primo giorno scuola
(Ansa)
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Propositi e sogni di un anno scolastico che va a cominciare

Un nuovo anno scolastico e un nuovo inizio per un’istituzione stanca e afflitta dai consueti problemi che saranno insolubili finché ci si dedicherà alla scuola con trascuratezza, disimpegno e senza investimenti in ciò che conta davvero. Eppure serve rivolgerle ancora una volta un augurio, eccolo

Cara scuola,

ti scrivo, così mi concentro un po’…sì, perché dopo i mesi estivi di inattività, quando la scuola a settembre riapre i cancelli necessita di attenzioni particolari affinché la ripartenza non sia un obbligo che porti a vivacchiare, ma al contrario un tempo contrassegnato da intenzione, metodo, desiderio, determinazione.

Cara scuola, di questo hai bisogno: l’intenzione di chi ti vive – come docente, come genitore, come studente – deve restare propositiva, nonostante i mali che ti affliggono siano sempre gli stessi: cattedre che non hanno un docente titolare e talvolta nemmeno un docente supplente, edifici brutti in cui si dovrebbe insegnare il bello, relazioni affaticate da rapporti logori e stereotipati, regole di ingaggio determinate dalla burocrazia più che dal buon senso di remare nella stessa direzione. L’intenzione deve essere sostenuta dal metodo: quello con cui si trasmetteranno i saperi, quello con cui ci si comporterà con gli altri, quello con cui si dovrà affrontare i pomeriggi di studio. Senza metodo, si vive alla giornata e la scuola diventa un parcheggio bimbi, un dopolavoro, un non luogo con banchi, sedie e persone dentro un edificio.

Cara scuola, l’augurio è quello che dal basso in ogni aula ci sia il desiderio di costituire una piccola comunità che si ritrovi il 12 settembre insieme e provi a essere diversa e migliore quando ci si saluterà l’8 giugno. Ancora, l’augurio è quello che chi ti guida sia determinato a curarti come si deve, mettendoti al centro dell’azione politica, se davvero sei pietra angolare di una società civile.

Cara scuola, ti scrivo anche pensando ai milioni di studenti che affronteranno una classe prima. Ci saranno i piccolissimi, quelli che in questi giorni hanno comprato uno zaino colorato, un astuccio nuovo di zecca e con paura ed emozione varcheranno il cancello di una primaria carichi di speranze e con le lacrime agli occhi sopra i loro sorrisi sdentati. Abbi cura di loro affinché questa generazione abbia cura di te. Ci saranno anche gli studenti di prima media, alle prese con un cambio di ambiente, di compagni, di docenti: il loro è un momento critico che non gode di alcuna popolarità, eppure la scuola media inciderà moltissimo sulle relazioni, sulle amicizie, sulle passioni, sulle basi culturali e sul rispetto nei confronti della scuola e dei suoi doveri. Abbi cura di loro che si trovano alle porte dell’adolescenza e che non sanno ancora distinguere ciò che è buono da ciò che è attraente ma pericoloso. Abbi cura di loro affinché questi studenti abbiano cura di te ogni giorno, quando l’educazione familiare e il senso del dovere lascerà spazio all’autodeterminazione e al desiderio di fare per sé, quando toccherà a loro decidere insomma.

Infine, ci sono gli studenti che iniziano la prima superiore. Sono quasi mezzo milione e, a differenza degli altri, hanno scelto un indirizzo e un istituto. Si aspettano certamente molto dal percorso che stanno per iniziare. Abbi cura di loro, investendo nel personale scolastico, affinché trovino sempre un ambiente stimolante, culturale, formativo e accogliente, affinché imparino ad essere proprio così, desiderosi di sapere e accoglienti.

Cara scuola, ti scrivo per ricordarti che esisti proprio per dare a tutti le stesse possibilità di sapere e di saper fare, ma ti scrivo anche per non lasciarti sola in mezzo alla “gran tempesta” delle dichiarazioni d’amore che tutti ti dedicano e che non hanno mai séguito. Ti scrivo per dirti che non devi fidarti solo della cronaca nera che ti riguarda, perché oltre ai concorsi, ai ricorsi, alle zuffe, al bullismo, al degrado, ci sono moltissimi docenti che ti vogliono bene e che nel loro piccolo provano a fare del loro meglio, così come ci sono genitori che si affidano e che ti sono grati, così come ci sono studenti che desiderano imparare, fare amicizia e viverti in pienezza.

Cara scuola, ti scrivo ai nastri di partenza per augurarti un anno sereno, senza scandali, senza clamori, senza innovazioni a costo zero, senza nuovi modi di fare didattica nascondono il ruolo decisivo del maestro, senza metodi per non fare fatica, senza litigi in corridoio, senza cellulari sotto i banchi pronti a filmare per ferire. Buon anno vecchia mia.

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