, non si parlò più. Si consideri come questo era un tema ormai condiviso dagli italiani. Nel maggio 2009, per il 65% si dicevano favorevoli al federalismo fiscale, ma per l'effetto di cui sopra, nel 2011 il dato crollava al 30%.

Veniamo al referendum. Tralasciamo il non consono sistema di voto (gazebo, web), e concentriamoci sui numeri, facendo qualche calcolo.

Hanno votato il 63% degli aventi diritto. Molti. Si consideri che ad un referendum partecipato come quello dell'87 sulla responsabilità civile dei giudici, votarono il 59% degli aventi diritto. Quelli del '93, però, con il Paese in piena sensibilizzazione politica "da Tangentopoli" videro mediamente il 77% degli aventi diritto partecipare alla consultazione. Con quel dato, l'89% dei "sì" di questo referendum, diventerebbe 73%. Se poi consideriamo che per un voto simile, si potrebbe arrivare al 90% di partecipazione, ecco che i "sì" diventerebbero il 63%.

Considerato che non c'è stata campagna elettorale e quindi nessuno ha esposto con la dovuta forza le ragioni del "no" (furbescamente, il sito dei promotori "plebiscito.eu" riporta solo quelle del "sì" e dice che le altre verranno messe in linea successivamente), possiamo ipotizzare che il valore diverrebbe ancora più basso. Sarebbe ancora maggioranza? Non lo so, solo solo suggestioni. Certo è che proprio un anno fa, Berlusconi, in una congiuntura politica-economica-personale terribile, è riuscito a recuperare quindici punti agli avversari nel giro di un mese.

 

Ma è certo che la questione del Veneto, e più in generale quella del Nord, c'era e rimane. Quei numeri lo dimostrano.

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Arnaldo Ferrari Nasi

"Arnaldo Ferrari Nasi; Sociologo, specializzato nel campo della Pubblica Opinione.
Membro della Società Italiana di Scienza Politica e della Società Italiana di Sociologia, è docente a contratto presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Genova. Collabora inoltre con il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Bari e con la Scuola Superiore di S. Anna di Pisa. Fornisce consulenza ad alcune tra le più autorevoli istituzioni ed enti dello Stato, importanti nomi del mondo politico e di quello delle aziende private. E' Maggiore della Riserva dell'Esercito Italiano."

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