reddito di cittadinanza
ANSA/ LUCA LAVIOLA
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Il Reddito di cittadinanza e la follia delle pene

Chi fa il furbo sul nuovo sussidio rischierà fino a sei anni di reclusione: uno in meno di quel che prevede il Codice penale per l’omicidio colposo

In Italia, da qualche anno, la qualità e l’equilibrio delle norme lascia molto a desiderare. Soprattutto in campo penale. Va detto, però, che le ultime prescrizioni in materia di Reddito di cittadinanza superano ogni livello. La nuova norma prevede infatti che “chiunque, al fine di ottenere o mantenere il beneficio, mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi, o attestazioni di cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente il Reddito di cittadinanza è punito con la reclusione da due a sei anni”.
Insomma, chi fa il furbetto con il Reddito di cittadinanza rischia di finire in carcere per sei anni. Una pena smisurata, se confrontata con quella riservata per esempio all’omicidio colposo, individuato dall’articolo 589 del Codice penale, che è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Anche il furto semplice (articolo 624) prevede una pena inferiore: la reclusione da sei mesi a tre anni.
In teoria, sostengono già certi buontemponi che affollano i corridoi dei tribunali, chi un domani volesse organizzare una bella truffa con il Reddito di cittadinanza troverà convenienza a uccidere il controllore che dovesse scoprirlo, magari investendolo “casualmente” con l’automobile: a quel punto, basterà convincere il giudice che l’omicidio è stato colposo, e la pena sarà inferiore.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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