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(Ansa)
Politica

Sarà voto di fiducia. Draghi vuol vedere i numeri e le facce

Mercoledì si andrà alla conta in Aula, mentre nel M5S si parla di una nuova scissione

Sarà voto di fiducia. L'unica certezza di questa quarta giornata di trattative in attesa dell'arrivo di Draghi alle Camere è che non si tratterà di semplici dichiarazioni ma di voto di fiducia. Dopo le sue parole infatti i parlamentari saranno chiamati ad esprimere il loro voto pro o contro l'attuale premier. Un atto "tecnico", come ha spiegato il presidente della Camera, Fico, che di fatto ha un senso politico enorme. Draghi infatti si troverà obbligato a toccare con mano i numeri della sua maggioranza. Non solo. Dato che l'altra notizia di giornata è che il Movimento 5 Stelle è alle soglie di una seconda scissione, con una quarantina di parlamentari pronti a votare si alla fiducia (ma senza diventare Dimaiani) si capisce bene come questo possa davvero cambiare le carte in tavola.

Anche perché si partirà dal Senato, dove i grillini duri-e-puri hanno un numero ancora considerevole di truppe da schierare. Ecco, quel voto risulterà fondamentale. Fossero davvero pochi i fedeli alla linea dura di Conte anche a livello formale si potrebbe dire che il Movimento 5 Stelle è con Draghi che quindi avrebbe la maggioranza richiesta per ripartire.

Ed è così che il barometro segna oggi un deciso aumento delle quotazioni della possibilità di un Super Mario Bis. Fin qui la politica.

C'è poi però l'uomo. Ed oggi Draghi, in Algeria a sottoscrivere contratti per il gas, non sembra aver cambiato idea sulle sue opinioni di qualche giorno fa. L'uomo infatti appare fermo sull'idea delle dimissioni irrevocabili.

A poco infatti sembrano essere serviti gli inviti al ripensamento arrivati davvero da ogni parte del Paese. L'ex presidente della Bce è sicuro che la sua autorevolezza personale internazionale sia la sua forza, anche politica. E resta dell'idea che il passo indietro di pochi giorni fa del M5S abbia in qualche maniera scalfito tutto questo.

Al netto di tutto cià anche oggi abbiamo assistito impotenti all'ennesima giornata di follia e contraddizioni del Movimento 5 Stelle; giornata durante la quale si è ipotizzata una nuova scissione, sono volati insulti e parole grosse nelle riunioni su Zoom ed è circolata la lista dei 40 disponibili a dare comunque la fiducia a Draghi, ministri compresi. E per finire non poteva mancare lo scaricabarile. Conte: "Ora la decisione spetta a Draghi"

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Andrea Soglio