Parlamentari e italiani uguali davanti al Ponte
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Politica

Parlamentari e italiani uguali davanti al Ponte

Le vacanze sono sacre per gli italiani, politici e non. E con il ponte del primo maggio in arrivo qualcuno ha già annunciato scioperi per rendere le ferie ancora più ghiotte

Lo scivolone della maggioranza sul Def è un misto di impreparazione, sciatteria, e irresistibile richiamo del ponte del 25 aprile. Probabilmente, a parti invertite, la sinistra avrebbe saputo evitarlo, sapendo irregimentare i suoi deputati meglio degli avversari. La sfilza di scuse accampate dagli assenti (“ero a un convegno”, “ero in bagno”, “ero al bar”) dimostra che forse i peones parlamentari, e non solo loro, dovrebbero concentrarsi un po’ meno sulle esternazioni mediatiche e un po’ di più sul timbro del cartellino.

Ma questo è anche uno di quei casi in cui prima di indignarsi occorre guardarsi allo specchio. Non consola precisare che il ponte è un “must” per tutti gli italiani, non solo per i politici. I quali da questo punto di vista non sembrano molto peggiori degli elettori. Rimane un mezzo mistero come sia possibile che, mentre i numeri parlano di crisi nera, in questi giorni di festa ristoranti, alberghi, città di mare e di montagna siano state prese d’assalto. La pausa per l’italiano è d’obbligo, costi quel che costi. A Treviso non ci si può neanche curare, poiché il ponte coincide anche con la festa del santo patrono che, beffa della sorte, sarebbe anche il santo protettore dei malati. Eppure tutte le attività ambulatoriali, prenotazioni comprese, persino la chemioterapia, è stata stoppata, cosicché il personale sanitario possa incastrare i giorni di ferie. Sono rimaste in piedi solo le emergenze: per il resto, se si è fragili, si sta a casa a riposo. Non ci sono “santi”.

Ma di esempi del genere, a dimostrazione che i rappresentati non sono più giudiziosi dei rappresentanti, ce ne sono a bizzeffe. Il fatto stesso che il famigerato sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, che paralizzerà la giornata dei pendolari, sia stato fissato – guardacaso – al 2 maggio, ha una spiegazione molto semplice. Qualche ingordo della vacanza, avendo davanti la ghiotta occasione sul calendario, vuole allungare il ponte. Renderlo chilometrico, più lungo del Ponte sullo Stretto. Con la differenza che, se il ponte in Sicilia resta un sogno, quello degli italiani è una tragica realtà. In Parlamento e fuori.

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Federico Novella