Reato di clandestinità, le cose da sapere
News

Reato di clandestinità, le cose da sapere

Il ministro della Giustizia ha preparato un decreto per depenalizzare l'immigrazione clandestina, ma scoppia la polemica. Il nostro sondaggio

Si torna a parlare della depenalizzazione del reato di immigrazione clandestina. Il provvedimento era già previsto nella legge delega sulla messa alla prova, del 2014, ma poi era sparito.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha preparato un decreto che avrebbe dovuto essere approvato oggi. Ma il via libera del governo è slittato al 15 gennaio, probabilmente anche per l'opposizione del Ncd di Angelino Alfano. È probabile infatti un dietrofront su tutta la linea. Nel frattempo è infatti scoppiata la polemica politica, tra i sostenitori dell'iniziativa del governo e chi, come la Lega, si oppone strenuamente.

Ma che cos'è esattamente il reato di clandestinità, perché il governo vuole abolirlo e perché i suoi sostenitori lo difendono?

Che cosa è

La registrazione di migranti al porto di Pozzallo, in SiciliaGIOVANNI ISOLINO / AFP /Getty Images

Il reato di clandestinità ("ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato italiano") è stato introdotto con la legge 94 del luglio 2009. La pena prevede un'ammenda da 5 a 10mila euro, e l'espulsione.

La norma punisce sia chi si introduce illegalmente nel Paese, sia chi, anche entrato con un visto o un regolare permesso di soggiorno, rimane in Italia illegalmente dopo la scadenza del suo titolo di soggiorno o del visto (in questi casi, si parla di “overstayers”).

Il clandestino, se identificato, riceve un provvedimento di esplusione. Se è impossibile identificarlo, viene accompagnato in un Cie (Centro identificazione e espulsione), dove sarà identificato e poi espulso.

Il parere dell'Europa

Nel 2011 la Corte di Giustizia Europea esprimendosi sul caso di Hassan El Dridi (un algerino condannato dal tribunale di Trento ad un anno per mancato rispetto di un ordine di espulsione), ha bocciato la legge italiana sulla clandestinità. Nella motivazione si legge, tra l'altro, che "può compromettere la realizzazione dell'obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali".

Perché vogliono depenalizzarlo

Franco-RobertiIl procuratore nazionale antimafia, Franco RobertiAnsa

- La prima motivazione, in accordo anche con la sentenza della Corte europea, è che il reato non punisce un comportamento (come, ad esempio, la pena nel caso di un furto), ma soltanto uno status: quello di essere arrivato in Italia senza averne titolo.

- Da quando è in vigore, il reato di clandestinità comunque non è servito da dissuasore: i flussi migratori verso l'Italia sono continuati costantemente anche dopo l'approvazione della legge.

- In più c'è una spiegazione pratica, legata alle indagini sugli scafisti e le organizzazioni che portano illegalmente gli immigrati in Italia. Lo spiega oggi sulle colonne di Repubblica il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti. Secondo lui il reato di immigrazione clandestina è "un ostacolo alle indagini". Con la depenalizzazione del reato "sarà più facile individuare e colpire i trafficanti di esseri umani". Il nodo sono "le regole da seguire per raccogliere le dichiarazioni dei migranti, a seconda se debbano essere esaminati come indagati di immigrazione clandestina, quindi con le necessarie garanzie difensive, oppure se devono essere considerate persone informate sui fatti, se non addirittura delle vittime di tratta", spiega Roberti. "Il differente trattamento può determinare conseguenze per l'uso delle dichiarazioni, che sono fondamentali per ricostruire le reti del traffico. Se viene sentito come imputato, l'immigrato può tacere trincerandosi dietro la facoltà di non rispondere o peggio depistare le indagini".

- E poi c'è un ulteriore problema, come spiega sempre Roberti: "l'eventuale pena non viene quasi mai eseguita perché ovviamente il migrante non ha la possibilità di pagare". Secondo il procuratore "sarebbe più utile, dopo aver trasformato l'immigrazione clandestina in un illecito amministrativo, conservare il rilievo penale solo per chi viola gli eventuali provvedimenti amministrativi di espulsione. Tenendo conto che spesso, in un secondo momento, ai migranti può essere riconosciuto lo status di rifugiato".

Perché non vogliono depenalizzarlo

Luca Zaia, Matteo Salvini e Roberto Maroni (d) sul palco durante la manifestazione della Lega Nord contro il Governo Renzi, Piazza del Popolo, Roma, 28 febbraio 2015. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, critica l'intenzione del governo di cancellare il reato di immigrazione clandestina. "Ma vi pare normale che mentre il popolo italiano chiede sicurezza, certezza delle pene, identificazioni certe degli stranieri sul territorio, non vuole più vedere fantasmi senza identità che girano nei territori (11 mila soltanto in Veneto) - si chiede Zaia - il governo abolisca uno dei pochi capisaldi posti dalla legislazione a garanzia e tutela delle comunità? Piuttosto che potenziare gli strumenti legislativi e concessi dal diritto, li si abolisce".

"Chi voleva la dimostrazione dello scollamento fra popolo e politica, tra buon senso e azione di governo, ne ha ora la prova - conclude Zaia - Come nel Titanic l'orchestrina continuava a suonare mentre il transatlantico affondava, il Palazzo continua nei suoi riti incomprensibili mentre il popolo continua ad aver paura e sempre meno fiducia nelle istituzioni. Che segnale diamo al terrorismo e a chi viene qui soltanto per delinquere? Il segnale di uno Stato imbelle". (ANSA).

I più letti

avatar-icon

Redazione