Movida: il Comune potrebbe risarcire i cittadini per i danni causati dal chiasso
(Ansa)
Politica

Movida: il Comune potrebbe risarcire i cittadini per i danni causati dal chiasso

Brescia apripista con una sentenza che ha costretto la città a risarcire due residenti. Milano si prepara a mettere steward controlla-movida per strad

Con il ritorno della bella stagione, la movida torna ad animare le notti nelle città italiane. Con tutti i suoi pregi, e i tanti difetti.

Se infatti il poter uscire e stare tutta la notte all’aria aperta rappresenta uno dei principali simboli di libertà per i più e meno giovani, il contrappasso è l’arcinoto disturbo della quiete pubblica.

Schiamazzi e aggressioni sono tra i problemi più noti. Le cronache parlano chiaro: nella prima nottata di movida estiva, lo scorso fine settimana, a Bari, si sono verificate due aggressioni, da parte di giovanissimi nei confronti di coetanei, nelle principali strade della movida, via Sparano e corso Vittorio Emanuele. Ancora aggressioni a Palermo, dove un giovane è stato picchiato da tra ragazzi in via Maqueda. Risultato: trauma facciale e alcuni denti persi dalle botte ricevute. Episodi simili anche in provincia di Savona dove sono stati molteplici gli interventi delle forze dell’ordine a causa di reazioni spropositate legate all'abuso di sostanze alcoliche o per soccorrere feriti durante qualche litigio sfociato in aggressioni.

Insomma, nulla di nuovo sul fronte delle nottate estive. La morsa sembra però arrivare dalle istituzioni che sembrerebbero intenzionate a non lasciar correre queste scorribande notturne.

A Torino, il sindaco Stefano Lo Russo ha sottolineato come «non può essere lasciata alla giurisprudenza e ai tribunali, ma richiede una revisione normativa di quelli che sono i poteri che hanno i sindaci relativamente al rilascio delle licenze commerciali e alla pianificazione commerciale». Una risposta ferma dopo che la città è stata condannata a pagare un risarcimento di 200.000 euro ad alcuni residenti delle cosiddette zone dell mala movida.

Il caso apripista sembra arrivare da Brescia dove, la sentenza 14209/2023 di pochi giorni fa ha condannato il Comune al risarcimento del danno in favore di una coppia, per le immissioni di rumore nella propria abitazione, dopo più di dieci anni. La sentenza spiega come “se i rumori dovuti a chi chiacchiera a voce troppo alta o fa baccano a tarda notte sono troppo forti ed invadenti, quindi nocivi per la salute di chi abita nelle vicinanze, e non viene garantito il rispetto alle norme di quiete pubblica, il Comune ha il dovere di pagare i danni”. I coniugi bresciani si rivolsero al tribunale per la prima volta nel 2012, ottenendo ragione e un risarcimento da oltre 50.000 euro ma il Comune fece ricorso e lo vinse. Ora la corte ha dato loro ragione, ribaltando la sentenza di Appello, bacchettando quei giudici e stabilendo che spetta al Comune di Brescia garantire la tutela del privato che lamenti la lesione di un diritto alla salute. In particolare, i giudici della Suprema Corte hanno disposto un appello bis perché, attenendosi ai principi di tutela della salute, un nuovo processo quantifichi i danni subiti dalla coppia bresciana.

«Servirebbe un intervento legislativo che abbini alle responsabilità i poteri, per poi far rispettare le regole perché il danno economico per i Comuni potrebbe essere enorme» ha commentato il primo cittadini di Ravenna e presidente dell'Unione delle Province Michele De Pascale «Noi a Ravenna ci siamo cimentati più volte con ordinanze ad hoc, utilizzo di fonometri elettronici fissi, per cercare di tenere insieme il diritto alla quiete dei residenti con la vitalità dei centri o delle spiagge e il diritto a un divertimento sano anche nel cuore delle città».

A concordare con la sentenza è Alessio D’Amato, consigliere della Regione Lazio che ha sottolineato come questa sia «una sentenza importante che riconosce la prevalenza del diritto alla salute come inalienabile nei confronti della cosiddetta movida. I Comuni dovranno attrezzarsi se non vorranno essere travolti da richieste di risarcimento». Intanto, a Roma, i residenti dei quartieri - da Trastevere a Monti - si dicono pronti ad avviare una class action contro il Comune affinché li risarcisca dai danni causati dal baccano notturno.

Tra città che avviano azioni legali e altre che stanno a guardare, c’è chi prova a correre ai ripari. Come a Milano dove, Palazzo Marino, porterà al vaglio del consiglio comunale una stretta sugli orari di chiusura delle attività e la presenza di steward nelle strade più interessate dal caos movida, soprattutto nel fine settimana, che controllino l’area e mantengano a un livello accettabile la quiete pubblica.

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Marianna Baroli

Giornalista, autore

(Milano, 1986) La prima volta che ha detto «farò la giornalista» aveva solo 7 anni. Cresciuta tra i libri di Giurisprudenza, ha collaborato con il quotidiano Libero. Iperconnessa e ipersocial, è estremamente appassionata delle sfaccettature della cultura asiatica, di Giappone, dell'universo K-pop e di Hallyu wave. Dal 2020 è Honorary Reporter per il Ministero della Cultura Coreana. Si rilassa programmando viaggi, scoprendo hotel e ristoranti in giro per il mondo. Appena può salta da un parco Disney all'altro. Ha scritto un libro «La Corea dalla A alla Z», edito da Edizioni Nuova Cultura, e in collaborazione con il KOCIS (Ministero della Cultura Coreana) e l'Istituto Culturale Coreano in Italia.

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