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La Procura europea: cos'è e a cosa serve

Approvata dall'Europarlamento, contrasterà le frodi contro il bilancio Ue. A partire dai 50 miliardi di gettito Iva persi ogni anno

Il Parlamento europeo ha dato il via libera alla nuova “Procura europea”: il 5 ottobre, con 456 voti favorevoli, 115 contrari e 60 astenuti, ha varato la risoluzione che prevede la creazione dell’European public prosecutor office (Eppo), un ufficio giudiziario centrale contro l'uso fraudolento dei fondi dell’Unione europea.

Che cos'è

Per varare definitivamente (e operativamente) l’Eppo serviranno almeno tre anni: da quel momento, la nuova "Procura europea" coordinerà le indagini nazionali sulle frodi a livello comunitario, avrà competenza giurisdizionale esclusiva, e dovrà perseguire penalmente ogni abuso.

Sarà, insomma, un organismo indipendente, composto da magistrati, e specializzato nella lotta alla criminalità finanziaria nell'Ue.

Una volta istituita, la Procura europea sarà dotata dei poteri d’indagare e di perseguire alcuni specifici reati ai danni del bilancio dell'Unione, come la corruzione o le frodi relative ai fondi Ue oltre i 100 mila euro, oppure le frodi sull’Iva a livello transfrontaliero, purché superiori a 10 milioni di euro.

A cosa serve

Oggi gli interessi finanziari dell'Unione non sono sufficientemente tutelati e le frodi transfrontaliere in materia di Iva costituiscono una grave perdita per i bilanci nazionali che ogni anno perdono almeno 50 miliardi di gettito Iva in frodi transfrontaliere. La criminalità organizzata guadagna altri miliardi di euro eludendo le norme nazionali ed evitando le azioni penali.

Oltre all’Iva, nel 2015 gli Stati membri hanno individuato e segnalato alla Commissione Ue irregolarità fraudolente per circa 638 milioni di euro.

La Procura europea dovrebbe garantire una maggiore efficacia dell'azione penale e un migliore recupero delle somme oggetto di frode.

Chi ne fa parte

L'8 giugno 2017 sono stati 20 gli Stati che hanno raggiunto un accordo generale sull'istituzione della nuova Procura europea. Sono Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Spagna e Slovenia.

In questa fase non tutti gli Stati membri hanno deciso di partecipare alla Procura europea, ma chi non l'ha fatto potrà aderire in qualsiasi momento, anche dopo l'adozione del regolamento.

Come funziona

L’Eppo avrà una struttura collegiale, basata su due livelli. Il primo livello, quello centrale, sarà costituito da un “procuratore principale europeo”, assistito da quattro sostituti procuratori, che avrà la responsabilità generale dell'ufficio.

Esisterà poi un livello decentrato, costituito da “procuratori delegati europei” attivi nei singoli Stati membri: costoro saranno incaricati delle indagini e delle azioni penali, da condurre sulla base del regolamento Eppo e della legislazione dello Stato membro.

In ogni Stato membro dovrà essere presente almeno un procuratore europeo delegato che potrà continuare a esercitare anche le funzioni di pubblico ministero nazionale.

I compiti del procuratore

Il procuratore centrale monitorerà, dirigerà e controllerà tutte le indagini e le azioni giudiziarie intraprese dai vari procuratori delegati europei, garantendo così una pratica d’indagine coerente in tutta Europa.

Se lo riterrà necessario ai fini dell’indagine o dell’azione penale, potrà esercitare la sua autorità anche direttamente.

Verrà nominato dal Consiglio (a maggioranza semplice), con l’approvazione del Parlamento europeo, sulla base di una rosa di candidati selezionata dalla Commissione: durerà in carica otto anni.

I procuratori delegati invece verranno nominati dal procuratore centrale in base a un elenco di almeno tre candidati per Stato, presentati dagli Stati membri interessati. Dureranno in carica cinque anni, rinnovabili.

Il procuratore centrale avrà anche il potere di revocare i procuratori delegati se non dovessero rispondere più ai requisiti o ai criteri necessari per le loro funzioni, oppure se abbiano commesso una colpa grave.

Come funzionano le indagini

I procuratori svolgeranno indagini in tutti gli Stati membri in modo coordinato, scambiando più rapidamente le informazioni e unendo gli sforzi per assicurare il coordinamento delle indagini, la confisca o il congelamento dei beni e, se necessario, chiedendo l'arresto dei sospetti nell'ambito di una strategia europea comune in materia di indagini e di azioni penali.

Gli investigatori della Procura europea opereranno come organismo unico con procedure semplificate, superando la cooperazione più lunga e complessa tra le diverse autorità nazionali, cui attualmente si ricorre per il trattamento di singoli casi.

Ma non bastano gli enti antifrode esistenti?

Gli attuali organi investigativi dell'Unione europea, e cioè l’Olaf (Ufficio per la lotta antifrode), Eurojust (Agenzia europea per la cooperazione giudiziaria penale) ed Europol (Ufficio europeo di polizia), non possono svolgere indagini penali o promuovere l'azione penale nei casi di frode.

L'Olaf, in particolare, deve limitarsi a riferire i risultati delle sue indagini alle autorità nazionali competenti: spetta loro decidere poi se avviare o meno un procedimento penale.

Inoltre, l'azione di contrasto è frammentata tra gli Stati membri, che non sempre adottano le misure necessarie per contrastare i reati ai danni del bilancio dell'Unione. Finora, stima l’Olaf, soltanto il 50% circa delle raccomandazioni giudiziarie trasferite alle autorità giudiziarie nazionali si sono concluse con un rinvio a giudizio con differenze notevoli da uno Stato membro all'altro.

Inoltre, il tasso di successo delle azioni penali riguardanti i reati ai danni del bilancio dell’Ue (che varia notevolmente da uno Stato membro all’altro: si va dal 20% a oltre il 90%) è stato spesso compromesso dalla mancanza di risorse nazionali e dalla frequente necessità di raccogliere prove fuori dal territorio nazionale.

Le autorità giudiziarie e di polizia nazionali sono in grado di agire solo entro i confini dei singoli Stati, mentre incontrano forti limitazioni nel contrasto dei reati di dimensione transfrontaliera.

Infine, l'esiguo numero di azioni penali produce una quota molto bassa di recupero degli importi frodati. Gli autori di frodi a danno del bilancio dell'Unione sanno pertanto di avere buone possibilità di mantenere i proventi dei loro reati, proprio perché manca una coordinata azione repressiva. Quando la Procura europea funzionerà, forse non sarà più così.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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