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(Ansa)
Politica

Al parlamentare senza niente da dire (di serio) non resta che la citazione

Nel dibattito sulla fiducia a Draghi è scattata la Champions League della frase rubata, per tutti i gusti: cantanti, scrittori, storici, Papi e persino Santi

Diciamocelo: chi di noi non ha mai fatto una citazione colta, magari preparandosela a tavolino, per far colpo sul professore a scuola, su una ragazza durante una cena, o sul capoufficio?

Ecco, senatori e deputati non fanno eccezione, ma in questi giorni hanno davvero esagerato. Per rispondere alle due citazioni di Mario Draghi – che ha evocato Cavour e Papa Francesco – è scattata la Champions League degli aforismi. La coppa delle coppe delle frasi saccheggiate da wikipedia e dai baci perugina. Una collettiva eccitazione per la citazione.

Se fa un certo effetto sentire Salvini citare Benedetto Croce e la sua "religione della libertà", il capogruppo Pd Marcucci sguaina lo spadone e si ispira a Piero Gobetti: "Chi sa combattere è degno di libertà". Il senatore Alan Ferrari, libero professionista di Giussago (Pavia) scomoda addirittura Carlo Cattaneo e Massimo D'Azeglio. L'Udc Dal Mas, avvocato di Pordenone, va a disturbare la buonanima di Palmiro Togliatti. Saccone (Udc) tira giù dal piedistallo Adenauer e Schumann.

Insomma, se Draghi è Tarzan, il senatore cita. Per non fare brutta figura, ognuno si ritaglia quei dieci secondi di cultura a buon mercato. Dimenticandosi che il numero di citazioni effettuate, di solito, è inversamente proporzionale al numero di libri effettivamente letti. I senatori Di Marzio e Paragone tirano in ballo il mentore di Draghi, l'economista Federico Caffè. Gasparri e Cangini riesumano per l'occasione il "vaste programme" di De Gaulle. Il Cinque Stelle Lannutti tira per la giacchetta il povero giudice Borsellino, per dire che "chi ha paura muore ogni giorno". E Teresa Bellanova non riesce a finire la frase: "Come diceva Italo Calvino…", ma poi gli spengono il microfono. "Citatio" interruptus.

Alcide De Gasperi, manco a dirlo, è inflazionatissimo. Il senatore Laniece, agopuntore di Aosta, cita enfaticamente i padri europeisti Spinelli e Chanou. C'è chi prende la rincorsa e si inginocchia, come il senatore Unterberger, che definisce Draghi molto sobriamente"il Messia", che come "la mano invisibile di Adam Smith è venuto a fare ordine nella politica".

Quando si è a corto di idee, non c'è che da prendere in prestito quelle di un altro. E più punti in alto, più passi per secchione. Come la senatrice Patty L'Abbate da Polignano a Mare, che cita addirittura Albert Einstein: "Il vero valore di un uomo si determina esaminando in quale misura e in che senso egli è giunto a liberarsi dell'io". L'unico che vola leggermente più in basso è il senatore Giacobbe (Pd), che forse in onore del suo segretario di partito, cita addirittura il commissario Montalbano, esportatore "della bellezza italiana nel mondo".

In questa corsa all'erudizione all'acqua di rose, a nessuno è venuto in mente di adottare l'unica citazione calzante in queste circostanze, quella del celebre scrittore britannico Rudyard Kipling: "Avvolgono sé stessi nelle citazioni, come un mendicante si avvolgerebbe nella porpora degli imperatori".

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Federico Novella