Eric Garner: il video-choc che ha indignato l'America
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Eric Garner: il video-choc che ha indignato l'America

Esplodono nuove proteste a New York dopo l'ennesima assoluzione di un agente che ha strangolato un venditore ambulante di sigarette di colore

In decine di migliaia sono scesi in strada a New York, Philadelphia, Los Angeles per protestare contro la decisione del Grand juri di Long Island, di non incriminare il poliziotto bianco responsabile della morte dell'afro-americano Eric Garner, un presunto venditore di sigarette di contrabbando morto soffocato durante l'arresto. Ma non è stata, questa volta, una nuova Ferguson. Le proteste sono state pacifiche. Ci sono stati arresti, quello sì, ma per blocco del traffico. New York dice no, il motto della marcia con epicentro a Time Square ma dilagata in tutta la Grande Mela, compreso il blindatissimo Rockfeller Center. Gente di ogni età, razza e classe sociale ha voluto manifestare il suo dissenso. Tra la folla anche Spike Lee con il figlio.

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Il quartiere dove Garner è morto lo scorso 17 luglio, Staten Island, è stato tappezzato con striscioni con la scritta Non riesco a respirare, le parole che l'uomo ripete ben 11 volte all'agente che lo tiene per il collo durante l'arresto. A differenza di quanto non sia avvenuto a Ferguson, il Grand Jurì non ha motivato il verdetto. "Non capisco come possano aver escluso un nesso diretto tra la morte di Eric e l'azione dell'agente", ha dichiarato la madre della vittima, "quale video gioco guardavano se non quello che tutto il mondo ha visto". Sulle tv e i social media il filmato shock del poliziotto che immobilizza Garner, assalito dai poliziotti nonostante fosse disarmato e apparentemente innocuo, è impazzato.

Nel suo primo commento pubblico, l'agente Daniel Pantaleo, ha detto di pregare per la famiglia di Garner: "Sono diventato poliziotto per proteggere gli altri, non è mai stata mia intenzione fare del male e sono desolato per la morte del signor Garner". Eloquenti le parole di Barack Obama. "Siamo di fronte ad una questione che riguarda tutta l'America. In questo Paese, fino a quando non saranno tutti uguali di fronte alla legge, questo resterà un problema. E il mio compito come presidente è risolverlo".


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