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(Ansa)
Politica

Il fallimento ed il silenzio del Pd sui rifiuti di Roma

In 8 mesi dall'insediamento Gualtieri non è riuscito a cambiare la situazione, ma la sinistra racconta di una Roma perfetta. mentre l'alleanza con il M5S è sempre più nel nome dell'incoerenza

Caro Sindaco @robertogualtieri quando avrai finito con commemorazioni, eventi sportivi a Roma e estero, potresti mandare qualcuno a raccogliere questo schifo? Firmato Un cittadino illuso (e deluso) che ti ha votato

(facebook)

Messaggi come questo ormai spopolano sui social, come le foto dei cassonetti straboccanti (e per fortuna che la puzza non si possa fotografare) o i video dei cinghiali, veri padroni della Capitale, sempre più sfacciati nel loro aggirarsi tra le vie centralissime della città alla ricerca (facile) di cibo.Questo per dire, in maniera semplice e banale, che Roma è ancora ostaggio della monnezza e nemmeno Gualtieri ha potuto fare nulla. Certo, al situazione era talmente grave che sarebbe servita una bacchetta magica (che non esiste) ma in 8 mesi di lavoro anche l’ex ministro dell’economia si è dimostrato impotente sulle soluzioni a breve termine. E questi sono fatti incontestabili.

Tutto uguale, quindi. No. Perché a sentire certa stampa e la classica narrazione di sinistra Roma sembra essere diventata Zurigo; una città svizzera per efficienza, ordine e pulizia. In pochi secondi su internet troverete le critiche pesanti e feroci di tutto il Pd romano ma anche nazionale sulla gestione dei rifiuti della grillina Raggi o dell’Alemanno dei tempi che furono. Oggi invece il silenzio: «Cari romani, va tutto bene. Cari romani, stiamo procedendo, stiamo facendo, stiamo assumendo personale, stiamo comprando mezzi. Certo, la situazione che abbiamo trovato era drammatica. Chi c’era prima di noi ha fatto disastri….». Applausi.

Dal NAzareno però dovrebbero spiegarci come mai, in tanta efficacia svizzera, i cittadini del quartiere Monti si siano auto organizzati per una specie di ronde di controllo del cassonetto...

Che la politica sia contesto dove la verità navighi in mari molto mossi, tra propaganda, convenienza del momento, amicizie varie, tifoserie giornalistiche è cosa nota, forse persino naturale. Ma certi silenzi della sinistra (come sta avvenendo in questi giorni sulle violenze e molestie di centinaia di giovani di famiglie nordafricane avvenute a Peschiera del Garda) vanno oltre l’ipocrisia e l’opportunità politica. Sanno proprio di scorrettezza.

C’è poi, su tutto, la vera battaglia politica, locale ma allo stesso tempo nazionale. Gualtieri ha lanciato il guanto di sfida sul termovalorizzatore. E su questo siamo tutti dalla sua parte, ci mancherebbe altro. Purtroppo però la proposta sta già frenando, bloccata dal prevedibile muro grillino. E qui, da locale, il problema diventa nazionale. Perché Pd e M5S tra meno di un anno saranno alleati alle prossime politiche. Sempre più divisi, sia chiaro, ma alla fine uniti dal più classico degli slogan: «Per non consegnare il paese alla destra». Ecco quindi che per il bene dell’alleanza senza passare eccessivamente per incoerenti bisogna cercare di non forzare troppo la mano sulle attuali questioni divisive: il termovalorizzatore per i rifiuti di Roma, le armi per Kiev, l’atlantismo dell’Italia, il Reddito di Cittadinanza, la permanenza nell’attuale maggioranza.

Due forze forse mai così distanti come oggi che però tra pochi mesi saranno sorridenti l’una accanto all’altra a giurarsi amore eterno e a prometterci soluzioni miracolose per un Paese in un mare di guai. E con una capitale controllata dai cinghiali.

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Andrea Soglio