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ANSA/MATTEO CROCCHIONI
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Italia, un paese ostaggio della politica di palazzo

Il 2020 non comincia sotto i migliori auspici con una minoranza che controlla tutto e farà ogni cosa pur di non andare al voto

Per capire come sarà il 2020 della politica e dell'Italia basta vedere cosa sta succedendo oggi, 31 dicembre.

C'è un ex ministro del M5S che si dimette e lascia il suo partito: "Il Movimento 5 Stelle mi ha deluso molto".

C'è uno dei leader dei partiti di Governo, Matteo Renzi, che chiede la fine delle due principali conquiste del governo gialloverde: Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. 

C'è il "capo politico" del partito di maggioranza relativa al Governo ed in Parlamento che perde pezzi, uno dopo l'altro e non controlla più nulla.

C'è un Premier che smentisce se stesso e, da autentico Re del trasformismo, annuncia che la sua carriera politica continuerà, magari (aggiungiamo noi) con il Pd che gli ha già aperto braccia e porte. E con buona pace dei grillini che lo hanno trasformato da avvocato qualsiasi a Presidente del Consiglio.

A mettere insieme tutto questo (e, ricordiamo, stiamo raccontando solo le ultime 48 ore) verrebbe da dire che il Governo è alla fine per le troppe divisioni interne e che presto si tornerà al voto. Ma siamo in Italia, dove, su tutto, conta il "Palazzo", con le sue regole.

Una di queste prevede che al voto anticipato si vada solo se conviene alla maggioranza dei presenti. E non è questo il caso. Metà degli attuali parlamentari sa già che in caso di urne perderebbero il loro prezioso seggio quindi si resta saldi al posto, costi quel che costi.

Ci sono poi le ragioni di partito: Renzi e la sua Italia Viva oggi hanno un peso rilevante a Palazzo Chigi e puntano per questo a conquistare diverse poltrone nelle centinaia di nomine in programma nel 2020. In caso di urne invece con il 5% (dei sondaggi) sarebbero confinati ai margini dell'opposizione nell'inutilità più assoluta. Peggio andrebbe per il M5S o quel che ormai ne resta, che da forza di maggioranza relativa rischierebbe di sparire, per sempre. Il Pd invece non subirebbe grossi scossoni ma sa già che il paese è a maggioranza di centrodestra. Quindi vale tutto pur di non vedere Matteo Salvini a Palazzo Chigi.

A questo aggiungiamo che il Quirinale ha fatto sapere che il voto anticipato oggi sarebbe "inopportuno".

Il quadro è completo. Il paese è prigioniero di giochi di palazzo, legittimi, ma pur sempre di palazzo. Un paese gestito dalla minoranza. Un paese guidato da un Governo che non ha un progetto univoco, un'idea di paese, che non è d'accordo su nulla (autostrade, Ilva, Alitalia, prescrizione, Reddito di Cittadinanza, tasse). L'unico collante è la poltrona e la certezza della sconfitta elettorale.

Difficile che si torni al voto presto. Servirebbe un miracolo in Emilia...

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Andrea Soglio