Quale futuro post Covid-19 per la pallavolo in Italia
(Fipav)
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Quale futuro post Covid-19 per la pallavolo in Italia

Il Presidente federale, Cattaneo, racconta l'attuale difficile momento di una disciplina tra le prime a chiudere ma con una gran voglia oggi di ripartire

Anche la pallavolo è pronta a ripartire. Lo assicura il presidente federale Bruno Cattaneo, uomo fermo, deciso e talvolta con idee controcorrente, come accaduto in tempi non sospetti durante la pandemia Covid-19 quando ha deciso di chiudere i campionati maschili e femminili di pallavolo ricevendo non poche critiche. Ma quella decisione, a distanza di mesi, gli ha dato ragione. "Sono rimasto alla finale di Coppa Italia maschile, a quei 9000 spettatori assiepati sugli spalti dell'Unipol Arena di Bologna. Parliamo della fine del mese di febbraio. Lì abbiamo potuto giocare per espressa autorizzazione del Prefetto.


Bruno Cattaneo, Presidente Fipav


Le decisioni assunte? Mi sono preoccupato della salute di tutti, il sentimento è quello di ripartire al più presto ma non abbiamo il potere di andare contro la situazione che al momento ha messo in ginocchio persino il sistema calcio. Se la Federcalcio ancora di questi tempi sta studiando la formula migliore per ripartire e concludere i campionati, vuol significare che la scelta della Federvolley di mettere fine alla stagione è stata quanto mai opportuna".

Come vorrebbe che la pallavolo ripartisse?

"Con tutte le sue 4300 società e i rispettivi territori verso cui la federazione ha effettuato investimenti per 5 milioni di euro. Le Società sono al centro della Federvolley. Guardiamo agli ultimi 20 anni della nostra pallavolo! Siamo la seconda Federazione in Italia per tesserati, vantiamo dirigenti e società di alto livello, siamo ad oggi la nazione detentrice della Champions League al maschile e al femminile. Non solo ma è grande il radicamento sul territorio anche dalle Nazionali. Conquistata doppia qualificazione alle Olimpiadi con uomini e donne, stesso discorso nel beach volley con Nicolai-Lupo, per non parlare poi della nazionale paralimpica femminile di Sitting Volley. Ai risultati delle seniores, ci abbiniamo poi l'esaltante scalata a delle nostre nazionali a livello giovanile dove siamo tra i più forti di sempre".

Quindi cosa fare per agevole le Società a ripartire?

"Ci siamo scontrati con la burocrazia e l'indifferenza a volte delle istituzioni. Per i club abbiamo resa simbolica la nostra affiliazione, ridotto le quote di tesseramento per gli atleti in funzione degli anni di età, ridotto la quota per il tesseramento dei tecnici, e la Federvolley si è caricata sulle spalle tutti i costi dell'attività giovanile. Nessuno ha pensato ai timori legati al fatto che siamo sport scolastico. Le palestre delle nostre società saranno utilizzate per lezioni. L'uscita del protocollo varato dal Comitato tecnico scientifico ha spiazzato un po' tutti sulle normative vigenti da seguire. Le garanzie per ripartire ci sono, ma dobbiamo essere consapevoli che tutti dovranno fare sacrifici come li sta facendo la Federazione.

I rapporti con le leghe di Serie A Maschile e femminile come sono alla luce delle decisioni assunte di chiudere anticipatamente la stagione?

"Ripeto siamo stati profetici con la scelta di chiudere tutti i campionati ad ogni livello. Decisione complessa, dolorosa e coraggiosa e che ha avuta la salvaguardia della salute. Di contro non ho capito la reazione delle due Leghe quando in sintesi entrambe avevano condiviso con noi lo stesso cammino. Abbiamo poi riportato i due comunicati da loro prodotti in modo tale da permettere alla gente di comprendere meglio la situazione. In ogni caso i rapporti sono più che buoni e stiamo lavorando insieme per una stagione che sarà importante per tutti".

Per il beach volley, quando si potrà tornare all'agonismo?

"Sull'attività agonistica ci si può allenare ma con la mascherina. Io capisco e condivido le preoccupazioni di tanti però non dipende da noi, e ci stiamo attenendo alle linee guida del 17 maggio. Abbiamo purtroppo delle limitazioni e dobbiamo attendere le indicazioni del Ministero della Salute e dello Sport. Altro aspetto: esiste un problema di responsabilità nel caso di violazione delle normative vigenti che porta nel penale".

Quindi?

"La Giunta Esecutiva della Fipav ha emanato un aggiornamento del protocollo reso noto in data 21 maggio. Il documento, presenta alcune novità che tengono conto sia dell'andamento epidemiologico attuale sia di una continua analisi della documentazione governativa prodotta; il tutto nel rispetto e in ottemperanza a quanto disposto dal DPCM del 17 maggio. Nel beach volley, ad esempio, oltre alle forme individuali, sarà consentito anche il il 2vs2 non prevedendo però "attacco contro muro" o "la ricezione in zone di conflitto", salvo che non venga indossata la mascherina. Per ciò che riguarda la pallavolo, invece, viene differenziata l'attività riguardante l'alto livello (serie A e squadre Nazionali), Campionati Nazionali (Serie B) e Under 19 dalle altre. All'interno di queste categorie, ad esempio, sarà consentito il 6 vs 6, ma indossando la mascherina nel caso in cui non si possa garantire la distanza di sicurezza dei 2 metri. Per le categorie dei Campionati di Serie (Regionali e Territoriali), i Campionati di Categoria fino all'under 17 (compresa) e l'attività promozionale invece è consigliato lo svolgimento delle attività all'aperto laddove possibile".

Sul Sitting Volley, quali le indicazioni?

"In ultimo, per ciò che riguarda il sitting volley, sono consentite tutte le forme di allenamento in gruppi, esercizi sintetici e tutte le forme di gioco dal 2vs2 al 4vs4 (2 in prima linea e 2 in seconda linea). Anche in questo caso andrà indossata la mascherina nel caso in cui non si possa garantire la distanza di sicurezza dei 2 metri. Per gli atleti di interesse nazionale viene sempre raccomandato il ricorso a test sierologici preventivi".

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Piero Giannico